Il Signore è la libertà

di chi è oppresso, di chi è stanca, di chi è violata nella sua vita. Il Signore sostiene chi ama.

Bisogna ricordarsi di cosa ci dici nella tua Parola, Signore, tu che rimani fedele al tuo amore lungo tutti i secoli e i luoghi, dentro tutto il nostro spaziotempo.

Bisogna ricordarsene e ringraziarti, perché solo così diventiamo consapevoli della tua presenza tra di noi e del nostro bisogno di te.

Lo dice, proprio questa domenica, uno dei salmi più belli di tutta la tua Parola: il 145.

"Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione
.

Questo è il primo passo. Tenere sempre attivo il tuo amore, sapendo che questo tuo amarci è l'unica fonte della libertà. Quella libertà che è vita.

Un passo che dobbiamo sempre fare, ogni volta che ci fermiamo per ascoltarti. Quando ci riuniamo per spezzarti e mangiarti in tuo figlio, il nostro bellissimo Gesù di Nazareth, il tuo Cristo. Nel suo Vangelo.

Mc 7,31-37
"Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!»."

Tre punti, semplici, Signore.

Il primo è che Gesù e i suoi amici e amiche non sono in Israele, ma fuori, nella Decapoli. Oltre la Galilea delle genti.

Il secondo punto è che questo miracolo Gesù lo fa da solo, a tu per tu con la persona sofferente.

Il terzo punto è ciò che di questa persona sofferente viene guarito e come viene guarito.

Gesù sta arrivando da Tiro, in Fenicia, e va verso la Galilea, in Israele. Passa per la Decapoli, territorio greco-romano e abitato anche da ebrei.

Pure lì ne conoscono la fama e gli portano un sordomuto.

Il sordomuto è una persona che non riesce a parlare perché non è in grado di ascoltare. E se non ascoltiamo non parliamo.

Il contesto ci dice che Gesù sta operando oltre Israele.
Ha appena accettato la replica piena di fede di una donna siro-fenicia alla sua dura risposta contro la richiesta di un intervento per la figlia oppressa dal male.

"Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli».". (Mc 7,27-28)

Non sappiamo chi sia questo sordomuto. Magari è un ebreo che vive nella Decapoli. Magari è un greco, o un siro, o un arabo. Non lo conosciamo.
Sappiamo soltanto che è uno che soffre, disprezzato e isolato, uno che potrebbe fare una vita normale se solo potesse sentire.

Gesù lo fa sentire, lo mette in grado di ascoltare. E quindi gli scioglie anche la lingua, lo fa parlare.

Ma questo miracolo è uno di quelli che Gesù fa da solo, Signore. Prende il sordomuto e va lontano dalla folla, gli mette le dita negli orecchi, ne bagna la lingua con la sua saliva, alza gli occhi al cielo, sospira, dice il comando di guarigione.

Sette azioni, per una guarigione importante.
Non fa soltanto sentire un sordo e parlare un muto. Restaura la giustizia in un giro di relazioni. Perché il sordomuto è trattato da scemo anche se non è affatto scemo. La guarigione opera profondamente e il cieco parla correttamente. Non è più uno scemo che pronuncia suoni goffi, è uno di noi.

Quindi ciò che Gesù guarisce di questa persona è la vita, non solo o non tanto un difetto fisico.

Come dice il salmo, Gesù opera nella vita di ciascuno di noi per darci la libertà di amare, ascoltando altri esseri umani e viventi e comunicando con loro.

Per fare questo ha bisogno di tempo e di riservatezza.
Gesù ci deve incontrare personalmente, una a uno. Ci deve toccare, comunicare, afferrare nelle nostre corporeità, perché solo così la sua azione agisce nel profondo di ciascuno di noi e ci permette di essere libere e liberi di amare.

Così dovremo fare ciascuna e ciascuno di noi. Sapendo che non è a noi che spetta la valutazione che riceve Gesù; a noi spetta il perdono reciproco che nasce da quello che viene da Te, Signore, e ci guarisce dalle nostre sordità, dal nostro mutismo osceno.

«Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

ciao r



 



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