L'amore libera,

la violenza umana oltraggia e uccide.
La scena iniziale è di quiete e di pace. Sei andato al monte degli ulivi a pregare, ora sei seduto da qualche parte del Tempio a insegnare l'amore a chi ti ascolta. Poi la pace è spezzata da rumori di corpi in movimento, di voci e grida. Lì dove sei tu irrompe un gruppo di maschi vocianti con al centro una donna, che immagino giovane e bella, nuda o seminuda, terrorizzata, spintonata, gettata davanti a te. Mentre qualcuno fa silenzio, tu non la guardi, chini il capo e inizi a scrivere sul pavimento del Tempio una lettera che leggerà solo il cuore di quella donna colpevole, spaventata e oltraggiata. Ascoltiamo questo tuo silenzio pieno di pudore, Gesù, per imparare amore.
"Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».".
Sapevano dove andare a prendere una donna adultera in "flagranza di reato", cioè mentre faceva sesso con un uomo sposato. La prendono, così com'è, la trascinano davanti a te. Nulla gli importa dell'adulterio o della legge di Mosè. Ancor meno gli interessa quella donna. Vogliono solo metterti in difficoltà. Forse perfino gli dispiace, per il maschio che faceva adulterio, è ovvio, ma lo fanno lo stesso perché o comandi la lapidazione, e rinneghi nei fatti ciò che hai fatto e detto fino a quel momento, o salvi la donna, una pubblica peccatrice a quel punto, e rinneghi Mosè. A loro va comunque bene. «Tu che ne dici?», ti chiedono, ma non gli interessa ciò che dici. Tu lo sai e non rispondi, non guardi, continui a scrivere la tua lettera d'amore a quella donna pubblica peccatrice, e taci. Con ciascuno di loro avresti ricordato ogni loro adulterio, ogni loro violenza contro una donna indifesa, ogni loro oltraggio al pudore, ma non puoi, non servirebbe. Così taci e scrivi. Come finisci di scrivere, alzi il volto e guardi negli occhi il capo di quella banda di maschi, solo lui: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» e chini lo sguardo a firmare la tua lettera, prima che svanisca. Senti il male allontanarsi, andare via, sorridi. Tu sei ed eri senza peccato, Gesù. Ma proprio perché eri libero dal male e innocente non volevi la morte di quella donna, ma la sua vita. Ti alzi, porgi il tuo mantello a quella donna, lei si copre, tu la guardi: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
No, Gesù, nessuno l'ha condannata perché c'eri tu, il senza peccato, l'amante pieno solo d'amore, lo sposo innocente e buono, e davanti a te non potevano. Ancora non potevano. Ma poi l'hanno fatto contro di te e noi lo facciamo ancora: sempre uccidiamo donne perché non sono solo schiave, ma persone libere che vogliono amare, hanno bisogno di amare. Lo stesso facciamo con uomini e bambini. Aiutaci a non condannare nessuno, Gesù, neppure noi, perché solo così scopriamo che nel perdono, nell'amore che non condanna nessuno, neanche noi stessi, troviamo il riso innocente di quell'Eterno Amore libero che ci ama.
ciao r

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