Liturgia
Che cos'è il sabato? Che cosa è la domenica? Cosa significa "giorno del Signore"? Che cos'è il "riposo di Dio", perché dobbiamo entrare in questo riposo?La "liturgia" è il luogo e le forme pubbliche delle nostre relazioni di umani, solidali tra di loro, con e verso Dio. Nella liturgia noi siamo popolo, cioè ci riconosciamo come identità collettiva e storica che trae da Dio il senso della sua origine e il suo significato attuale, in questo suo presente di oggi. Il Sabato è uno dei luoghi liturgici della identità di Israele, uno dei centri della sua relazione di popolo con Dio, Altissimo Signore e unico vero re di Israele; esattamente come la Domenica per i cristiani. Poi arrivi tu, Gesù, e ti presenti come nato da una relazione profonda e intima con Dio e, quindi, come Signore della preghiera e della relazione con Dio. Tu sei il nuovo e unico "sacerdote, secondo l'ordine di Melkisedek, re di Salem" (Ebrei 7,12-17). Così hai appena detto, poco prima, uno o due giorni prima, che «il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato» (Mc 2,27-28), cioè che tu sei signore della liturgia e ne fondi, di nuovo e profondamente, il senso e il ruolo nella nostra vita di popolo di Dio. Ascoltiamo la tua voce che dona amore.
"Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.".
Mi sembra che la tua domanda sia di quelle che sono come una divisione del cuore. Accettando di rispondere alla domanda si sceglie che la tua parola ci divida e ferisca, per unirci meglio nel senso di quell'Amore Dio che ci ama e desidera. Siamo tutte e tutti con te, Gesù, nella sinagoga di Cafarnao e vediamo quell'uomo con la mano paralizzata, lì in sinagoga, i prima fila, messo lì per "vedere se lo guarivi in giorno di sabato, per accusarti". Sono certo che tu vedi quell'uomo al primo sguardo, capisci subito cosa sta succedendo e, subito, ti metti alla sequela di Dio tuo Padre, l'Altissimo Amore che ci vuole salvare. Da un lato c'è chi ti vuole incastrare per la tua volontà di dare senso d'amore a una liturgia, che viene conosciuta e imposta come necessario dominio totale sopra un essere umano di per sé cattivo, dall'altro lato c'è una sofferenza evidente, un dolore che tu, con il lavoro d'amore, puoi portare dentro il riposo del Signore, includendo anche quell'uomo nella gioia che da Dio nasce e spezzando il senso della liturgia. Per te non c'è scelta: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». A noi spetta sempre rispondere a questa domanda con sincerità, speranza e fiducia nell'Amore Dio. Seguendoti.
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