Tu chi sei, Gesù di Nazareth?
Sei l'amore che vive. Per me e per ciascuna di noi.
In fondo l'unica cosa che vogliamo è l'amore.
Da quello fisico (ma ogni amore è fisico, Gesù mio! se non mi tocca la carne non è amore, e lo Spirito agisce nella carne e con la carne) a quello spirituale, parola delicata, di cui non sappiamo bene i significati. E anche qui dobbiamo riconoscere che qualsiasi atto d'amore, anche il più fisico, il più limitato alla carne, è sempre anche "spirituale", ci coinvolge nell'intimo.
Tu sei la narrazione vivente di queste connessioni necessarie e libere, Gesù di Nazareth, Sposo e re, Signore e amico.
La domanda che ci fai, che hai fatto ai tuoi amici, lo dimostra: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Dio e carne, Spirito e desideri. Sai la tua missione e ne sai la solitudine, ma sai di aver bisogno del loro amore, della nostra vicinanza di carne che ti consola.
Perché l'amore, amarsi, è la libertà necessaria, la preghiera più forte.
Ascoltiamo.
Lc 9,18-22
"Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».".
Sei il Messia di Israele.
Questa è la ragione per cui i tuoi amici e le tue amiche ti seguono. Perché sei bellissimo e sei bellissimo perché sei il Messia, il figlio di re David, inviato a Israele per la sua libertà. Questa loro certezza era fuori discussione, anche se poi i tuoi amici e le tue amiche non sapevano "cosa" avrebbe fatto il loro Messia, e "come" avrebbe manifestato la sua regalità.
Non sapevano che era su una croce.
E tu li avverti, perché dopo se ne ricordino, dopo, nella vita della tua risurrezione, quando esci vittorioso dalla morte e risorgi nel seno del Dio Genitore e per la nostra vita.
«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
La tua regalità, Gesù, è solo amarci.
Rendici come te, Signore, abili solo ad amare, a fare amore.
ciao r
In fondo l'unica cosa che vogliamo è l'amore.
Da quello fisico (ma ogni amore è fisico, Gesù mio! se non mi tocca la carne non è amore, e lo Spirito agisce nella carne e con la carne) a quello spirituale, parola delicata, di cui non sappiamo bene i significati. E anche qui dobbiamo riconoscere che qualsiasi atto d'amore, anche il più fisico, il più limitato alla carne, è sempre anche "spirituale", ci coinvolge nell'intimo.
Tu sei la narrazione vivente di queste connessioni necessarie e libere, Gesù di Nazareth, Sposo e re, Signore e amico.
La domanda che ci fai, che hai fatto ai tuoi amici, lo dimostra: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Dio e carne, Spirito e desideri. Sai la tua missione e ne sai la solitudine, ma sai di aver bisogno del loro amore, della nostra vicinanza di carne che ti consola.
Perché l'amore, amarsi, è la libertà necessaria, la preghiera più forte.
Ascoltiamo.
Lc 9,18-22
"Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».".
Sei il Messia di Israele.
Questa è la ragione per cui i tuoi amici e le tue amiche ti seguono. Perché sei bellissimo e sei bellissimo perché sei il Messia, il figlio di re David, inviato a Israele per la sua libertà. Questa loro certezza era fuori discussione, anche se poi i tuoi amici e le tue amiche non sapevano "cosa" avrebbe fatto il loro Messia, e "come" avrebbe manifestato la sua regalità.
Non sapevano che era su una croce.
E tu li avverti, perché dopo se ne ricordino, dopo, nella vita della tua risurrezione, quando esci vittorioso dalla morte e risorgi nel seno del Dio Genitore e per la nostra vita.
«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
La tua regalità, Gesù, è solo amarci.
Rendici come te, Signore, abili solo ad amare, a fare amore.
ciao r
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