Nome di Dio,

nome d'amore, nome di libertà.
Devo chiederti perdono, Gesù, pubblicamente.
Infatti ho escluso il titolo che mi è salito al cuore appena ho letto il vangelo di Marco: "Cristo re". Tu hai sorriso della mia diffidenza e mi hai chiesto qual'è, secondo il mio cuore, il nome di Dio. Il Primo? ti ho chiesto; non hai risposto e ti sei allontanato. Avevi da fare altrove e come aiuto me ne hai già dato moltissimo. Tu sei "Cristo re", Gesù.
Sei il Messia di Israele, l'Unto del Signore, colui del quale Dio ha testimoniato, pubblicamente e più volte: «Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato». Proprio per questa missione della tua Incarnazione, sei il Sovrano delle storie umane, il Sire completo e finale di ogni spazio-tempo, "un Agnello che sembrava sgozzato, ma stava ritto in piedi" (Ap 5,6), quello che testimonia Giovanni nell'Apocalisse come l'unico, in cielo in Terra in ogni luogo, in grado di leggere il rotolo di tutte le storie umane. Sei re, Gesù, e proprio in quanto Cristo, ma non sei quel "re di questo mondo" per cui tante persone sono state uccise e hanno ucciso. Sei il re d'amore che vince perché mette, con forza e potenza, il Nome Intimo di Dio nel cuore delle storie umane, trasformandole profondamente: Amare.
"Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: 
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».".
Ti aspettano. Vogliono un re, un re diverso, più forte di quelli che sono abituati a vedere a Gerusalemme. Vogliono il re del «Regno che viene, del nostro padre Davide!», quel re che sappia liberarli da Roma, certo, ma anche da molte altre miserie e oppressioni. Così ti vogliono come "re di questo mondo", anche se di un regno che immaginano più potente e forte. Ma tu non sei questo genere di re. Infatti, Pilato, in nome di Roma, ti riconoscerà re, ma subito ti farà quel re che può essere flagellato, insultato, deriso, messo in croce, ucciso. Ecco, tu sei un re che si fa uccidere perché si offre all'amore fino alla morte.
Quindi non sei un re di questo mondo, ma sei l'unico vero re di questo mondo in tutti i suoi spazi-tempi, perché ci fai conoscere il Nome Intimo di Dio, mettendolo al centro delle nostre vite come loro cuore di sangue e carne. Così ci rendi capaci di Amare, di farci essere come Dio per dare le nostre vite in dono, e fare vita della vita, moltiplicando esperienze d'amore in noi e attorno a noi. Tu sei questo re, come sa il "canto nuovo" dell'Apocalisse: «Tu sei degno di prendere il libro / e di aprirne i sigilli, / perché sei stato immolato / e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue, / uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione, / e hai fatto di loro, per il nostro Dio, / un regno e sacerdoti, / e regneranno sopra la terra». Noi dobbiamo farci capaci di accogliere questa tua vittoria per farla vivere nelle nostre vite, riconoscendoti come quel re che regna solo perché amico, sposo, agnello come sgozzato che è in piedi, testimone trionfo di quell'Eterno Amare Presente in cui ogni nostro amore si compie. Aiutaci, re Gesù, facci capaci di te.
ciao r

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