Carne di Dio:

desideri e amori di Dio.
La povertà della narrazione di Luca, Gesù, si incontra e si scontra con la semplicità di Dio, Potente Eterno che agisce nel mondo, trasformandoci nell'ascoltare questo racconto. L'angelo Gabriele è Dio stesso, tuo Padre, che va a trovare una ragazza a cui propone di fare un figlio. Scritto così, Gesù, sembra pure peggio, anche perché il "figlio" che Dio vuol concepire in e con Maria di Nàzaret sei proprio tu. Allora cosa dobbiamo ascoltare, in questo racconto, che ci riguarda profondamente e che appartiene alla nostra vita di oggi, del mio oggi quotidiano? Mettiamoci nelle mani dell'Amore Dio, apriamo il cuore alla Sua tenerezza di vita.
"Al sesto mese l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.".
Non è una favola, né un mito. Neppure è una cronaca "vera" così come siamo abituati a pensare oggi che una narrazione di fatti debba essere scritta per essere (o sembrare) "una narrazione vera", cioè corrispondente ai fatti raccontati. Ma, appunto, quali sono "i fatti" di cui qui, in questo racconto, si parla? Dio "Io Sono", il Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe, l'Amico di Mosè (e di Elia, e di tante altre persone) va a trovare una brava ragazza di Nàzaret di Galilea e le propone di fare un figlio, lei chiede spiegazioni sulla sua libertà, le riceve, dice di sì e ti concepisce, Gesù; dopo il tempo necessario, ti partorisce. Ecco. Dovrei ringraziare, perché sono felice di te, che ci sei e agisci nel mondo per salvarci e salvare quante più persone e vite possibili entrando nella libertà di ciascuna di loro, nella mia libertà. Ma è così poco un "grazie" scritto a questo punto che preferisco dirti e farti, di nuovo e ancora, l'intera offerta della mia vita, anche se ormai nella fase del calo di energie e forze, cercando di imitare la fresca libertà di Maria di Nàzaret di Galilea che sa dire di sì alla libertà di un Dio che si fa carne. Perché è un incontro di libertà nell'amare, che Luca ci narra, ed è vero. Così vero che tu ci chiedi di replicarlo ogni giorno della nostra vita, in tutte le circostanze e le vite in cui Dio Potente Eterno si fa presente con noi, per fare amore. Ancora e sempre.
ciao r

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