Conoscerti Gesù, conoscerti

come Dio Figlio di Dio.

Mi sembra che diamo per scontate troppe cose: 
"Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme".




La prima cosa che diamo per scontata sei tu, Gesù, Sposo d'amore.
Ci sei, sei nato, ogni anno festeggiamo il tuo Natale e segniamo gli anni con la tua nascita. Sono già 2019.
Ma non è ovvio che tu ci sei, e meno ovvio ancora è che tu sei davvero il Dio incarnato. E che ancora abiti tra noi e ci conduci all'Amore, al Dio che tu chiami Padre.

La seconda cosa che diamo per ovvia è la nostra convinzione di essere noi i primi, i migliori, perché siamo noi che ti seguiamo.
Noi sì che ti abbiamo capito! Noi ti seguiamo davvero! Perfino ti precediamo!
Andiamo a messa tutti i giorni e facciamo tutte le preghiere che ci hai raccomandate. Siamo bravi, G
esù, non è vero?
Forse. 
Forse siamo bravi, Gesù, ma ogni volta che ascolto questo vangelo di Matteo penso che stiamo sbagliando molto. Se poi lo confronto con altri episodi, (Lc 23,39-43 solo come esempio) mi vengono i brividi. 
Davvero dobbiamo solo ascoltarti con timore e tremore, e cercare di essere come te. Lasciarti fare di noi ciò che vuoi.


Mt 2,1-12
"Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
"




Abbiamo trasformato la splendida comunicazione evangelica di Francesco d'Assisi in una sognante favoletta disneyana, e abbiamo ridotto questo durissimo brano del Vangelo di Matteo a una "utile menzogna", una invenzione narrativa abile a farci capire che tu, Gesù mio, sei il Re dei re. Infatti abbiamo trasformato i "Magoi" di Matteo in Re Magi e li abbiamo forniti di schiavi e cammelli. 
Ma così dimentichiamo il cuore pulsante di questo brano, quel cuore che serve a capire la parola "Epifania".
Tu sei qui come Dio Incarnato, e lo sei fin da bambino. 
Inerme, "avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia" (Lc 2,12b), che riposa in una stalla-grotta (o in una abitazione povera) e dove questi curiosi personaggi vengono a farti visita e a renderti onore.

Qual'è il punto, Gesù?
La tua presenza e il tuo amore sono la sola garanzia per noi che cerchiamo di seguirti. Ma la tua presenza e il tuo amore chiedono coraggio e costanza, pazienza e determinazione. Come i magi, appunto.


Tre sono le cose che caratterizzano i magi.
Vengono da lontano (da oriente a Gerusaleme), non si intimidiscono di fronte a nessuno senza vergognarsi della loro ricerca («Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo»), sanno ascoltare e leggere la realtà in cui vivono (Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese).

Lasciamo stare i tre doni che ti fanno. Sono l'onore che danno alla tua realtà di Dio Incarnato.

È il loro atteggiamento che interessa.
Sono tre studiosi, tre "scienziati" dell'epoca, che arrivano da lontano, dall'Iran o dall'India o dall'Afganistan . Sono astrologi e sanno individuare una stella e seguirla con pazienza e coraggio, tra terre difficili, dove c'era una guerra millenaria in atto tra Roma e i regni dell'Iran, fino ad arrivare a una città per loro ignota, e lì cercare qualcuno di cui nulla sapevano.


Ecco, niente di quello che noi chiamiamo "religione" appartiene a questi scienziati curiosi che arrivano fino a te e ti riconoscono re e Dio. Sono solo umani che sanno ascoltare i segni d'amore e di gioia che arrivano fino a loro e sanno mettersi in cammino per confrontarsi con la fonte di questi segni.


Abbiamo anche noi questa capacità? o siamo ormai chiusi nella morte dell'egoismo?
Sappiamo cercare l'amore, senza farci fermare o ingannare dai "re Erode" di turno alla mensa degli assassini? Restando liberi di amare come te. 
Piccolo re Dio, in fasce, povero, ignorato dai potenti o cercato solo per essere ucciso, Gesù Amore, nato dall'Amore vivente incarnato in Maria, tua madre.

La libertà di amare che ci fa vivere.



ciao r






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