Solo Dio è

il più grande e soltanto il Dio Genitore è umile.


 
L’episodio descritto nel tuo Vangelo, Gesù, può essere capito meglio se gli mettiamo vicino, come fa la liturgia della tua Chiesa di Roma, un famoso brano della lettera di Giacomo. 
 Giac 3,16-4,3
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni”.


Siamo pieni di liti, con noi stessi, con Te, con altri umani.

Desideriamo e non sappiamo come soddisfare questi desideri e neppure sappiamo perché dovremo soddisfarli.

Anche il rapporto tra di noi e con Te nella sequela del tuo amore, come pecore di un unico gregge, è pieno di liti e di guerre.

Sembra che nulla possa aiutarci a cambiare comportamento.

Allora siamo perduti? Non riusciremo mai a salvarci?

No.

Sei venuto tu, Gesù Signore, a salvarci e tu sapevi e sai benissimo chi sono le persone che salvi, cosa sono queste pecorelle che ami appassionatamente e per le quali ti sei incarnato e ti sei fatto uccidere.

Per le quali sei risorto, perché la morte non poteva tenerti, perché tu sei vita.

Questo brano di Vangelo ci fa vedere e sentire, ci dice, che tu sai bene chi siamo e come siamo fatti.

Ma che ci salvi, perché ci ami, anche se vuoi un piccolo aiuto da parte nostra. Piccolo davvero, anche se a qualcuno sembra impossibile.

Ascoltiamo la tua Parola.

Mc 9,30-37
Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Tre passaggi sono importanti.

attraversavano la Galilea, ma egli (Gesù) non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli...”.

Il primo passaggio è questo vostro andare “in incognito”, senza che si sapesse che eravate lì, in quel particolare posto, cioè senza alcun insegnamento pubblico. Siamo al capitolo nove di Marco e stiamo registrando una serie di fallimenti dei tuoi discepoli.

Il brano che precede questo Vangelo è l’episodio che segue la Trasfigurazione, cioè il bambino posseduto da uno spirito muto e che i tuoi discepoli non possono scacciare perché serve preghiera, cioè fede.

Dopo quella guarigione e il connesso rimprovero sulla mancanza di fede e preghiera tra di noi, intanto che tornate a Cafarnao ti ritiri con i tuoi discepoli.

Questo ritorno nascosto ci porta direttamente al secondo passaggio che trovo in questo tuo Vangelo.

Il vostro camminare riservati infatti serve a darti l’occasione per istruire, meglio, per provare a istruire i tuoi discepoli su quello che sta per accadere.

«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

Dai a loro il durissimo messaggio della tua sconfitta, che poi è l’unica vittoria che ti sei concessa, e i tuoi discepoli non capiscono, sono intimoriti da te e si distraggono; così parlano d’altro tra loro. Tu sei irraggiungibile, gli sembra, e allora tanto vale parlare di ciò che conoscono. Di Te come ti vedono e ti hanno capito.

Infatti ti vedono in un certo modo e da quel modo non escono: sei il messia di Israele e il messia di Israele deve fare alcune cose. Per esempio scacciare i romani e restaurare il Regno di Israele con tutti gli annessi e connessi.

E già ti vedono, Gesù, come Re con porpora e trono che cammina per tutta Israele libera. Saresti uno splendido re, Gesù, per davvero!

E già si vedono attorno a te a condividere la tua gloria.

Loro hanno timore di interrogarti perché li intimidisci, e chiacchierano di Te.

Ma tu li conosci, personalmente e individualmente, perché li ami. Li hai e le hai scelte e sai cosa sta succedendo.

Il terzo passaggio è quando finalmente arrivate a Cafarnao ed entrate in casa.

Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano.
Qui i tuoi discepoli mi fanno simpatia e tenerezza. Perché si vergognano di essersi distratti e di essersi messi a discutere di chi, tra loro è il più grande.

Ma anche tu mi fai tenerezza, Gesù, perché devi togliere loro quelle buffe idee che hanno in capo su di te e loro stessi e su quello che state facendo.

Allora li affronti subito, con dolcezza, nella prima stanza di quella casa di Cafarnao dove vivete, stai in piedi davanti a loro e gli fai la domanda più semplice: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».

E loro zitti. Si vergognano.

Anche noi rischiamo di stare zitti al momento giusto, davanti a te, nell’istante del nostro passaggio.

Di cosa abbiamo discusso per la nostra strada? Mentre facevamo la nostra vita, di che cosa ci siamo occupati? Cosa abbiamo fatto di Te mentre eravamo per strada? Ti abbiamo accolto? O ci siamo occupati di chi è il più grande, tra noi.

Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande”.

Già. L’hanno fatto loro e noi non lo facciamo mai. Abbiamo capito la lezione.

Già.

È più grande papa Ratzinger o papa Bergoglio?

È meglio don A o don B?

Sono migliori i Gesuiti o i Cappuccini?

I poveri italiani li aiuto, purché stiano al loro posto.

I poveri africani li aiuto a casa loro, ce l’avranno una casa! Che ci stiano.

Gli immigrati dalla Siria ci vanno bene ma dall’Africa no, sono neri. In ogni caso mai gli zingari, non sono mai felici.

Io sono più bravo di te nella preghiera e nell’ascolto di Dio; adesso ti faccio da guida e maestro, così poi mi riconosci come più bravo di tutti e mi segui dove voglio io. Io sono il più grande.

Anche davanti alla maestà di Dio? Anche davanti a te crocifisso, Gesù mio?

Appunto.

«Di che cosa stavate discutendo per la strada?».

Possiamo solo star zitti e guardare in terra. Aspettando che tu ci aiuti, Gesù.


E tu ci aiuti e ancora una volta, con un messaggio che è presente in te numerosissime volte, che non ti stanchi mai di ripetere.


Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Infans è latino e viene dal greco phèmi, che significa “io parlo”.

Quindi infans, infante è chi non parla, un bambino è chi non parla.

Infatti un bambino deve ancora imparare tutto, nulla sa.
Che significa “
preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse”?

La cosa che sento che significa è che il nostro bisogno di mettere al centro della nostra vita, di ciascuno di noi, chi è “piccolo” come una bambina, chi è infans e non parla, non ha parole né per chiedere aiuto né per essere un potere.

Chi è così debole e povero da non essere in grado di parlare.

Dobbiamo ascoltarTi quando ci dici di mettere al centro un bambino.

Abbiamo bisogno di essere servi del molto poco. Servi di chi è inutile per essere grandi nel mondo. Questa è l’unica indicazione di grandezza che ci dai.

Dobbiamo esserne del tutto certi.


Il centro della TUA “Chiesa di Cristo”, qualsiasi configurazione dottrinale abbia e qualunque corredo liturgico usi, comunque si proclami, se questa Chiesa è veramente TUA, Gesù, questo centro è preso, occupato da una bambina che tace e sorride.

Un essere che non ha valore di mercato, ma solo di bellezza e di amore davanti a Dio. Amato da quel Dio che amore che aspetti amanti che lo amino.

Amanti come te e insieme a te, Gesù.

Il più amato, il Testimone Fedele.

Siamo capaci di questa semplicità? Di questo passo nel poco?

Aiutaci a farlo, Gesù.

Ciao r

 

 

 

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