Il D** che si fa umano...
... e si esalta nella sua perdita.
Gesù.
Mio, amico mio, mio amore (Sposo, Miele, Tesoro, Cuore, Libertà, Gioco, Passione, Sorriso, Risata, Carezze...).
Gesù.
Ogni volta che arriva il tuo Natale, Gesù mio, mi ritorna in mente il pensiero che - da un certo punto di vista terribile e quasi privo di speranza - la narrazione che ti riguarda è così bella, e di una bellezza così semplice e libera, che neppure è davvero importante che tutto corrisponda alla perfezione. La sola cosa che mi sembra importante è la bellezza assoluta e semplice di questa "storia" o "racconto" dove questo "Dio" (e perdonami Signore Eterno se oso darti questo nome comune, a te che sei tutta e ogni Grandezza della Vita e dell'Amore) che si svuota di se stesso per farsi come questa sua creatura, così povera di essere e vivere da farsi sorprendere nella sua miseria e nella sua malattia dalla bellezza di un D** così tanto capace di amare.
Davvero il tuo più importante aggettivo qualificativo è "Umile" e "Umiltà" è la tua principale caratterisitica.
Domani è domenica, ed è la IV domenica di Avvento e, insieme, la vigilia del tuo Natale, Gesù.
Quindi bisogna davvero ascoltarti, e con molta attenzione, anche perchè sono due i vangeli.
Quello di domenica 24 Dicembre IV di Avvento e quello del 24 Dicembre vigilia del tuo Natale.
Vangelo di domenica 24 Dicembre 2017 Lc 1, 26.38
"L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei"
Vangelo della messa di mezzanotte per la nascita di Gesù di Nazareth da Maria di Nazareth
Mt 1,1-25
"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù".
Umiltà piena, vera e dotata di una finissima ironia, ironia leggera come il broncio di una madre al figlio che nutre al seno e che, così, la morde.
Certo, come osserva puntigliosamente e tradizionalisticamente - oltre che legalisticamente - Matteo, tu, Gesù, sei della casa di David.
Purtroppo nessuno a quel tempo cita Nazareth, che era un paesucolo disperso sulle montagne della Galilea. Certo, sei della "Casa di David", nessuno lo nega. Ma da Nazareth non viene niente di buono (Gv 1,46) e poi è messa lassù, ben lontana da Gerusalemme e dal Tempio.
Anche se poi nasci a Betlemme, in una grotta. Appunto perché vieni dalla Galilea e... questi che vivono in Galilea vengono qui solo a rubarci il pane e il lavoro e stanno sempre a fare figli... ma perchè non se ne stanno a casa loro? Se hanno bisogno di aiuto li aiutiamo lì... lontani da noi e dai nostri soldi...
Ma questo domani.
Adesso ci sono due cose. Due annunci.
La prima riguarda tua madre, Maria, sicuramente anche lei di qualche parte di questo clan di David che viveva a Nazareth.
Lei è una ragazza e accetta, vuole fare sua, la scelta che D** fa di lei e della sua vita per "incarnarsi".
Chiede solo se la sua libertà di donna sarà rispettata. La risposta è "Sì, perchè a me nulla è impossibile". Allora Maria ringrazia ed esprime la speranza, fa l'invocazione che in lei si compia questa Parola di D**. Invoca per lei questo compimento.
Da quando ho capito questo spessore di Invocazione e Speranza che è in questa frase di Maria di Nazareth, essa è diventata la mia preghiera di ogni giorno, la più ripetuta.
Preghiera convinta perchè, esattamente come in Maria, nasce dalle nostre libertà reciproche, e perchè vive del tuo innamoramento di me e mi compie nella soddisfazione della tua fame d'amore, mio Signore e mio D**. Quindi perchè ogni giorno mi innamora sempre di più di te. Di te in te, Vivente, bellezza in tutte le tue incarnazioni.
La seconda riguarda la potenza del tuo amore.
Matteo sa perfettamente che una genealogia, in Israele, è solo maschile. Perché solo dei maschi è la potenza generatrice e di cui le femmine solo solo i contenitori necessari.
