La donna, l'amata, la madre.

Maria di Nàzareth, amante di Dio, corteggiata da Dio, abitata e fecondata da Dio, libera in Dio.


Per me è assai difficile ascoltare la voce di Dio innamorato che parla - nel suo eterno, spazio-temporale, delicatissimo vento di silenzio - di Maria di Nàzareth, sua sposa, amante, amata, sua madre.
Non c'è alcun mistero in Maria, c'è solo amore.
Ma è proprio questa presenza continua dell'amore, mi sembra, che ci spinge a deificare chi, invece, è stata desiderata, scelta e amata da Dio proprio in quanto creatura, in quanto femmina umana, donna (γυναικός - gunaikòs) da cui far nascere Suo Figlio, l'Amato, il più amato.

Davvero Maria  è la pianta (Rainer Maria Rilke) davanti a cui tace l'annuncio dell'angelo, che resta stupito della bellezza viva in una giovane femmina umana, quella donna ricca di una bellezza che era abituato a vivere solo nel Santo Volto di Dio.
Maria è così bella, così "pianta", perché è l'amore umano che non si stupisce dell'amore di Dio, ma lo accoglie volentieri, con libertà, gioia e desiderio, fino a lasciarsi fecondare da quest'amore per esserne madre, vita, pianta.
Lc 2,16-21
"[I pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo".

La bellezza di Maria è intrisa di umiltà. Come la terra, che produce, nutre e consente la vita nelle sue più differenti forme e, nel farlo e per farlo, accoglie, paziente e vivace, ogni altra presenza che la nutre e la rende viva.
Maria è libera, proprio come Eva prima del peccato originale e, proprio come Eva, era in grado di scegliere e decidere.
Maria di Nàzareth sceglie, e sceglie di amare l'Altro da lei, sceglie di amare Dio, la Differenza.
Fatta immensamente ricca da questa sua scelta, ma ancora ignare della sua vita e di quella di suo figlio e di Giuseppe, Maria accoglie i pastori come re venuti a vedere il Messia di Israele e il Salvatore di tutte le genti e vede come loro si stupiscono di ciò che vedono, ma ne lodano Dio.
Allora anche lei si fa preghiera e inizia il suo cammino  d'amore a fianco di questo figlio, il cui nome l'ha deciso Dio stesso.
La preghiera, la vicinanza di Maria a Dio, è l'accoglienza.
"Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore". 

Questa accoglienza che fa di lei l'aiuto alle povertà delle nostre preghiere, ne fa la ricchezza delle fraternità, delle sorellanze, delle maternità, delle paternità, degli amare, tutte e tutti accolti, compresi e amati da lei nello stesso modo in cui ha accolto Dio e s'è fatta amare come Dio ha voluto. 
Per questo Maria di Nàzareth è la luce di mezzogiorno, la meridiana face (Dante Alighieri), che ci sostiene e ci aiuta nelle nostre difficoltà ad accogliere Dio, a lasciarci amare da Dio come l'Eterno bene vuole amarci.
Per questo Maria è regina della pace, perché la pace dell'amore nasce solo dall'accoglienza libera e vivace di ogni amore che si presenta a noi con la necessità di essere amato. Maria aiutaci a essere libere e liberi di amare, come te, come Gesù, tuo figlio e figlio di Dio.
ciao r



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