Vivere

amando, non compatire con indifferenza.
Bisogna partire dalla tua parabola, dall'albero di fichi che non dà frutti e non ne ha mai dato. «Perché deve sfruttare il terreno?» si chiede il padrone di tutto. Ma il vignaiolo dice che ci pensa lui, lavora, feconda, pota, dà vita, affinché anche quella pianta sterile dia frutto. D** eterno amore infatti ha desiderio di fichi che maturano, si fanno mangiare, sono buoni, durano alcuni giorni, ma è bello che ci siano questi giorni dove si possono mangiare i fichi, dove il padrone di tutto può venire nella sua vigna a gustare i fichi appena mature e anche gli uccelli del cielo vanno a mangiare quei fichi abbondanti nati dall'albero sterile del padrone di tutto. Perché se il vignaiolo, se tu, Gesù, ci metti lavoro e cura, passione e amore allora tutto nasce e cresce, la vita fiorisce, e solo allora si può accogliere e curare ogni dolore; perché siamo capaci di amare, perché siamo capaci di farci cibo e bevanda per la vita, come te. Per questo è bello e necessario ascoltarti, Gesù.
Lc 13,1-9
"In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».".
La compassione distante, quella che chiede pronunce e dichiarazioni, ma non compromette la vita, questa compassione non ti interessa e la rifiuti, Gesù. Anche perché non c'è mai "questione di colpa", come bestemmiano ancora troppe persone che davanti a degli eventi del mondo, drammatici se sanguinosi, pensano sempre quella bestemmia contro lo spirito santo che è credere e dichiarare quell'evento "castigo di Dio", come dicevamo con colpevole innocenza noi da bambini. Bisogna amare, invece, e compromettersi nell'amore, con tutta la propria vita, facendosi cibo e bevanda d'amore, come te, nelle forme, nei modi, nelle situazioni concretamente possibili. Ogni giorno.
ciao r

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