Chi ci salva con un bambino?

Quell'Amore eterno che ci dona la vita attraverso Suo Figlio, il Crocifisso.
Stasera partecipiamo, ciascuna di noi come sa e sente, alla nascita di Gesù di Nazareth da Maria di Nazareth, la sposa vergine di Giuseppe, falegname a Nazareth e figlio di Davide. 
Questa nascita nel tempo (quando Ottaviano Augusto è imperatore a Roma e Quirino è governatore della Siria) segna l'Eterno e il Tempo con la scelta d'Amore di Dio: gli splendori, invisibili a noi, di tutti i suoi cuori, si fanno vita per l'intera vicenda del creato e nei contorcimenti delle storie umane in tutte le loro brevità e differenze.
Ascoltiamo, allora, questa Parola di Dio che si è fatta carne e nasce al mondo dal grembo di sua madre, Maria.
Is 9,1-6
"Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti".

Lc 2,1-14
"In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazareth, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».".

C'è così tanto da dire, Gesù mio, che dico una cosa soltanto:
notiamo il "segno".
Gli angeli dicono ai pastori (i marginali di Israele di allora, come sono oggi migranti e barboni) «καὶ τοῦτο ὑμῖν ⸀τὸ σημεῖον - Questo per voi il segno».
Il "segno - σημεῖον" è ciò da cui si riconosce, ciò che fa la differenza, è ciò che conta.
Cos'è questo segno che distanzia il  te, il "Cristo Signore - χριστὸς κύριος", da ogni altro essere vivente di ogni tempo?
«Troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Esattamente l'assenza di distinzioni, se non per la povertà umana, in mezzi materiali e in relazioni ("perché per loro non c’era posto nell’alloggio"). 
Questo è il "Segno di Dio" e nessun altro.
Questo è il segno che dobbiamo cercare, Gesù mio, ancora oggi se vogliamo trovarti nella nostra vita affollata di idoli.
ciao r

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