Amare è

amare tutte le differenze.
Forse è arrivato il momento, Gesù. 
Comunque ci provo, e almeno riesco a chiarire a me, alle colte e alle incolte, alle inclite e alle spregevoli, alle conosciute e alle ignote, alle buone e alle meno buone come io la pensi in relazione alle differenze sessuali e al problema delle libertà umane (femminili, maschili, "plurali") dalle spregevoli schiavitù e brutalità del patriarcato e di tutte la sue storie.
È la mia posizione e non ne discuto, qui. Neanche altrove, per altro, ma qui di sicuro. Quindi cancellerò ogni eventuale commento.
Oggi, 24 Luglio 2020, incrocio la posta di una persona che scrive su Twitter e si chiede quali sono, devono essere, o come si riconoscono i ruoli della donna e dell'uomo nel rapporto di coppia. Non è tema che mi affascini, perché ciascuna e ciascuno di noi trova i suoi equilibri in materia, sapendo che, come tutti gli equilibri, sono roba incerta. Però scatta qualcosa e volutamente (lo scrivo ora, questo "volutamente") equivoco mettendomi su un piano diverso. Rileggo e mi rendo conto che non ho fatto capire niente e allora ci provo di nuovo, ma insieme a te, Amico e Signore.

Al centro ci sei tu, Gesù, il "dito di Dio" tra di noi, il "regno dei cieli" che è arrivato per decidere, la spada che ci fa scegliere e, quindi, ci divide. Tu il Figlio dell'uomo legato intimamente a D**, l'Altissimo Amore Potente, e che ci hai amato "fino alla morte e alla morte di croce" e continui ad amarci in modi che neppure immaginiamo. E dove il "noi", che sta dietro questi "ci" della frase precedente, significa ebrei e cristiani insieme, uniti dall'amore D** anche a tutti gli altri popoli che guardano alla tua speranza di vita.
Sono femminista, lo sai, e sai che lo sono in senso politico e culturale, non in senso esistenziale. La mia solidarietà alle riflessioni e alle proposte di alcune femministe appartiene alla sfera politica e culturale, filosofica e teologica. Sulla base di questa solidarietà ritengo che la strada dell’umanità vada nella direzione di una sempre più forte autonomia e indipendenza del femminile dal maschile, e del maschile dalla sua storia millenaria di dominio violento e arbitrario contro e sopra le femmine umane. Non spiego questa frase, ma dal punto di vista storico e antropologico il patriarcato è stato costruito sopra e "contro" le femmine umane, anche se non tutto è stato uguale e dello stesso genere in ogni epoca della storia e in ogni livello di popolazione. Ma se faccio una affermazione di carattere generale è solo questa. Ritengo che tale passaggio femminista” sia anche “giusto”.
Uso questa parola difficile sia nel senso delle incerte ricerche umane, sia nell'obbedienza che cerca di essere umile alla grazia della Parola di Dio, cioè a te Gesù, e alla tua "bella e buona notizia" annunciata ai poveri e ai piccoli. Dove "giusto e giustizia" sono solo attributi di D** e delle sue azioni tra di noi. A cui noi possiamo solo avvicinarci, facendo crescere il regno dei cieli tra di noi.
Ritengo che in questi percorsi ci sia la liberazione da “identità e comportamenti sessuali" obbligatori in termini sociali e di "ordine pubblico".
Sono del tutto certo che noi siamo una pluralità di tensioni, sapori, vite, bellezze, difficoltà, e che in queste pluralità ci sia sempre, per ciascuna e ciascuno di noi, lo spazio del bene e l'agguato del male. Come "ci" ricorda sempre, in Genesi 4,6-7, la voce del D** Amore Immenso che tu chiami Babbo o Papà, Gesù: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai».
Negli immensi mondi delle relazioni erotiche, affettive, sessuali, emotive, vale il principio della libertà più radicale, temprata e resa affilata da due fuochi: 1°, Il rispetto reciproco delle libertà proprie e altrui; 2°, La propria lealtà, cioè il rifiuto di ogni e qualsiasi tradimento, rifiuto che deve essere portato avanti a ogni costo, anche della propria vita.
I processi di liberazione dei femminili umani (tutti i "femminili umani" e non solo "le donne") dalle oppressioni di società maschiliste unilaterali e violente è un processo storico e antropologico, certo. Ma nella mia preghiera è anche uno dei modi in cui, oggi, cresce e si costruisce il tuo regno, Gesù.
Ma proprio perché di tutto questo sono assolutamente certo, sono anche certo di due cose:
1°_ la differenza sessuale della specie umana (e non solo umana, ma dell'intera gamma del vivente, per quel che ne so io) è decisiva ed è "questione di equilibri", cioè di spostamenti incerti, che non sono per niente solo "questioni storico-culturali" ma sono anche scelte esistenziali di vita dei singoli e della specie;
2°_ questo pone, drasticamente, il tema della “famiglia”, cioè delle società umane tese alla riproduzione della specie, sia in senso biologico che, in modo indissolubile, negli specifici nelle educazioni culturali e linguistiche;
3°_ "ergo" il nostro (di chi segue D** di Gesù di Nàzareth, di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Elia, Isaia, Geremia) e il "nostro" (umano e storico-antropologico) tema e campo di decisioni radicali, irreversibili (in senso escatologico e prologico) e fondanti, è proprio la "famiglia" dove tutte (universale plurale) siamo chiamate e decidere senza ritenere mai di "essere nel giusto".
Solo col tuo aiuto, Gesù Signore.
ciao r

Nota bene.

Le fotografie sono tutte prese dalla rete, a parte quella di Gesù che è una mia elaborazione. 

Le donne sono Emily Dickinson, Etty Hillesum, Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Simone Weil, Thérèse de

Lisieux. 

L’unico maschio, a parte Gesù, è Jean Paul Sartre perché accompagna Simone de Beauvoir e, un poco, lo merita.

Potevo fare altre scelte, lo so.

Ciao r


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