L'umiliazione

di amare e di offrire il tuo amore: ciò che sei, D** Immensità amante.
Parli di umiltà e di umiliazione in una parabola esemplare, anche perché riguarda l'occupare i posti in tavola vicino a dove accadono le cose, accanto a te che sei l'invitato principale. Qui il tuo ammonimento è esemplare e conduce al comportamento migliore: occupare l'ultimo posto affinché si sia richiamati a occupare posti più importanti. Tradotto in vita normale significa che non sono io che mi do importanza, ma sono le cose che faccio e, quindi, è la mia umiltà di vita a darmi importanza. Fin qui è tutto chiaro. Ma c'è solo questo suggerimento di costume, di "civiltà delle buone maniere" nella tua parabola? Ascoltiamo la tua voce che ci parla di come si ama.
"Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».".
Se l'invito a pranzo è metafora della vita l'indicazione che dai è drastica e mostra la scelta dell'umiliazione come stile di vita. Tu ci chiedi di non essere chi pretende onori, chi chiede amore, chi accumula benefici dalla vita; ma di metterci tra chi lavora nella terra, nell'humus, nelle fondamenta delle nostre vite, senza pretendere ricompense, perché sa di fare appena il suo dovere, ciò per cui è già pagata, pagato e molto bene. Tu, Gesù, ci vuoi tra chi offre amore ogni giorno, come si offrono acqua e fuoco, pane e sale, e pure un bicchiere di vino buono, se c'è, perché la vita va divisa e spezzata insieme. E se non ci ringraziano va sempre bene, perché anche l'indifferenza e il disprezzo devono essere divisi: infatti anch'essi fanno parte delle nostre vite. L'umiliazione che ci proponi è quella di offrire gratis il nostro amore, senza chiedere niente in cambio, anzi, occupando l'ultimo posto, dando la nostra vita ogni giorno senza pretendere niente oltre ciò che diamo. Amando nelle semplicità dell'amore offerto, così che il Padrone, la Padrona del pasto e del cibo ci possa riconoscere tra i suoi amici, le sue amiche più importanti, le sue e i suoi amanti prediletti.
ciao r

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