Gesù, la tua venuta

è nelle carni dei nostri cuori, senza un tempo di attese.
Un poco giochi con la letteratura apocalittica, e con la nostra passione per le "rivelazioni finali", e un poco ci dici di stare attenti a quel che facciamo, di stare con i piedi in terra, consapevoli dei nostri ruoli nelle società in cui viviamo e nei tempi di cui ci nutriamo.
La nostra pietra e la nostra storia sono fragili.
Del tempio di Gerusalemme, ci dici, «non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Così del Palazzo di Vetro o della White House, o della Città proibita di Pechino o della basilica di san Giovanni in Laterano o di san Pietro.
Le nostre pietre sono fragili e le nostre storie ancora di più e nulla, se non l'amore di Dio incarnato nelle nostre vite, ci salva da queste distruzioni che appartengono alle nostre storie e che non concludono e non rivelano nulla.
Ascoltiamo la tua voce amante.
Lc 21,5-11
"Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». 
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo».".
Dobbiamo amare, e non andar dietro ai profeti di sventure.
Caratteristica di chi ti segue è l'amore, l'amore quieto e tranquillo, umile e generoso, di chi sa che la sua vita è affidata a Dio. E allora non teme niente. Sopratutto non teme la fragilità delle vicende umane che credono di avere nelle pietre "salde fondamenta".
La vicenda del tuo popolo, Israele, Gesù mio, dimostra che l'unico nostro saldo fondamento è il Signore Dio e il Suo Messia, Suo Figlio amato, tu, Gesù nazareno, figlio di Maria di Nazareth. Figlio di Dio.
Ninive non c'è più, Babilonia è scomparsa, la tua Gerusalemme è solo un reperto archeologico, come la Roma dove Pietro e Paolo hanno diffuso la tua Parola.
Ma Israele è sempre viva tra noi, sia nell'antico olivo piantato da Dio, sia negli innesti da olivastro che ha fatto con la tua carne e il tuo sangue.
«Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro!».
Abbiamo un solo messia, tu, e una sola Parola, quella scritta in quattro straordinari vangeli che ci hanno riportato la tua vita, la tua verità, la tua via seguendo e compiendo l'Antica Testimonianza di Dio, scritta da Mosè e dai profeti.
Non dobbiamo lasciarci ingannare, o lasciarci spaventare, né dalle catastrofi umane, né da quello che succede nella natura e nel cielo.
«Non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Dobbiamo aver fiducia in te, solo nel tuo amore che continuiamo dividere e spezzare tra di noi, come cibo d'amore, l'unico che ci porta viventi e santi davanti a Dio, salvi soltanto per la tua offerta d'amore. 
Salvi per la tua vita, la tua morte, la tua risurrezione.
Salvi nel tuo amore.
ciao r

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