Perché Dio?

che è lo stesso che chiedersi, perché l'amore, perché amare?
In questo brano ein realtà, in tutto il Vangelo di Giovanni  è evidente che la tua presenza divide. Ci divide. Non c'è tolleranza verso di te e verso chi ti segue, ma solo rifiuto e furore. Mi chiedo perché e trovo la risposta solo nel cuore più intimo e profondo della tua presenza tra di noi, fatta di parola e fiducia: tu ci proponi, ci chiedi, di amare e farci amare come tu hai amato e come hai cercato e desideri di farti amare, di essere amato. Davanti a te e contro chi ti perseguita, e combatte chi ti segue, vale e varrà sempre, finché non torni, la risposta delle guardie del Tempio davanti ai loro capi:«Mai un uomo ha parlato così!». Ascoltarti è credere che si può amare, che il libero amore reciproco è il compito, esistenziale ed etico, che Dio desidera per noi e che ci dona, proprio insieme a te e a tutta la tua vita. Davvero, Gesù: ascoltarti è il primo passo, quello indispensabile, per vivere e amare in libertà e giustizia.
"All'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.".
L'apparentemente timida difesa di Nicodèmo esplicita bene quali sono i termini della questione: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». C'è già stato un giudizio di condanna, e non è stato espresso da alcun tribunale e nessuno, tantomeno il presunto imputato, hanno potuto discutere l'accusa e farne un pubblico dibattito. C'è un pre-giudizio, dettato dalla paura e dal timore di quello che la tua presenza, Gesù, significa per coloro che sono capi delle popolazioni. 
Questo è vero per Israele ai tuoi tempi, certo, ma anche in tutti i paesi dei nostri tempi, anche, forse sopratutto, quelli che si richiamano al tuo nome mentre fanno della tua parola un idolo che serve a confermare il loro essere autoreferenziali: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Tu, Gesù, doni amore e chiedi amore e, così, davvero non puoi essere fermato, perché l'amore lo capisce chiunque, anzi, più si è semplici e privi di potere più è facile capirti e seguirti. Allora noi ti dobbiamo seguire nell'amore come bambine piccole, indifese, che si fidano di chi le ama e le nutre con tutto l'amore possibile, creature che hanno il loro garante e difensore in te, Gesù di Nàzaret, Messia di Israele e Cristo delle genti, Figlio, Vita e Parola di Dio.
ciao r

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