Il talenti dell'Amore

sono le nostre vere ricchezze.

Che cosa ci portiamo dietro, oltre la tomba, in quel "bel paradiso" di cui parlava Teresina tua, di Lisieux, e che cosa vale per noi nell'Eterno a cui ci assegni.
Solo ciò che può essere donato e a cui siamo capaci di dare la qualità del dono. Senza badare al merito, ma solo al dono. Come Dio che fa piovere e manda il sole sui buoni e sui cattivi, come una prostituta che da amore a chi la paga e non alle intenzioni, alla bontà o alla cattiveria di chi la paga. Tu ce l'hai detto in ogni modo e in ogni salsa. Dobbiamo essere dono per chi è attorno a me e senza badare al merito, perché a me è stato dato, o tolto, senza merito e senza merito dev'essere, è, anche tutto quello che io faccio. Moltiplicare l'amore, non i miei profitti dell'amore. Moltiplicare Dio, non il mio uso di Dio.
Mt 25,14-30
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”
».



Nei giorni scorsi, Gesù lo sai, è morta una bambina di nove anni. Non è l'unica, lo so.
Secondo l'Unicef nel 2017 sono morti 6,3 milioni di bambini prima dei cinque anni, 1 ogni 5 secondi, e per le più diverse ragioni, ma tutte legate al fatto che le risorse del pianeta sono usate da una minoranza della popolazione umana.
Nel 2017 un bambino nato in Africa sub-sahariana o in Asia meridionale ha avuto una probabilità nove volte maggiore di morire nel primo mese di vita di un bambino nato in un'area sviluppata. E solo perché è nato lì.
Nello Yemen, terra meravigliosa che tu ami ed è distrutta oggi da demoni umani e dalle loro furie, 

sono morti 85.000 bambini di fame a causa della guerra, più gli altri morti di guerra o feriti irreparabilmente.
Ma potrei continuare con il lavoro minorile e con lo sfruttamento sessuale dell'infanzia, tema difficile e che coinvolge tanti che hanno seguito la tua strada.


Ma qualche giorno fa è morta una bambina di un cancro che all'età di nove anni l'ha uccisa in pochi mesi. Questa bambina è vissuta nell'amore, come tante altre e altri suoi coetanei nel mondo, ed è stata riempita di doni finché tu non l'hai accolta nel tuo "bel paradiso" con tutte le bambine e i bambini morti insieme a lei.
Ci tengo a ricordarla, perché in lei c'è la cosa che oggi mi risuona forte di questa tua bellissima e dura parabola dei talenti. 
Dobbiamo moltiplicare l'amore, dividerlo e farlo crescere da ogni pezzetto o briciola d'amore che ci viene data usando e moltiplicando ciò che abbiamo avuto e non tutti abbiamo avuto lo stesso. 
Qualcuno ha avuto cinque talenti e qualcuno ne ha avuto uno, ma tutti devono moltiplicare quest'amore ricevuto gratuitamente, e nelle loro condizioni, non in altre scelte a tavolino.
Qui e ora dobbiamo far guadagnare amore a Dio, l'unica ricchezza di cui la Potenza ha bisogno e che desidera ardentemente.
«Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”». 
Aiutaci a moltiplicarti, Gesù, senza limiti etici e senza regole di ingaggio. Solo per amore, solo in amore, solo con amore.
ciao r


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