D** è il tuo cibo e la tua forza, Gesù...
... e quindi lo è anche per noi.
Tutti
ti cerchiamo, Gesù, ma spesso tu non ci sei e dobbiamo andare dietro
alla tue tracce. Infatti non sei quasi mai dove ti abbiamo trovato
casa, dove vorremo che tu abitassi. Abbastanza facilmente non sei
dove abbiamo costruito templi e adorazioni per te, e per noi.
Spesso sei in giro, sei altrove.
Spesso sei in giro, sei altrove.
Perché
tu vuoi diffondere la Parola di D** là dove non c’è, dove è
assente e dove, quindi, c’è più bisogno di sentirla, e di
ascoltarla.
Ma
questo “andare in giro”, questo «predicare
anche là» è solo frutto della preghiera, dell’ascolto
della presenza di D** in noi, e nelle nostre vite. Solo dalla
preghiera, isolata e solitaria, pure nascosta, eppure profondamente
comunitaria e pubblica, solo da questa preghiera che modifica la
nostra vita nasce la capacità di andare oltre, di andare nei
«villaggi vicini» a raccontare e far
crescere il regno di D** tra di noi.
Per
questo bisogna ascoltarti.
Mc
1,29-39
“Gesù,
uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in
compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con
la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece
alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li
serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni”.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni”.
In
Marco, Gesù mio, non ti fermi mai e quando ti fermi sei più
indaffarato che se non ti fossi fermato.
Andate
subito alla casa di Simone, a Cafarnao, e là guarisci la suocera di
Simone, che era malata. Alla sera ti portano tutti i malati di
Cafarnao e dintorni e tu guarisci tutti, senza problemi. Scacci molti
demoni, ma non permetti a nessuno di dire chi sei. A un certo punto
sarete andati a dormire e tu ti svegli presto e vai a pregare. Al
buio e in un luogo deserto.
Ti
cercano, ti trovano e ti vogliono portare indietro perché tutti ti
cercano. Ma tu non sei di questa idea. Tu vuoi andare altrove, «nei
villaggi vicini» a predicare anche lì il regno di Dio tra di
noi e la tua venuta, la bella notizia che D** è vicino e ci ama,
finalmente annunciata ai poveri.
Ti
fermi solo per pregare e questo ci fa vedere che, per te, la
preghiera è la parte fondamentale della giornata, quella in cui ti
ricarichi, in cui “fai rifornimento di D**”, ti carichi del suo
amore e lo vivi nella tua vita con forza e libertà.
Ecco.
Sono queste due le cose che mi colpiscono di questa narrazione di Marco sulla tua vita e le tue parole.
Sono queste due le cose che mi colpiscono di questa narrazione di Marco sulla tua vita e le tue parole.
La
prima è che non bisogna mai “fermarsi in un posto”, per quanto
importante sia.
Tu
vai sempre nei «villaggi vicini»,
sempre stai attraversando la Samaria, dove magari non ti vogliono. Tu
sei sempre altrove rispetto alle nostre comodità e alle “case”,
troppo spesso bellissime e solenni, in cui vorremo vederti abitare.
Sei
anche lì, beninteso, ma preferisci luoghi come le strade dove
ragazze accendono fuochi per scaldare le loro nudità offerte al
mercato del sesso maschile.
La
seconda cosa che mi colpisce è che tu non stai mai fermo, ma sempre
agisci e aiuti, e che questa capacità di agire e di fare ha una
origine ben precisa.
La
preghiera.
Cioè
il rapporto con D**, che tu chiami Padre, Origine dell’amore e
Amore infinito vivente in te e per te. E per noi.
«Al
mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò
in un luogo deserto, e là pregava».
La
preghiera di nutrimento e d’amore con D** è sempre solitaria e,
sempre, precedere quel che dobbiamo fare.
Perché
in questa preghiera solitaria e nascosta noi ringraziamo D** Amore
per quello che dobbiamo ancora fare, e quindi ringraziamo dando le
lodi del suo amore che ci permetterà di fare quel che “D**
desidera” e non quello che “desideriamo noi”.
Così
anche noi, come te, Gesù Sposo, ci nutriamo di D** e facciamo
rifornimento di D**, perché così lo possiamo regalare a chi
incontriamo, come a noi è stato regalato.
Andando
sempre, di preferenza, nei «villaggi vicini»
senza fermarci a casa nostra, dove abbiamo case bellissime e ornate
di ogni bellezza, ma dove tu non ci sei.
Perché
sei altrove, ad amare.
Ciao
r
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