Perché?
Perché dobbiamo amarti?
Devo precisare, Gesù, che sono straordinariamente d'accordo con ciò che ci dici in questo pezzo del discorso della montagna di Matteo.
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Ma quali sono, e per ciò che ne capisco io, le due regole che ci proponi?
La prima è il rifiuto di considerarci reciprocamente nemici. Cioè il tuo grande superamento della "legge del taglione", che è una regola etica fondamentale dell'umano ed è ancora in vigore in gran parte delle popolazioni della Terra. Tu la superi con una regola esistenziale, un criterio di vita in base al quale davanti al male mi metto nella posizione della vittima inerme, solo capace di amore, forte soltanto della sua disponibilità ad amare.
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due».
La seconda regola è quella che potremo chiamare della completezza dell'amore. L'amore deve essere sempre completo, se si ama lo si fa in modo totale, non per un pezzo soltanto e il resto no, perché su quel resto mi faccio male.
Non posso amare a scapito della mia vita, ma solo dentro la conservazione della mia vita, mi dice la regola etica.
Gesù, tu dici che si ama sempre andando oltre la propria vita. Ogni amore è sempre anche oblativo, cioè capace di libertà e di dono totale e completo di sé.
Questo tipo di amore non è interessato a preservare me stesso e i miei interessi ma a esaltare l'altro che ho davanti con l'offerta di me stesso. La mia scelta di amare, scelta libera e consapevole, è questo dono di me stesso.
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?».
Sei semplice e chiaro.
Se scegliamo di amare Dio quando scopriamo di essere amati da Dio, allora dobbiamo, siamo spinti ad amare come Dio ci ama. Senza falsificarlo in qualche idolo, ma amandolo com'è nella sua Parola. Cioè in te. Questo significa che nelle realtà plurali delle vite umane, andando oltre ogni etica, posso donare la mia vita alle vite che mi stanno davanti ed hanno, anche, bisogno di me. Lo sintetizzi in modo stupendo.
«Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Devo precisare, Gesù, che sono straordinariamente d'accordo con ciò che ci dici in questo pezzo del discorso della montagna di Matteo.
Mi sento incapace a farlo, ma sono d'accordo.
Un'umanità che seguisse, per libera scelta della sua più grande parte, le due regole di ordinamento di vita che ci proponi sarebbe infinitamente migliore. Appunto come il Padre che è nei cieli e che ci chiama alla sua perfezione.
Regole "esistenziali", precisa il mio demone filosofico, e non "etiche". Riguardano la vita, non l'ordine dei discorsi che facciamo sulla vita. La differenza mi sembra importante, ma diffido del mio diavolo che sa di filosofia e ne registro l'indicazione, come malignità più che consiglio prudente.
Perché la tentazione di lasciare il tuo bellissimo vangelo da solo, senza il mio accompagnamento, l'ho avuta. Mi sembra più facile che ripetere con fatica la considerazione sull'amore. Dobbiamo amare Dio e, quindi, dobbiamo essere come lui.
Perché? Perché questo bellissimo ossimoro, così dolce e pericoloso? Perché "dobbiamo" amare, e amare "come" ama Dio, al suo stesso modo e livello?
E se tu ci dici che dobbiamo farlo, allora possiamo farlo.
Perché, Gesù, perché?
Mt 5,38-48«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Ma quali sono, e per ciò che ne capisco io, le due regole che ci proponi?
La prima è il rifiuto di considerarci reciprocamente nemici. Cioè il tuo grande superamento della "legge del taglione", che è una regola etica fondamentale dell'umano ed è ancora in vigore in gran parte delle popolazioni della Terra. Tu la superi con una regola esistenziale, un criterio di vita in base al quale davanti al male mi metto nella posizione della vittima inerme, solo capace di amore, forte soltanto della sua disponibilità ad amare.
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due».
La seconda regola è quella che potremo chiamare della completezza dell'amore. L'amore deve essere sempre completo, se si ama lo si fa in modo totale, non per un pezzo soltanto e il resto no, perché su quel resto mi faccio male.
Non posso amare a scapito della mia vita, ma solo dentro la conservazione della mia vita, mi dice la regola etica.
Gesù, tu dici che si ama sempre andando oltre la propria vita. Ogni amore è sempre anche oblativo, cioè capace di libertà e di dono totale e completo di sé.
Questo tipo di amore non è interessato a preservare me stesso e i miei interessi ma a esaltare l'altro che ho davanti con l'offerta di me stesso. La mia scelta di amare, scelta libera e consapevole, è questo dono di me stesso.
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?».
Sei semplice e chiaro.
Se scegliamo di amare Dio quando scopriamo di essere amati da Dio, allora dobbiamo, siamo spinti ad amare come Dio ci ama. Senza falsificarlo in qualche idolo, ma amandolo com'è nella sua Parola. Cioè in te. Questo significa che nelle realtà plurali delle vite umane, andando oltre ogni etica, posso donare la mia vita alle vite che mi stanno davanti ed hanno, anche, bisogno di me. Lo sintetizzi in modo stupendo.
«Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Allora, perché bisogna amarti e, così, amare chi si presenta alla mia vita?
Non ho bisogno di chiederlo, ho bisogno di farlo.
Ogni giorno della mia vita. Sapendo quanto poco ci riesco e quanto molto ti chiedo di intervenire e aiutarmi.
Sapendo, per esperienza diretta, quanta bellezza mi doni ogni volta.
Sei l'unico cibo di cui ho sempre fame e l'unica felicità che mi appaga.
Perché sei il Dio Amore, Unità e Trinità d'amore nelle infinite varietà di vita che fai vivere.
Amando.
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