Nostra patria è Dio,

solo Dio Madre e Padre, accogliente amore umile.

Ti meravigli delle nostre incredulità, Gesù, esattamente come ammiri le nostre fedi.

Ci sono persone che sono convinte di conoscerti, di sapere tutto di te, che pensano di "averti capito". Queste persone non ti vogliono. Come al tuo villaggio, alla tua patrìa, tu sei ancora "quello lì", e lo resterai per sempre. La vita che si stringe attorno a te non li colpisce, e la tua umiltà e mitezza non li trova. Loro non ti credono.


«Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?». 

Sanno tutto di te, non puoi sorprenderli. La vita non li meraviglia più, loro sanno già tutto quello che c'è da sapere sulla vita e le sue meraviglie. Sono persone prive di stupore e di accoglienza.

Ascoltiamoti, Gesù, in questa narrazione severa e addolorata.

Mc 6,1-6

"Gesù venne nella sua patrìa e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patrìa, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando
".

«Ed era per loro motivo di scandalo».
Sei ancora motivo di scandalo, e per le stessa ragioni di allora.
'Li conosciamo i tipi come questo Gesù, sempre al centro dell'attenzione'.
'Ma chi si crede di essere?'.
'Ma davvero non penserà di colpirci? di farci vedere chissà quale prodigio?'.
E così via dubitando e spettegolando. 'Mi ricordo ancora, avrà avuto cinque anni... ma era cattivo! la madre, povera Maria, sempre dietro a lui!'.

Occorre avere fede per accorgersi di te, per meravigliarsi, come bambine, della tua presenza e della tua mitezza di cuore. Occorre credere alla vita e alle sue meraviglie, per meravigliarsi di te e del tuo amore.

Potrei anche fermarmi qui, Gesù, perché in questa costante meraviglia infantile per la vita che è in noi e attorno a noi è tutto il mistero che la teologia e la filosofia hanno chiamato con la parola "predestinazione".

Dio non predestina nessuna e nessuno.
Ma ci sono umane e umani che non si meravigliano più della vita, di un fiore, di un coleottero, di un insetto, di un'alba, di un tramonto, di un getto d'acqua fresca. Spesso, quando perdiamo il gusto della vita e nulla ci scalda più il cuore, neanche Dio e la sua bellezza ci fanno più meraviglia.

Allora, tra persone fatte così, davvero tu "non puoi compiere nessun prodigio" e resti solo, tra i pochi che ti credono.

Meravigliato di come ci siano umani che possano così facilmente rifiutare la vita, la sua mitezza, la sua potenza, la sua bellezza umile, e solo perché si sono fatti una cataratta allo sguardo del cuore. O perchè hanno indossato delle lenti che tolgono la luce. O perché hanno, abbiamo paura della luce.

Ma c'è un'altra cosa che mi fa mormorare il cuore.

"Gesù venne nella sua patrìa" scrive Marco. La patrìa, il luogo dei padri, quello dove sono sepolti i tuoi avi. La tua patrìa, dove la tua esistenza si è formata.

La tua patrìa ti rifiuta. Anzi, tu sei scandalo, sei pietra di inciampo, per coloro che sono della tua stessa patrìa. E ti rifiutano fino a renderti quasi impotente.
Ma è giusto così, Gesù, mi sembra.
Perchè Chi tu chiami "Padre", Abbà "Papà", è qualcuno che "sta nei cieli", oltre questa realtà terrena e mondana.

La tua patrìa è nei cieli, alla destra di Dio, nell'Amore della Potenza. Non hai alcuna patrìa nei mondi umani e se qualcuno si rivendica come tua "patrìa" ti sta uccidendo di nuovo.
Perchè l'unica patrìa che tu scegli e vuoi è l'amore, quella forza che si meraviglia delle infinite forme dei nostri vivere e le accoglie tutte, anche quelle che ci fanno più paura.
Perché io ho te come amico e Sposo e non ho più timore di nulla e la meraviglia che tu mi susciti mi aiuta a sentire meraviglia per ogni vita con cui ho rapporti.

Perché tu mi ami e questo tuo amore è così tanto che ho bisogno di regalarlo, di perderlo attorno a me.

Perché solo se lo perdo tutto lo guadagno nelle meraviglie sempre nuove dell'amore che si fa in me e che mi fa amore.
Tuo.

ciao r


 

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