Eppure in questa genealogia maschile mette cinque donne, e che donne.
Tamar si traveste da prostituta e come tale si offre al suocero, Giuda, che dopo la morte del figlio, che Tamar aveva sposato e da cui non aveva avuto discendenza, non le vuole dare un altro figlio come marito. Cioè Giuda sta violando gravemente la Torah a Tamar lo salva ingannandolo. Cioè si fa mettere incinta di una sua discendenza, la cosa giusta, mentre, però, gli fa fare la cosa sbagliata, che è andare con una prostituta e solo perchè ne apprezza la prestanza fisica.
Racab invece è una prostituta, una "puttana" che vive alle falde della città di Gerico e da lì aiuta gli esploratori di Israele a conquistare la città, a cui lei non è affezionata.
Così Israele la riconosce come esempio e allo stesso modo la tradizione cristiana, per cui Racab diventa quella "Casta Meretrix", quella casta puttana, che è la chiesa di Cristo nel suo operare storico.
Rut è Rut. Una delle figure femminili più belle della Bibbia, donna non di Israele ma di Moav, il paese dove la suocera, Noemi, è andata a vivere da Betlemme di Giuda. A Noemi e a Rut muoiono il figlio e marito e allora Rut segue la suocera in Israele, a Betlemme, dove seduce un proprietario terriero seguendo i consigli di Noemi. Per cui Rut è una irregolare importante, perchè lei lascia la sua patria, la sua lingua, la sua religione, i suoi costumi, e adotta quelli di Israele, solo per amore e affetto verso la suocera, Noemi.
Betsabea è Betsabea. Bellissima e giovane moglie di Urìa l'Ittita, un generale al servizio di un re David ormai vecchio e che non va più in battaglia. Ma vede Betsabea e....
Andate a leggere che razza di pasticci riesce a combinare David per fare sesso con Betsabea, nel capitolo 11 del secondo libro di Samuele. È una storia molto divertente con un aspetto tragico, perché il povero Urìa è persona per bene. L'unica persona per bene di questa storiella e, infatti, l'unico che ci muore, insieme al quel primo figlio che Betsabea e Davide concepiscono insieme e che è l'unico davvero innocente in tutta la partita. Da Betsabea nasce Salomone, per cui Betsabea e importante e imbarazzante, insieme.
La quinta donna nella tua genealogia, Gesù, è proprio tua mamma, Maria di Nazareth.
Che è diventata molte cose, dopo e nelle vittorie complesse della tua Parola, e specialmente è riconosciuta come la "Theotokos", la "Madre di D**".
Però Maria, sicuramente, dalle pochissime cose che sappiamo di lei dai racconti evangelici, era una ragazza molto autonoma e molto capace accoglienza al nuovo e al diverso.
Ecco, di tutte le ave che hai avuto cinque si sono notate per la loro capacità di stare nelle cose del mondo e di accogliere il diverso, l'altro, e di avere pietà, e questo anche in modi umanamente imbarazzanti.
Per cui, Gesù, la tua venuta al mondo è caratterizzata dalla singolarità delle scelte, dalla irregolarità delle nostre esistenze, e dalla capacità di affidarsi all'Amore Eterno per sciogliere i nodi, spesso amari, che noi ci costruiamo e, tutto questo, solo perché tu sei Amore.
Immenso e Ininterrotto.
Scusa, Gesù, se non riesco a dare troppo peso a tutte le interminabili paglie delle nostre - stupende, spesso - riflessioni teologiche e filosofiche attorno a te e a questo stranezza del "Dio incarnato".
E scusami se ancora mi giro verso Maria e le chiedo, arrossendo, "me lo racconti ancora?".
Tanto lo so che sarà ogni volta diverso.
Allora, Gesù, buon Natale della tua Nascita a te, a Maria, a Giuseppe, e a tutte le immense quantità di persone umane spezzate, ferite, inermi, indifese, violate, brutalizzate offese che sono lì con te e a cui, nell'Eterno Amare Presente, stai asciugando le lacrime, una a una.
Aiutami ad accoglierTi in me, Parola di D** che in me ti vuoi realizzare.
ciao r
Gesù.
