Spazi-tempi di Dio
La differenza tra te, D**, Santa Trinità Amante, e noi umane e umani è l'amore. Per noi le realtà degli spazi-tempi in cui viviamo sono segnate dal nostro corpo, dalle nostre carni mortali davanti e dentro cui siamo limitate. Ogni cosa che vedo e sento è delimitata dal mio corpo di carne, e dalle sue fragilità e ferite, ma che ha in sé la nostalgia della tua risurrezione, Gesù, della tua gloria di Dio umano, divenuto perfetto per la completa obbedienza all'amore, per l'ascolto profondo e pieno all'Amore D** Trinità che ti abitava e ti abita, Sposo Signore. Già quando hai innalzato questa preghiera su Gerusalemme, la città che non accoglie i profeti e non legge i segni di Dio negli spazi-tempi che abita, nei corpi e carni che la vivono, non era una profezia reale, non dicevi "Quel giorno a quell'ora accadrà...", ma semplicemente innalzavi una preghiera per la salvezza di chi costruiva, ogni giorno, la sua distruzione. Il tuo punto di vista delle nostre vicende spazio-temporali era ed è l'amore, la risposta alla domanda "Cosa posso fare di più per aiutare e salvare?", il nostro punto di vista è "Cosa debbo sapere di ciò che sta accadendo per cavarmela, almeno io e coloro cui voglio bene?". La differenza è l'amore. Ascoltare e vivere l'amore è la sola regola che ci dai, da vivere e fare, ogni giorno.
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
Mischi due livelli di realtà e di narrazione, Gesù. La distruzione concreta della Gerusalemme concreta che hai davanti e dentro cui vivi e, insieme, il momento in cui tutti gli spazi-tempi saranno sconvolti dall'arrivo dell'Eterno. La prima è una facile previsione della sorte che il tuo popolo andava costruendosi e di cui era parte il rifiuto a conoscerti Messia e re di Israele. La seconda è una indicazione parabolica, cioè una narrazione esplicativa adatta a chi ti ascoltava, dell'irruzione dell'Eterno negli spazi-tempi abitati dai nostri corpi e carni. Così è inutile chiedersi cosa sono e quanto durano, per esempio, "i tempi dei pagani". Utile, invece, seguire il tuo consiglio di "stare in ciò che accade", di vivere ogni momento con attenzione e audacia. «Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta». Nei giorni della vendetta, come tanti ne stanno capitando anche adesso, per esempio in Yemen, in Siria, in Kurdistan, in Etiopia, in Nigeria, e così via elencando, nei giorni della vendetta la sola cosa da fare è fuggire, allontanarsi dalla guerra, sperando di trovare qualche umano capace di accogliere questo Dio che fugge dalla guerra e non diavoli che Gli sparano addosso o Lo fanno morire annegato. L'altra è l'indicazione, in forma narrativa, del fatto che l'arrivo dell'Eterno negli spazi-tempi è una irruzione sconvolgente, ma non una guerra. La morte che c'è anche lì, arriva perché le potenze del mondo sono sconvolte dal tuo arrivo, Gesù re, che è preannuncio di vita, e di vita eterna. Allora possiamo sorridere tra gli spazi-tempi feriti dal tuo arrivo Dio e attendere la liberazione vicina. Quel tuo sorriso di carne eterna, Gesù, che ci libera.
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