Il tuo regno

ha una sola legge, Gesù: amare, in tutti i modi in cui si può amare, e dall'inizio sino alla fine.
Una madre ti raccomanda i suoi figli, quelli che ti sei preso, levandoli al lavoro produttivo con il padre. La raccomandazione sembra una cosa brutta, ma ci sta: lei ti capisce e ragiona su di te solo con parametri umani, come tutti o quasi tutti gli altri e le altre che ti seguono. Salvo tua madre Maria, che sa ascoltare e si è abituata a non decidere di ciò che non capisce, insieme, così sento io, a Maria di Magdala che vive in te la sua liberazione nell'amore e per amare,  e la vive ogni giorno, quindi non ti chiede niente perché ha già tutto. Invece la madre dei figli di Zebedeo equivoca e ti chiede due posti di potere per i figli, alla tua destra e alla tua sinistra. 
Il giorno della tua intronizzazione  i seggi alla tua destra e alla tua sinistra spetteranno a due malviventi, probabilmente due rivoltosi anti-romani diventati terroristi e assassini, che abbiamo chiamato ladroni e che una parte della nostra tradizione identifica con i nomi di Tito e Dimaco. Non è inutile ricordare con chi verrai crocifisso, perché mi sembra il fulcro narrativo della spiegazione che dai del tuo regno e di che cosa significa «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,33-38) ma appartiene a questo mondo ed è dedicato ad esso, amando sempre e facendo crescere l'amore. Perché la legge del tuo regno è amare, ma per capire questa tua legge dell'amore, o almeno per ascoltarla sempre, anche nell'ingiustizia e nella violenza iniqua, occorre che facciamo silenzio e ci mettiamo in ascolto della presunzione dei tuoi discepoli e della tenerissima ironia, con cui li correggi e li istruisci, e così li porti a ricordarsi dell'episodio per farne un nucleo narrativo della legge fondamentale del tuo regno. Amare, in tutti i modi in cui si può amare, amare fino alla fine, senza mai giudicare. Ascoltiamo.
"Si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».".
Al centro c'è il servizio. Nel tuo regno il vero privilegio è servire, farsi serve e servi delle altre e degli altri, lavare i piedi l'un l'altra, come la più miserabile delle schiave (Gv 13,1-15). Il tuo regno non serve a dare regole e a mantenere la disciplina, serve solo ad amare. 
Lo ricordi con chiarezza: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono». Perché succede questo? Perché i capi e i governanti sono "cattivi"? O perché è il potere di questo mondo a essere cattivo? C'è una famosa massima di un cattolico liberale dell'Ottocento, lord Acton, che va ricordata, perché mi sembra ispirata a te.
«Power tends to corrupt, and absolute power corrupts absolutely. Great men are almost always bad men». In italiano suona così: «Il potere tende a corrompere, il potere assoluto corrompe in modo assoluto. I grandi uomini sono quasi sempre malvagi». 
Tu sai il nostro peccato, Signore Gesù, lo hai patito direttamente nella tua vita e sulla tua carne, subendo la croce e, appeso lì sopra, la smentita più feroce di quello che eri e hai fatto. Ma oggi chi ti ha ucciso, l'aristocrazia sacerdotale sadducea, è scomparso da quella storia che solo tu governi nell'amore, lottando contro i nostri peccati.
Il tuo regno non è di questo mondo, Gesù, perché è dei nostri cuori, appartiene all'intimo delle nostre vite: è la decisione di amare «con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» (Mc 12,30) il Sommo Amore D**, ma solo attraverso le creature che sono nate dalla Sua scelta di Amare. La legge del tuo regno è solo di amare e continuare ad amare finché con questo amare e amarci non cambierà ciascuna di noi e quindi il mondo e allora tu potrai tornare per esserne il bellissimo re, umile e povero, solo da amare.
ciao r

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