Il Corpo di Dio

è la nostra vita, la Sua Santità nell'amore che ci dona.
Che cos'è il "Corpus Domini", Gesù?
È la festa del nostro orgoglio di Chiesa cattolica romana? 
È la festa della Eucaristia, cioè del tuo ringraziamento buono e bello a Dio Genitore per la tua vita incarnata di Gesù di Nazareth, Corpo e Sangue di Dio tra di noi? Tu, Sua Opera d'Amore.
Ecco, forse posso partire da qui, Gesù, se tu mi prendi per mano e mi guidi.
Perché tu e solo tu sei l'Opera di Dio.
Tu, Gesù di Nazareth:
concepito da Maria di Nazareth per opera dello Spirito Santo e della sua libera accoglienza di donna;
riconosciuto da Giuseppe di Betlemme come suo figlio, quindi figlio di re David; 

Χριστός (māšīāḥ  משיח) di Israele e dell'umanità intera, cioè Unto  e riconosciuto da Dio come Suo figlio e Suo inviato.
Tu, Gesù, vivo nella tua Chiesa di tante differenze, di tutti i corpi di umane e umani che ti seguono e ti ascoltano, tu sei il Corpo e Sangue di Dio, sempre vivi e offerti in amore a noi per la vittoria, in noi e tra noi, dell'Amore Immenso e della Sua Umile Potenza.
Ascoltiamoti.
Lc 9,11-17
"Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste
".



Tre momenti sono centrali in questo brano di Luca.
Il folto gruppo di persone che ti segue e i loro bisogni.
Chi provvede a questi bisogni. Spezzare e dividere quel che si ha.
Sono temi antichi dell'umanità.
In un folto gruppo umano (5000 maschi adulti sono almeno 10.000 umani di ogni età e sesso, ma probabilmente di più) chi provvede a dare da mangiare, visto che è difficile che ciascuno provveda a se stesso e molti non possono farlo?
C'è un proverbio sardo antico, non so quanto influenzato dalla tua parola, Gesù.
"In su bucconi spartìu, s’angelu s’inci sezziri".
Nell'unico boccone che viene diviso tra più persone, "si siede l'angelo", cioè si siede Dio stesso nella figura di un suo inviato, di un suo ἄγγελος (anghelòs, messo, messaggero, ma anche annuncio e notizia).
Dov'è la tua differenza, Gesù? In che senso questo vangelo ci chiama alla festa di te come Corpo e Sangue di Dio realmente e sempre presente tra noi?


Ti dicono, i tuoi amici più stretti: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Ragionevole.
Non possiamo nutrirli e abbiamo già fatto molto per loro e vedrai che sanno organizzarsi, nessuno resta solo o a digiuno.

Ma tu, Gesù, non hai fatto altro che badare a loro. 
Hai parlato loro del regno di Dio, li hai curati e guariti, non puoi semplicemente mandarli via. 
Ti premono, una a uno. 
«Voi stessi date loro da mangiare». 
Crederti e seguirti, Gesù, significa mettersi nei guai, perché ci chiedi cose che non possiamo fare, ma che sono le uniche che riusciamo a fare, ma solo se ci fidiamo di te. Se ti amiamo.
Il terzo momento è fondamentale e tu lo fai tre volte in Luca.
La prima è qui, in questo episodio.
«Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla».
La seconda quando spezzi il pane dell'ultima cena ("Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me»." Lc 22,19), 
la terza con i discepoli di Emmaus cui restituisci la speranza e l'amore ("Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro" Lc 24,30).
La tua presenza è nell'Eucaristia, nel tuo Corpo e Sangue di cui cerco di nutrirmi ogni giorno. Ma questa presenza è vera e reale perché noi ti seguiamo e, quindi, noi stessi "diamo loro da mangiare", chiunque siano questi "loro" che tu ci metti davanti.
Perché il Corpo e il Sangue di Dio che sei tu, Gesù Sposo, sono realmente presenti tra noi nella nostra azione di spezzarti e di dividerti con chi è privo di te, e di pane e di vita.
E solo nella realtà della divisione delle nostre vite tra tutti possiamo accedere a quell'amore che non ha mai fine.
Il tuo Corpo e Sangue.
ciao r




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