Mio, amico mio, mio amore (Sposo, Miele, Tesoro, Cuore, Libertà, Gioco, Passione, Sorriso, Risata, Carezze...).
Gesù.
Ogni volta che arriva il tuo Natale, Gesù mio, mi ritorna in mente il pensiero che - da un certo punto di vista terribile e quasi privo di speranza - la narrazione che ti riguarda è così bella, e di una bellezza così semplice e libera, che neppure è davvero importante che tutto corrisponda alla perfezione. La sola cosa che mi sembra importante è la bellezza assoluta e semplice di questa "storia" o "racconto" dove questo "Dio" (e perdonami Signore Eterno se oso darti questo nome comune, a te che sei tutta e ogni Grandezza della Vita e dell'Amore) che si svuota di se stesso per farsi come questa sua creatura, così povera di essere e vivere da farsi sorprendere nella sua miseria e nella sua malattia dalla bellezza di un D** così tanto capace di amare.
Davvero il tuo più importante aggettivo qualificativo è "Umile" e "Umiltà" è la tua principale caratterisitica.
Domani è domenica, ed è la IV domenica di Avvento e, insieme, la vigilia del tuo Natale, Gesù.
Quindi bisogna davvero ascoltarti, e con molta attenzione, anche perchè sono due i vangeli.
Quello di domenica 24 Dicembre IV di Avvento e quello del 24 Dicembre vigilia del tuo Natale.
Vangelo di domenica 24 Dicembre 2017 Lc 1, 26.38
"L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei"
Vangelo della messa di mezzanotte per la nascita di Gesù di Nazareth da Maria di Nazareth
Mt 1,1-25
"Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù".
Umiltà piena, vera e dotata di una finissima ironia, ironia leggera come il broncio di una madre al figlio che nutre al seno e che, così, la morde.
Certo, come osserva puntigliosamente e tradizionalisticamente - oltre che legalisticamente - Matteo, tu, Gesù, sei della casa di David.
Purtroppo nessuno a quel tempo cita Nazareth, che era un paesucolo disperso sulle montagne della Galilea. Certo, sei della "Casa di David", nessuno lo nega. Ma da Nazareth non viene niente di buono (Gv 1,46) e poi è messa lassù, ben lontana da Gerusalemme e dal Tempio.
Anche se poi nasci a Betlemme, in una grotta. Appunto perché vieni dalla Galilea e... questi che vivono in Galilea vengono qui solo a rubarci il pane e il lavoro e stanno sempre a fare figli... ma perchè non se ne stanno a casa loro? Se hanno bisogno di aiuto li aiutiamo lì... lontani da noi e dai nostri soldi...
Ma questo domani.
Adesso ci sono due cose. Due annunci.
La prima riguarda tua madre, Maria, sicuramente anche lei di qualche parte di questo clan di David che viveva a Nazareth.
Lei è una ragazza e accetta, vuole fare sua, la scelta che D** fa di lei e della sua vita per "incarnarsi".
Chiede solo se la sua libertà di donna sarà rispettata. La risposta è "Sì, perchè a me nulla è impossibile". Allora Maria ringrazia ed esprime la speranza, fa l'invocazione che in lei si compia questa Parola di D**. Invoca per lei questo compimento.
Da quando ho capito questo spessore di Invocazione e Speranza che è in questa frase di Maria di Nazareth, essa è diventata la mia preghiera di ogni giorno, la più ripetuta.
Preghiera convinta perchè, esattamente come in Maria, nasce dalle nostre libertà reciproche, e perchè vive del tuo innamoramento di me e mi compie nella soddisfazione della tua fame d'amore, mio Signore e mio D**. Quindi perchè ogni giorno mi innamora sempre di più di te. Di te in te, Vivente, bellezza in tutte le tue incarnazioni.
La seconda riguarda la potenza del tuo amore.
Matteo sa perfettamente che una genealogia, in Israele, è solo maschile. Perché solo dei maschi è la potenza generatrice e di cui le femmine solo solo i contenitori necessari.
