Regno di Dio

è vivere intensamente, per far crescere i doni ricevuti e fare altra vita, più bella, della vita che abbiamo avuto e dove siamo viventi.
La parabola dei talenti in Luca è, da un lato, semplificata, perché anziché di talenti, che sono una ricchezza davvero alta e fuori dal comune, si parla di una moneta d'oro, più normale e comprensibile. Dall'altro lato la vicenda è complicata dal rifiuto del re, cioè dal tuo rifiuto come Messia e re di Israele, Gesù. Ascoltiamo la tua voce e cerchiamo di capire le relazioni con la nostra vita di oggi.
"Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme".
Come sempre, Gesù, tu racconti storie scorrette, ma anche, tuttavia, molto comprensibili. Il tema che presenti sei sempre tu, Messia e re di Israele, che ci sta dando un comandamento nuovo, centrato sulla finale, escatologica, rivelazione di D** da cui tu provieni: Dio è solo amore e noi dobbiamo amare come Dio ci ama, come tu ci hai amato. Tutto si raccoglie attorno a questa realtà, che è ciò che raccontano i Vangeli: Dio è l'amore totale che si rivela in te, Gesù di Nàzareth, che sei stato «profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo» (Lc 24,19) e che ci hai amato "sino alla fine" (Gv 13,1), sino a quella Passione e morte in croce che ti attende a Gerusalemme. Così tu ci liberi dal male e ci accompagni davanti al volto di Dio, cui rendiamo grazie per la tua vittoria sulla morte e sul male, siglata dalla tua risurrezione. La moneta d'oro che ci dai è la nostra vita, che viviamo nella passione attiva, nell'audacia infinita dell'amare, dell'amarci, moltiplicando la vita e facendola crescere in noi e attorno a noi. Chi odia, chi ha paura di amare e chiude la vita in un fazzoletto, spesso anche sporco, sceglie la morte e perde tutto. Perché è vero che chi ama avrà sempre più amore e farà la sua e nostra vita sempre più bella.
ciao r

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