Avere fede significa

credere alle infinite realtà dell'amore. Tu ci insegni questo, Gesù.

Davvero l'amore è la cosa più importante di tutti gli spazi-tempo, di tutto il creato in ogni sua forma.
Nelle molteplicità belle del creato la cosa che regge ogni esistente, la "luce" che ordina ogni vita a vivere è quella forza reale e misteriosa che chiamiamo "amore" e che non sappiamo da dove viene e dove va.
Tu sei amore, Gesù, amore che nasce da Dio Genitore e ci consente di amare sempre, di amare comunque, qualunque cosa succeda e comunque io viva il mondo. Perchè l'amore è infinito e nessuna delle sue innumerevoli forme ti è sgradita, Signore Gesù.

Ecco, il tuo Vangelo ci racconta le infinite realtà, quelle "carni e corpi" dell'Amore che ci serve, ci è indispensabile ascoltare in questa ultima domenica di Giugno del Tempo ordinario del 2018.

Mc 5,21-43

"Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare
".

Ti cerchiamo per avere vita, Gesù.
Lo sai tu e lo sappiamo noi: ti cerchiamo per amore, ma soprattutto per la disperazione dell'amore. Quando abbiamo paura di perdere tutto l'amore che siamo e abbiamo, allora e sopratutto in quel momento ci rivolgiamo a te.

Giàiro è molto chiaro: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Solo tu puoi salvarla e, quindi, salvare Giàiro.


Ma sempre e soltanto tu puoi salvare la donna con le perdite di sangue: «
Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». Solo tu puoi restituirle la vita. E così fai, perché le ritorni la vita e la ridai e lei piena e forte: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Così, la tua frase che più ci descrive, quella che speriamo di sentire di più è «Talità kum», il tuo invito a rialzarci, a metterci in piedi, a vivere.

Ad amare.

Nel mondo sembra che di amore ce ne sia davvero poco.
Forse è anche vero se sembra così vero il veder dominare la violenza, l'abbrutimento, l'oppressione. Allora ci sembra che la realtà del mondo non sia cambiata affatto da quando sei venuto tra noi.
Ma non è così.
Siamo tutte e tutti come Giàiro. I nostri amici ci dicono che è la nostra speranza è morta, e non c'è più niente da fare, ci invitano a lasciarti in pace.

Ma non è così. Tu non vuoi essere lasciato in pace, tu vuoi amarci e farti amare da noi.

«Non temere, soltanto abbi fede!», così ci dici con forza. Allora mi chiedo: che cosa significa "avere fede"?

Che cosa chiedi a Giàiro? che cosa hai chiesto alla donna che ti ha toccato il mantello ed è guarita?

Due cose insieme, due cose diversa in una sola che si chiama amare.
Ci chiedi di credere in te e di essere sinceri, con te, con noi stesse e con le altre persone.

Cioè ci chiedi di amare, perché credere nell'altro, nell'altra che mi sta di fronte significa amare e amare chiede di essere sincere, perché amare vuole la verità e la sincerità, cioè rifiuta ogni menzogna.

Anche ci dicono che la bambina è morta e di lasciarti in pace, dobbiamo ascoltare te e niente affatto i portatori di disperazione e di dolore.
«
Non temere, soltanto abbi fede!», ci dici, e se ti ascoltiamo e ti camminiamo a fianco finalmente sentiamo la tua parola che ci piace di più:
«Talità kum».

«Talità kum», così mi dici, "alzati e vai nella vita, vivi e ama, perché l'amore è sempre vivo, forte e allegro di tutta la Vita di Dio e della sua Potenza".

Perché si può amare e si può credere nell'amore in un solo modo: amando.
Come te, Gesù.

ciao r


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