La misura dell'amore
è la sua giustizia: il perdono, cioè.
Bisogna perdonare, e di cuore, con tutta la nostra intimità partecipe e lieta del perdono che ci viene regalato e regaliamo.
Bisogna: è necessario per la vita e l'amore.
Ma per noi è difficile, tanto che abbiamo misurato la tua risposta e qualcuno ha preteso di contare 490 volte di perdono, quando a noi è impossibile la prima. Aiutaci, e innanzitutto aprendo il nostro cuore all'amore di ascoltarti, di farti entrare in noi.
Mt 18,21-35
"Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».".
La parabola, Gesù mio, illustra benissimo cosa significa la tua risposta a Pietro: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che...».
Il nostro debito con Dio Amore è, per noi, inconcepibile.
10.000 talenti d'oro sono - a prezzi attuali - circa 370 milioni di euri o di dollari. Un debito, appunto, solo inconcepibile, e specie ai tuoi tempi, Gesù.
Cento denari, invece, è un anno di lavoro di un salariato agricolo, un debito alla portata di tutte le persone.
Ma in questa differenza sta il nostro male. Vediamo le nostre proporzioni e non vediamo, né accettiamo, le tue misure.
La vita di santa Giuseppina Bakhita ci fa capire questa distanza.
Tu, Signore Immenso nell'Amore, calcoli ciascuna lacrima, e le asciughi tutte, una per una. Noi - bene che ci vada - andiamo a statistiche e a grandi ragionamenti storici dove il dolore si perde.
Aiutaci a stare nel tuo Perdono, Signore, aiutaci a lasciare spazio a Gesù, tuo Figlio e mio Sposo, perché renda il mio cuore simile al tuo.
Così che io non possa più vivere senza perdono.
ciao r
Bisogna perdonare, e di cuore, con tutta la nostra intimità partecipe e lieta del perdono che ci viene regalato e regaliamo.
Bisogna: è necessario per la vita e l'amore.
Ma per noi è difficile, tanto che abbiamo misurato la tua risposta e qualcuno ha preteso di contare 490 volte di perdono, quando a noi è impossibile la prima. Aiutaci, e innanzitutto aprendo il nostro cuore all'amore di ascoltarti, di farti entrare in noi.
Mt 18,21-35
"Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».".
La parabola, Gesù mio, illustra benissimo cosa significa la tua risposta a Pietro: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che...».
Il nostro debito con Dio Amore è, per noi, inconcepibile.
10.000 talenti d'oro sono - a prezzi attuali - circa 370 milioni di euri o di dollari. Un debito, appunto, solo inconcepibile, e specie ai tuoi tempi, Gesù.
Cento denari, invece, è un anno di lavoro di un salariato agricolo, un debito alla portata di tutte le persone.
Ma in questa differenza sta il nostro male. Vediamo le nostre proporzioni e non vediamo, né accettiamo, le tue misure.
La vita di santa Giuseppina Bakhita ci fa capire questa distanza.
Tu, Signore Immenso nell'Amore, calcoli ciascuna lacrima, e le asciughi tutte, una per una. Noi - bene che ci vada - andiamo a statistiche e a grandi ragionamenti storici dove il dolore si perde.
Aiutaci a stare nel tuo Perdono, Signore, aiutaci a lasciare spazio a Gesù, tuo Figlio e mio Sposo, perché renda il mio cuore simile al tuo.
Così che io non possa più vivere senza perdono.
ciao r
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