Gesù è il re

l'unico che vive nell'amore di Dio, la nostra vittoria in amore.


Gesù di Nazareth, il Cristo di Dio, colui in cui si compie perfettamente l’elezione di Israele, il rabbi la cui esistenza è il solo insegnamento valido, in cui – quindi – soltanto la sua vita è verità e amore, questo Gesù figlio di Maria di Nazareth e Figlio di Dio, l’Eletto e l’Amato, il più Amato, il Diletto, messo in Croce come ribelle a Cesare e alla maestà del suo potere, questo Gesù è il re, il Signore, di ogni esistente.
Il re dell’Universo e non solo. Ascoltiamo il famoso racconto della sua intronizzazione secondo Luca.



Lc23,35-43
[Dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».”.

L’episodio del ladrone perdonato è forte, descrive e istruisce molto bene su che tipo di re è Gesù.
Infatti “Tito”, come lo chiama Fabrizio de André in una sua bella canzone, è il primo umano portato in Paradiso dietro a Gesù, e questo accade perché ne riconosce l’innocenza, e lo fa con una compassione che oltrepassa il suo dolore di condannato allo stesso patibolo, cioè lo fa con amore. E crede che quel crocifisso innocente vicino a lui è re, il re di Giuda e del Mondo.La stessa cosa la scrive, con slancio potente, Paolo di Tarso nel brano della lettera ai Colossesi, che è la prima lettura di questa domenica.
Rileggiamone alcuni passi.

Col 1,12-20
Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra,le visibili e le invisibili:
... Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.... È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
Gesù, sei re perché in te, nella tua vita e nella tua parola, si ricapitolano tutti gli esseri umani e molto di più, tutta la vita e ogni vivente.

Ma così sono ancora solo parole, mi sembrano solo parole.
La domanda diventa, allora, come si realizza questa tua regalità, Gesù, la quale esiste solo a partire da quella tua croce e dalla conseguente Risurrezione con cui Dio sigilla per l’Eternità la tua amorosa obbedienza?
La domanda è quale esempio concreto di imitazione e di obbedienza e gioia per noi c’è in questa tua regalità. Sono convinto, Gesù, che la tua regalità di Cristo e il suo senso, il suo significato, lo si capisce bene solo dall'Apocalisse. E da un brano che mi commuove sempre molto e mi coinvolge profondamente.

Ap 5,1-6
E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».”.

Ecco.
Gesù, tu sei questo re in cui si raccoglie l’intero esistente, tutto ciò che ha vissuto e vive e vivrà, a partire da chi è ultimo, da chi è privata della vita, povera di ogni felicità. Gesù, tu porti subito nel tuo regno il ladrone perché vedi e conosci in lui la capacità di leggere e scegliere l’amore, rendendo omaggio e onore a chi lo rappresenta, a te, questo rabbi di Galilea che ha fatto solo opere buone e per quelle opere buone è stato crocifisso. Attenzione, dobbiamo prendere molto sul serio le parole di questo vangelo e l’Apocalisse che ci abbiamo voluto avvicinareLa vita di quel ladro e assassino si raccoglie, in modo inatteso per lui, nella tua regalità di Cristo che vede e assapora la libertà di amare di quest’umano, fino alla fine, anche solo alla fine, magari. Noi lo ignoriamo. Ma sappiamo che in quella sua fine quel ladro trova vita e amore, lì vicino a te e con te, grazie a te, recupera tutta la sua vita di dolori e fatiche. Così il libro dei sette sigilli è il libro delle vite e delle umanità finora esistenti e che esisteranno fino a che Dio vorrà, il libro di cui solo tu ci mostri e doni il senso. È il racconto di ogni dolore e fatica, di ogni gioia e piacere, di ogni odio e amore che sanno il loro senso nell'Immensità dell’Eterno Amore, Potenza di Dio.

Nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, è in grado di aprire il libro e di guardarlo”.

Solo tu, Gesù, lo apri.
Perché sei stato totalmente obbediente all'amorePer l’amore sei stato in croce, dove hai subito il dolore e la fatica della morte e il deserto di senso, la sconfitta della tua predicazione, che hai offerti sul tuo amore a Dio e all'umano, nell'obbedienza perfetta al Suo amore. Gesù, sei re perché sei il solo che dà senso all'intera vicenda umana e della vita, e lo dai in tutti i suoi disastri e orrori, in tutte le sue felicità e gioie. Sei re perché ci mostri come questo senso nasce unicamente nella croce, luogo santo, separato e accogliente, dove tu, Gesù, esercita la sua sovranità di Risorto e di “destra di Dio”, lo spazio tempo dove il figlio di Dio e una figlia, un figlio di donna si possono liberamente riconoscere nell’amarsi.
Il leone di Giuda, il germoglio di Davide, il figlio di Dio, ci porta all'Eterno se solo riconosciamo in amore e lo scegliamo: noi ladroni consapevoli e pentiti e tu santo. Tutto questo è paradossale all'umano.
Perché ci mette in una posizione di attesa, perché tutto questo del tuo regno avverrà, deva ancora accadere, ma mentre accade già adesso nelle nostre vite. La nostra attesa è piena di preparativi e testimonianze. Siamo qui che aspettiamo il regno mentre lo costruiamo; quindi aspettiamo il tuo ritorno di Cristo, re nella tua Gloria, ma che conosciamo già perché è la Croce, lodata dalla Risurrezione che ti ha messo e ti mette, sempre, alla Destra di Dio. In te, Gesù di Nazareth, si raccoglie il senso dell’intero accadere, la gioia e la felicità di ogni diversità di amare, dove ogni differenza si raccoglie, si esalta, ti vive. Ma proprio questo è il regno dei cieli. Noi siamo le persone umane del “mentre”.
Mentre viviamo e cerchiamo, con fatica, di imitare la tua vita, mentre pecchiamo molto e facciamo del bene, forse di meno, ma sempre molto, molto bene e molto più di quanto pensiamo, noi ti aspettiamo, Gesù, tu e il tuo ritorno nella tua gloria insieme a un ladro consapevole e pentito. A molte e molti ladri consapevoli e pentite. Quel re che viene a prendere possesso del suo Regno di amore e perdono, pieno di persone e vite libere e vere, dove si vede che l’essenza dell’amare è nel perdono reciproco, nell'accoglienza della verità di ciò che abbiamo fatto e subito.
La realtà dell’amore che vive eternamente e dove patire e agire, tenerezza e pazienza, verità e giustizia si amano, insieme, viventi. Noi e te, Gesù Cristo, leone di Giuda, germoglio di Davide, re di ogni universo che incontri ogni vita di dolore e di peccato che si offre a te e la fai Dio, la salvi.
Amandola.

Ciao r

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