Arricchire D**.

Si può arricchire D**? Certo, d'amore e tenerezze.
Gesù, tu fai spesso l'esempio di un padrone, facilmente identificabile con un re potente, che è sempre altrove, sempre da un'altra parte a fare altro e che, in questa sua assenza affida le sue cose a qualcuno. Poi, a un certo punto, questo tale ritorna e "fa i conti"; cioè regola le situazioni cui aveva dato vita e scioglie i sospesi, ciò che è rimasto in disordine. L'esempio che fai qui è basato sulla fiducia del padrone nelle capacità dei servi, fiducia, però, che nasce dalla stima reciproca, cioè da qualcosa che si fonda sull'affetto che regola sempre i rapporti tra persone, anche se sono di condizioni di vita profondamente diversa, com'è il caso di questa parabola. Ascoltiamo la tua voce, Gesù, che ci parla dell'amore. 
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
Diciamo che sui primi due servi non c'è problema. Sono chiaramente affezionati al padrone e lavorano con lui e per lui con intelligente prudenza. Quindi usano bene i talenti che gli sono stati dati e li moltiplicano. Il problema è il terzo servo. Costui non stima il padrone, anzi. Ne ha una valutazione severa e amara, piena di disprezzo e sfida: «Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura». Il terzo servo ha paura del padrone, ma non lo teme, non pensa al suo ritorno, forse non ci crede. Così va a «nascondere il talento sotto terra» e si libera, per un poco di tempo, dalla relazione con il padrone, relazione che, per lui, è difficile, addirittura impossibile.
Manca la fiducia? Sì, ma prima della fiducia manca ciò che la fonda: l'affetto che nasce dall'ammirazione, dal rispetto reciproco, dalla tenerezza che ci ispira la vita della persona con cui siamo in relazione. Nel servo c'è disprezzo, da cui nasce la paura, la quale toglie il timore circa la dura reazione del padrone, non al talento non moltiplicato bensì al disprezzo e alla stupidità cattiva che hanno provocato questa perdita. Per cui a questo servo viene tolto tutto, perché è già privo di tutto, specialmente di quell'amore che è la condizione necessaria per vivere, e pure bene.
Aiutaci ad amare, Gesù, aiutaci a investire con generosa attenzione tutto l'amore che D** ci dona, proprio perché noi lo moltiplichiamo e lo facciamo crescere in noi e attorno a noi. Liberamente. Senza paura.
ciao r

Commenti

Post popolari in questo blog

Belle forme dei corpi,

tu, Gesù di Nàzaret: Dio scandalo,

La scelta facile