Eppure in questa genealogia maschile mette cinque donne, e che donne.
Tamar si traveste da prostituta e come tale si offre al suocero, Giuda, che dopo la morte del figlio, che Tamar aveva sposato e da cui non aveva avuto discendenza, non le vuole dare un altro figlio come marito. Cioè Giuda sta violando gravemente la Torah a Tamar lo salva ingannandolo. Cioè si fa mettere incinta di una sua discendenza, la cosa giusta, mentre, però, gli fa fare la cosa sbagliata, che è andare con una prostituta e solo perchè ne apprezza la prestanza fisica.
Racab invece è una prostituta, una "puttana" che vive alle falde della città di Gerico e da lì aiuta gli esploratori di Israele a conquistare la città, a cui lei non è affezionata.
Così Israele la riconosce come esempio e allo stesso modo la tradizione cristiana, per cui Racab diventa quella "Casta Meretrix", quella casta puttana, che è la chiesa di Cristo nel suo operare storico.
Rut è Rut. Una delle figure femminili più belle della Bibbia, donna non di Israele ma di Moav, il paese dove la suocera, Noemi, è andata a vivere da Betlemme di Giuda. A Noemi e a Rut muoiono il figlio e marito e allora Rut segue la suocera in Israele, a Betlemme, dove seduce un proprietario terriero seguendo i consigli di Noemi. Per cui Rut è una irregolare importante, perchè lei lascia la sua patria, la sua lingua, la sua religione, i suoi costumi, e adotta quelli di Israele, solo per amore e affetto verso la suocera, Noemi.
Betsabea è Betsabea. Bellissima e giovane moglie di Urìa l'Ittita, un generale al servizio di un re David ormai vecchio e che non va più in battaglia. Ma vede Betsabea e....
Andate a leggere che razza di pasticci riesce a combinare David per fare sesso con Betsabea, nel capitolo 11 del secondo libro di Samuele. È una storia molto divertente con un aspetto tragico, perché il povero Urìa è persona per bene. L'unica persona per bene di questa storiella e, infatti, l'unico che ci muore, insieme al quel primo figlio che Betsabea e Davide concepiscono insieme e che è l'unico davvero innocente in tutta la partita. Da Betsabea nasce Salomone, per cui Betsabea e importante e imbarazzante, insieme.
La quinta donna nella tua genealogia, Gesù, è proprio tua mamma, Maria di Nazareth.
Che è diventata molte cose, dopo e nelle vittorie complesse della tua Parola, e specialmente è riconosciuta come la "Theotokos", la "Madre di D**".
Però Maria, sicuramente, dalle pochissime cose che sappiamo di lei dai racconti evangelici, era una ragazza molto autonoma e molto capace accoglienza al nuovo e al diverso.
Ecco, di tutte le ave che hai avuto cinque si sono notate per la loro capacità di stare nelle cose del mondo e di accogliere il diverso, l'altro, e di avere pietà, e questo anche in modi umanamente imbarazzanti.
Per cui, Gesù, la tua venuta al mondo è caratterizzata dalla singolarità delle scelte, dalla irregolarità delle nostre esistenze, e dalla capacità di affidarsi all'Amore Eterno per sciogliere i nodi, spesso amari, che noi ci costruiamo e, tutto questo, solo perché tu sei Amore.
Immenso e Ininterrotto.
Scusa, Gesù, se non riesco a dare troppo peso a tutte le interminabili paglie delle nostre - stupende, spesso - riflessioni teologiche e filosofiche attorno a te e a questo stranezza del "Dio incarnato".
E scusami se ancora mi giro verso Maria e le chiedo, arrossendo, "me lo racconti ancora?".
Tanto lo so che sarà ogni volta diverso.
Allora, Gesù, buon Natale della tua Nascita a te, a Maria, a Giuseppe, e a tutte le immense quantità di persone umane spezzate, ferite, inermi, indifese, violate, brutalizzate offese che sono lì con te e a cui, nell'Eterno Amare Presente, stai asciugando le lacrime, una a una.
Aiutami ad accoglierTi in me, Parola di D** che in me ti vuoi realizzare.
ciao r
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