Il giudizio

è l'amore: bisogna scegliere di amare la vita oltre la propria vita, per donarla liberamente fino alla morte, fino alla Vita.
Ci chiami al tuo servizio, ma quello che indichi è uno strano servizio: condividere la tua vita, fino in fondo. Dobbiamo stare dove sei tu, fare come fai tu, vivere come vivi tu: «Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore». Fare così mi pare che sia molto più da amiche e amici che da servitori e infatti, subito, indichi la conseguenza, radicale e profonda, di questo servizio condiviso fino nell'intimo delle nostre vite unite alla tua: «Se uno serve me, il Padre lo onorerà». L'onore che il Padre dona è l'Amore eterno, ciò che è la Sua natura e la Sua realtà propria, il Suo mostrarsi al mondo come fonte di ogni bene, vita preziosa che non può mai essere distrutta e ferita. Mettersi al tuo servizio, Gesù, allora significa condividere l'amore di cui sei capace e diffonderlo, in ogni modo e forma, nelle vite attorno a noi, senza preoccuparci se ci pare, così, di odiare la nostra vita. Perché la nostra vita vale solo se fa frutto e si fa frutto solo se si muore a se stessi, se si perde l'egoismo di esistere al di sopra e contro altre vite. Per amare come te, serve diventare come te, innanzitutto ascoltandoti.
"Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta'o per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.".
Non è facile. Non è stato facile per te, non è facile per ciascuna e ciascuno di noi nelle realtà di vita che ci troviamo a vivere e dividere. «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». La gloria di Dio è la tua morte, Gesù? e, insieme a te, la gloria di Dio continua a esistere nelle nostre vite disprezzate e offese fino alla morte?
«Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Chi è il "principe di questo mondo"? Che cosa è il "principe di questo mondo" che è stato giudicato ed espulso dal mondo da un uomo mite, innocente, privo di forza, condannato a un patibolo infame, morto solo o con poche persone attorno? Capiamo, innanzitutto, che quest'uomo che non era solo umano, ma era Dio Figlio che dava a Dio Padre la Gloria dell'amore libero, di quell'amore che libera solo amando. Dio muore, si fa uccidere da noi per redimerci e liberarci, e così getta fuori dal mondo la morte, il male che nega la vita e la riduce a dominio infelice e odioso; ciò che tu, Gesù, chiami "Principe di questo mondo", satana, diavolo, ciò che divide, separa, saccheggia, isola, ferisce, rende infelici, uccide.
Ma quindi il male è stato già vinto! Allora, perché continua a esistere nel mondo, perché lo vediamo vincere? Perché questa tua vittoria, Gesù, non è una battaglia di guerra, realtà dove serve fare il più grande numero di feriti, morti, moribondi, infelici, mutilati, persone cariche di odio e paura. Così, più grande è la morte che viene inflitta, più grande la vittoria ottenuta.
Ma per te non è così.
Invece tu, Gesù, vinci solo con l'amore, risanandoci una a una, uno a uno, seducendoci personalmente, amandoci come mai siamo state amate e amati, facendoci scoprire una libertà che non pensavamo potesse esistere, attirandoci e te appeso a una croce e risorto, fino a che, amando e cercando amore, ci liberiamo dalle morti che portiamo dentro e possiamo, finalmente, sposare Dio e donargli il mondo come nostra dote d'amore. Singolarmente, tutte e tutti insieme.
ciao r

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