La libertà di Dio è amare,
la nostra libertà è farci amare amando.
Ma non è, Gesù, che tra "amare" e "farsi amare" ci sia questa differenza.
La differenza tra "amante" e "amata" non è così ovvia, nonostante gli oltre tremila anni di tradizione letteraria umana erotica e amorosa.
Anzi, proprio per questa tradizione che non conosco e di cui non so i significati e i passaggi.
Oggi so che in questo passaggio di Luca c'è quella «porta stretta» che è sempre così presente alla mia offerta a te di questi miei peccati, l'unica proprietà di cui dispongo davvero per dare l'amore che sono alla grandezza del tuo amarmi.
Mio Signore e mio Dio.
Lc 13,22-30
"[Gesù] passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».".
Insieme ad "amante" e "amata", l'altra cosa sempre presente alla mia vita con te, Gesù, in questo brano di Luca è quella relativa a "molti e pochi" e a cosa significhi.
Ma percorriamo il brano.
Stai operando nel nome di Dio e stai facendo vedere che la sofferenza e il dolore vanno affrontati quando li si incontra. Spieghi cos'è il regno di Dio dopo che l'hai mostrato operante nella sua libertà di dare la vita, anche se è sabato.
Dio agisce sempre, anche ora, dici in Giovanni.
La nostra libertà di amare e agire dipende da questo «agire anche ora», cosa che qui in Luca prende il tono della porta stretta.
«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno».
Molti e pochi, in questo brano, non è una indicazione quantitativa, per cui in Paradiso saremo in "pochi eletti", una sorta di club elitario di chi ha "ben meritato" e ha superato tutte le prove che tu hai mandato per vedere se c'era bravura davvero o era solo che le cose gli venivano facili.
Non è così.
Molti e pochi è sulla porta stretta da cui dobbiamo passare, una a una e senza spingere o impedire l'ingresso. Occorre essere capaci di agire secondo ciò che ti viene incontro della vita. E non perché sia una occasione o una tentazione che tu ci mandi, Gesù. Ma perché in ogni sofferenza che incontriamo ci sei tu, e c'è Dio, anche se quella sofferenza è iniqua, anche se è capace di ingiustizia e violenza. Dobbiamo aiutare e agire sempre, come fa Dio, Genitore di tutte e tutti.
Infatti è proprio questa la porta stretta da cui dobbiamo passare per essere nella tua libertà di amare.
Infatti la prosecuzione della tua ammonizione esclude ogni certezza di salvezza che possa provenire solo da condizioni umane.
«Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.».
Nel parallelo di questo brano in Matteo (Mt 7,22) parli di chi afferma di aver profetato e di aver fatto miracoli in tuo nome. La tua risposta è netta e ci deve far riflettere con timore e tremore (Fil 2,12), e con speranza, che dobbiamo stare nella vita come persone amate dall'amante che le ama oltre se stessa e le conduce a sé nella vita che fanno, non in una ipotetica vita diversa e più perfetta.
Dove la porta stretta si attraversa solo quando in questa vita accetto e scelgo l'amore, l'amante, che mi trovo davanti senza giudicare, ma provando a fare il bene, cioè ad amare.
Salvandomi solo perché sono un dono di salvezza senza alcun merito mio.
Un tuo dono di salvezza dove tu operi, senza merito mio.
ciao r
Ma non è, Gesù, che tra "amare" e "farsi amare" ci sia questa differenza.
La differenza tra "amante" e "amata" non è così ovvia, nonostante gli oltre tremila anni di tradizione letteraria umana erotica e amorosa.
Anzi, proprio per questa tradizione che non conosco e di cui non so i significati e i passaggi.
Oggi so che in questo passaggio di Luca c'è quella «porta stretta» che è sempre così presente alla mia offerta a te di questi miei peccati, l'unica proprietà di cui dispongo davvero per dare l'amore che sono alla grandezza del tuo amarmi.
Mio Signore e mio Dio.
Lc 13,22-30
"[Gesù] passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».
Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.
Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».".
Insieme ad "amante" e "amata", l'altra cosa sempre presente alla mia vita con te, Gesù, in questo brano di Luca è quella relativa a "molti e pochi" e a cosa significhi.
Ma percorriamo il brano.
Stai operando nel nome di Dio e stai facendo vedere che la sofferenza e il dolore vanno affrontati quando li si incontra. Spieghi cos'è il regno di Dio dopo che l'hai mostrato operante nella sua libertà di dare la vita, anche se è sabato.
Dio agisce sempre, anche ora, dici in Giovanni.
La nostra libertà di amare e agire dipende da questo «agire anche ora», cosa che qui in Luca prende il tono della porta stretta.
«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno».
Molti e pochi, in questo brano, non è una indicazione quantitativa, per cui in Paradiso saremo in "pochi eletti", una sorta di club elitario di chi ha "ben meritato" e ha superato tutte le prove che tu hai mandato per vedere se c'era bravura davvero o era solo che le cose gli venivano facili.
Non è così.
Molti e pochi è sulla porta stretta da cui dobbiamo passare, una a una e senza spingere o impedire l'ingresso. Occorre essere capaci di agire secondo ciò che ti viene incontro della vita. E non perché sia una occasione o una tentazione che tu ci mandi, Gesù. Ma perché in ogni sofferenza che incontriamo ci sei tu, e c'è Dio, anche se quella sofferenza è iniqua, anche se è capace di ingiustizia e violenza. Dobbiamo aiutare e agire sempre, come fa Dio, Genitore di tutte e tutti.
Infatti è proprio questa la porta stretta da cui dobbiamo passare per essere nella tua libertà di amare.
Infatti la prosecuzione della tua ammonizione esclude ogni certezza di salvezza che possa provenire solo da condizioni umane.
«Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.».
Nel parallelo di questo brano in Matteo (Mt 7,22) parli di chi afferma di aver profetato e di aver fatto miracoli in tuo nome. La tua risposta è netta e ci deve far riflettere con timore e tremore (Fil 2,12), e con speranza, che dobbiamo stare nella vita come persone amate dall'amante che le ama oltre se stessa e le conduce a sé nella vita che fanno, non in una ipotetica vita diversa e più perfetta.
Dove la porta stretta si attraversa solo quando in questa vita accetto e scelgo l'amore, l'amante, che mi trovo davanti senza giudicare, ma provando a fare il bene, cioè ad amare.
Salvandomi solo perché sono un dono di salvezza senza alcun merito mio.
Un tuo dono di salvezza dove tu operi, senza merito mio.
ciao r
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