Credere

è la vita eterna, ma credere è mangiare Dio, nutrirsi del pane che sei tu Gesù. 
Cosa significa credere, Gesù? 
Certo, significa credere nelle tue parole, ma molto più significa credere nella tua vita e replicarla in noi. Ripetere la tua vita nelle nostre vite, questo è mangiarti, nutrirci di te, vivere la nostra vita immersi nel soffio del tuo Spirito, l'Amore che unisce te all'immenso Padre Madre  e alla tua madre terrena. Quell'amore che tutto regge, dalla disposizione delle stelle, delle galassie e degli immensi vuoti interstellari agli atomi, ai quanti, alla vita che si diffonde e cresce. Compresi noi, che amiamo e sappiamo di amare, ma che non siamo umili come te, Gesù, che hai donato e doni la tua vita come cibo gratuito, per noi, perché il prezzo e il costo di questo cibo di vita che ci nutre sei sempre tu, e solo tu l'hai pagato a noi, perché noi siamo salvi con te nel grembo di Dio e nel suo seno di Padre Madre.
Per questo ascoltarti è avere la vita e spezzarla con le donne e gli uomini in cui  e con cui viviamo, amando e facendoci amare. Concretamente ogni giorno, quello che posso fare.
Gv 6,44-51
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Saperti come questo amarci, Gesù, questa è la fede che solo Dio Eterno Amare Immenso ci dona, istruendoci con pazienza e felicità nell'amore e nelle infinite forme dell'amare.
Per questo seguirti e venire da te, essere dati a te come una tua pecora, non è un atto di adesione intellettuale. Tu non sei una dottrina, ma una vita che ama, che insegna ad amare.
Il bel pastore va seguito e va mangiato, nel pane che lui ci dona in se stesso e con se stesso, non va proclamato in colte dottrine, ma spiegato a chi te lo chiede perché ne ha bisogno, su un carro tirato da asini o cavalli, a stento, tra le buche e i briganti. Perché tu non sei una dottrina, Gesù, tu sei la vita che ama, facendosi amare.
ciao r 

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