La tua carne, il tuo sangue

e il tuo annuncio d’amore, Gesù.

Domenica straordinaria, dove tu arrivi al cuore stesso della tua Parola, del messaggio per cui ti sei incarnato e sei vissuto, libero e buono, tra di noi.
Questo è l'annuncio del tuo legame profondo e intimo con quel Dio che chiami Padre e dal cui amore tu dipendi e discendi.
L'annuncio del tuo percorso tra di noi e del suo valore infinito. Qui, nel vivo della tua Parola, vivere in Dio e fare la sua volontà significa mangiarti, nutrirsi di te. Significa vivere l'amore con te nella sua intimità più radicale e assoluta. Ascoltiamo la tua voce.

 

Gv 6,41-51
I Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
”.

 

«Non mormorate tra voi.[...] In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. [...] Io sono il pane vivo, disceso dal cielo».

Ma non sei il figlio del falegname? Non sei quello nato da Maria di Nazareth? Non sappiamo tutto di te?

Sì, certo. Eppure non sappiamo nulla, di te.
L'unica cosa che davvero sappiamo è che sei l'annuncio della "bella notizia", quel vangelo che ci hai dato e che è tale per cui tutta la nostra vita viene cambiata.

Così qui tu ci dici che se ti mangiamo e ci nutriamo di te, allora viviamo di Dio e siamo dentro il suo amore. Ci dici che solo così siamo nella realtà dell'amore vivente tra di noi.

Ma allora che cosa significa: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo»? Lo dici subito dopo.

«Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Tu sei venuto a dare al mondo la vita, a restituirci la strada per arrivare a Dio e arrivare ad essere parte del suo amore. Tu sei venuto alla nascita in noi di quella libertà di amare, perduta dentro l'orgoglio di pensarci indipendenti da Dio, lontani da quell'amore che ha creato il mondo.
Ma sei tu, sei tu stesso questa strada di riunione a Dio.

Quindi seguire la tua strada significa seguirti e amarti. Significa vivere come tu hai vissuto, farsi carne e sangue d'amore come tu ti sei fatto carne e sangue d'amore.

Ma questa strada che sei tu la possiamo seguire solo se ci identifichiamo in te in modo così forte che "ti mangiamo", che ci nutriamo di te e ci mettiamo nella libertà del tuo amarci.


Per essere pronti alla nascita in Dio e a liberarci da quella morte e da quell'odio che rende così faticosa e dolorosa questa nostra vita senza di te, e la rende così bella in te e con te. Nostro cibo d'amore. Perché solo tu sei la libertà di amare.

 

ciao r



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