Darti per

stare con te, donarti per riceverti, attenderti per agire nell'amore e per fare l'amore come te. 
Tu sei l'attesa presente, il dono da fare per poterlo ricevere, il ringraziamento che ci dona la vita e la ricostruisce ogni giorno più bella. Anche dentro tutte le difficoltà e le ferite dell'oggi. Tu non sei tra di noi se non nel dono reciproco delle nostre vite e nella costante imitazione della tua vita nelle nostre vite, che sono già colme di doni, come il ritorno del sole dopo una tempesta, come un fiore regalato senza una ragione, come il dono di se stesse, di se stessi, nel sesso fatto insieme a chi ami, come lo scambio di cibo e parole. Come la vita che ci viene donata e che dobbiamo donare a nostra volta. Come te, Gesù, di cui ascoltiamo la voce. 
"Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».".
Il punto è proprio qui: tu sei sempre tra di noi eppure tu devi sempre arrivare a completare la tua azione, a proclamare la tua vittoria definitiva sulle potenze del male e così chiamare dal cielo in terra la tua "Gerusalemme celeste" dove la vita scorrerà felice e piena di doni e sorprese, piena di D**. Come al solito sei molto chiaro e non etico, cioè usi un paragone scorretto: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Arrivi come un ladro nella notte, per prenderti tutto e noi dobbiamo prepararci e riceverti e darti tutto, così tu ce lo puoi ridare subito, moltiplicato all'infinito. Sembra diverso, ma è lo stesso paragone del padrone e dei servi. Ami chi vive e usa la vita come quel dono meraviglioso che è, donandola mentre si dona. Ami quei servi e quelle serve che ti aspettano vigili e attenti ai loro compiti, anche se tu tardi a venire e ci sentiamo sole e soli. Ami chi ama e chi non ha paura del tuo ritorno, ma teme l'infinita potenza vivente di D**, perché è oltre ogni nostra capacità di comprendere cosa significa donare e donarsi, ma ci prova ogni giorno. Ami chi sa distinguere tra i doni ricevuti e i compiti affidati. Ami chi sa amare e farsi amare senza badare alle conseguenze, ma liberando e guarendo chi incontra mentre sa che tu, Gesù, ci hai già liberato nel cuore dell'eterno amore di D** illuminato dalle ferite della croce e dalla gioia della risurrezione.
ciao r

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