Liberare

l'amore nelle nostre vite è desiderio e azione di D** nel mondo,
ciò che viene fatta nei nostri corpi grazie a Gesù di Nàzareth, Dio incarnato.
Tu sei la via, la verità e la vita, Gesù, (Gv 14,6) e questa realtà divina tra di noi è quel regno di Dio e dei cieli che opera per le nostre vite, le nostre carni e i nostri sangui, perché amino e siamo amore. Sempre. Riguarda il sabato, certo, ma riguarda la preghiera, cosa significa pregare e rendere culto a Dio. Ancora una volta ci insegni che amare e pregare Dio significa accettare di essere liberi, e guarire e curare chi sta male, anche se lo facciamo in giorno di sabato e diventa l'unico spazio di preghiera che abbiamo quel giorno. Perché l'amore è come Dio, è Dio, e lo trovo ovunque ci sia bisogno di amore nelle mie carni e sangue che si fanno dono. Grazie a te, Gesù.
Lc 13,10-17
"Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.".
Solo un punto, Gesù. La contrapposizione tra te e il capo della sinagoga è segnata dalla ragionevolezza e dal buon senso, ma sono ragionevolezza e buon senso orientati in due direzioni differenti. Infatti il capo della sinagoga, dopo la guarigione che fai in giorno di sabato, dice: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato» ed è ragionevole: avete sei giorni per farvi curare, perché lo fate nel giorno del culto a Dio? Osservazione piena di buon senso. Ma priva dell'amore che cerchi e doni; infatti tu rispondi con un buon senso anche più forte, ma orientato in modo molto diverso e dove esprimi la tua durezza nell'amore: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Il punto mi sembra, Gesù mio, non tanto se lavorare in giorno di sabato o no. Il punto mi sembra molto di più la domanda: "Che cosa è culto davvero gradito a Dio?" e la tua risposta è netta. Culto gradito a Dio è liberare i nostri corpi all'amore. Quest'agire rende culto a Dio: amare mentre siamo amate e amati nelle tue libertà, Signore, Eterno Amore.
ciao r

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