Conversione è


innamorarsi di te, Gesù Signore.
Questo vangelo dovrebbe essere facile, Gesù: è l’inizio della tua predicazione, il momento in cui ti metti a girare, perché Giovanni Battista è stato arrestato. Basta raccontare, e poi il tuo messaggio è molto semplice, quasi elementare: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Ma certo che è vicino! Gesù Sposo, sei tu il regno dei cieli. Ma. Sento che ci sono due problemi. Il primo sono i quasi duemila anni passati da quando hai fatto quell’annuncio e il fatto che pure gli spazi che tu percorresti allora nel tuo tempo, oggi non ci sono più. Anch’essi sono cambiati, sono altri. Il secondo è come ti conosciamo noi, oggi, e come ti conobbero, allora, Simon Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni. Sento come problema questa diversità di conoscenza. Se pure c’è.Infatti anche io in qualche modo ti vedo.
Più spesso ti ascolto, o ci provo.
Mt4,12-23
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzareth e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo
.”.
Sì, lo so Gesù; confondo il lago di Tiberiade, il mare di Galilea dei vangeli, con il fronte sul mare di Cagliari, da Su Siccu a sant’Elia. Lo so che nulla c’entra ma, dovessi mai fare un film su te, la parte iniziale della tua predicazione la girerei proprio qui.
C’è la terra e il mare, c’è una popolazione umana povera ma non poverissima, piena di traffici di ogni genere e tipo, specie illegali o marginali, spesso non accettabili. 
Ma anche di cose belle, di amicizia vera. E c'è pure molta ricchezza di te, Gesù. Una “Galilea delle genti, popolo che cammina nelle tenebre” che, finalmente, incontra la grande luce che salva. Sei venuto tra noi, sempre vieni tra noi e, sempre, non al centro, non ai moli importanti, dove attraccano navi di lusso, ma negli altri, in quelli marginali, dove la luce dell’amore è scarsa e dove abbondano le tenebre. Sempre vieni in questi posti, dove ti trovi bene e dove chi ti segue scopre, spesso, quanto è vero che tu porti la Spada dell’amore che penetra nell’intimo e ci divide. Spesso, e sempre più spesso in questi anni, seguendoti nella tua croce e facendosi inchiodare a te, con i tuoi stessi chiodi. Morendo per te e a causa tua, sempre più spesso e ovunque. Allora i quasi duemila anni di spazi e tempi passati dal tuo primo camminare a Cafarnao non contano così tanto. Certo, abbiamo i telefoni cellulari, ma i bambini trasformati in schiavi dentro le orride miniere necessarie per fare questi cellulari, questi bambini c’erano ai tuoi tempi e ci sono ai nostri, in questo non è cambiato nulla. La tua parola risuona, sempre, ancora necessaria e forte: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». I poveri li abbiamo sempre tra di noi, insieme alla tua parola che li cerca perché sei venuto per loro, proprio per loro. Son sicuro che i tuoi amici ti hanno seguito subito, senza esitare, sia perché erano persone semplici, sia perché la tua bellezza li ha conquistati, le ha prese. Erano come le guardie del tempio mandate a catturarti, di cui parla Giovanni nel capitolo 7 del suo vangelo. Non ti prendono perché restano presi da te, come innamorati: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!» (Gv7,46).

Anche a Simone Pietro e Andrea, a Giacomo e Giovanni sono certo che accade una cosa del genere: nessun uomo ha mai parlato come te, ha mai sorriso come te, ha mai guardato dentro lo sguardo dell’altra persona, come te. O ci si innamorava di te o ti si detestava. Ma chi ti detestava voleva innamorarsi, lo so. Beh, tutto questo è molto bello, ma non ci appartiene. Tu non sei tra noi e, al massimo, ci posso scrivere un racconto. Questo a noi questo non può succedere. Siamo certi? Incontrare una persona bella è sempre una esperienza che tiene conto delle nostre carni e delle nostre vite, e ce lo mostra spesso, anche con crudeltà.Tu, Gesù, sorridi, perché sai già dove voglio arrivare. Il mio incontro con te è stato segnato dalla esperienza della bellezza. Quando nel dicembre 2003 ho letto i tuoi vangeli non sapevo cosa aspettarmi, ma, insomma, la storia la conoscevo e sapevo come era andata a finire. Poi leggerti mi ha cambiato la vita, perché non è stato solo “leggerti”, ma vederti, sentirti, odorarti, desiderarti. Innamorarmi di te. Non so quanti sono disposti ad ammetterlo, ma chi ti conosce e ti frequenta è innamorata o innamorato di te, e nel senso più reale dell’esperienza “innamoramento”. Chi non si innamora di te non ti ama, non ama te, ma un suo personale idolo che non lo mette mai in imbarazzo.  Invece tu mi ami e mi metti sempre in imbarazzo, perché mi vuoi come te, come il Padre e continui a cambiarmi, come hai fatto con i tuoi amici di allora.

Così nulla è cambiato, da duemila anni fa a oggi? 

No. 

È cambiato tutto, perché tu hai vinto il mondo e puoi continuare a chiederci di convertirci proprio perché il regno dei cieli è sempre più vicino. 

E si avvicina sempre di più.

Ciao r

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