La trasfigurazione del Signore
Gesù e (è) D**.
Ma cos'è questa vicenda della Trasfigurazione, Gesù mio?
Certo, il fatto in sé è comprensibile in fretta.
Ti fai vedere da Pietro, Giacomo e Giovanni, (i tuoi discepoli più cari) in un "momento" della tua bellezza divino-umana e mentre parli di quello che stai andando a fare a Gerusalemme con Mosè ed Elia.
Altrettanto certo è il fatto che subito serve a niente, cioè tutti e tre ti abbandoneranno alla tua Passione e Morte, e tu non potevi non saperlo.
Allora perché?
Per fare vedere una prova, un'esperienza, della presenza del divino nella tua vita?
Per rafforzare la debole fede di quei tre discepoli a te così cari?
Per dare a te una gratificazione e una approvazione divina, e di quel divino così lontano che tu chiami "Padre", esplicita del tuo operato - esplicita anche per te, Gesù mio?
Sì.
Ci sono tutte queste cose, Gesù mio, ma sopratutto c'è l'amore.
Ascoltiamoti, con cuore aperto.
Mt 17, 1-9
"Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».".
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»
Il timore, grande; la nube; l'oscurità improvvisa in una esperienza di luce; una voce dal nulla.
E aprendo gli occhi solo tu, Gesù. Rassicurante e preciso della e nella tua umanità così particolare. Ma la voce c'è stata, potente e poco rassicurante.
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»
Quanto dovette suonare "ovvia" questa affermazione di tuo Padre, Gesù, a quei tre discepoli che ti seguivano e ti amavano senza saper bene che cosa questa affermazione ed esperienza significassero!
La capirono dopo, a pezzi e a morsi. Letteralmente, con il cuore fatto a pezzi, con tutte le loro idee spezzate e prese a morsi da avversari feroci e potenti, con le loro vite ferite e offese, con la tua missione di maestro e messia brutalmente appesa a una croce fuori città.
Perché i maledetti come te, Gesù, non possono stare nella Città santa, e santa perché D** - il tuo padre, Gesù - la abita.
E quanto dovette suonare offensiva e incomprensibile - una offensiva e incomprensibile presa in giro - quella dichiarazione proveniente da D**, nel venerdì e nel sabato abitati soltanto dal tuo silenzio, Gesù.
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
Poi sei risorto.
No. La tua risurrezione è “tutto”.
Senza risurrezione sei morto in Croce e il tuo silenzio dura ancora.
Ma sei risorto. Sei "il" Risorto, e non ce ne sono altri.
Così la trasfigurazione è l'anticipo della risurrezione, della potenza e dell'amore di D** che si manifestano nel timore e nell'oscurità, e - sopratutto - nella rassicurante e felice presenza della tua umanità.
Qui con me, Gesù.
Tu.
Il più amato che ascolto, che provo a vivere.
Ogni giorno.
Amando.
ciao r
Ma cos'è questa vicenda della Trasfigurazione, Gesù mio?
Certo, il fatto in sé è comprensibile in fretta.
Ti fai vedere da Pietro, Giacomo e Giovanni, (i tuoi discepoli più cari) in un "momento" della tua bellezza divino-umana e mentre parli di quello che stai andando a fare a Gerusalemme con Mosè ed Elia.
Altrettanto certo è il fatto che subito serve a niente, cioè tutti e tre ti abbandoneranno alla tua Passione e Morte, e tu non potevi non saperlo.
Allora perché?
Per fare vedere una prova, un'esperienza, della presenza del divino nella tua vita?
Per rafforzare la debole fede di quei tre discepoli a te così cari?
Per dare a te una gratificazione e una approvazione divina, e di quel divino così lontano che tu chiami "Padre", esplicita del tuo operato - esplicita anche per te, Gesù mio?
Sì.
Ci sono tutte queste cose, Gesù mio, ma sopratutto c'è l'amore.
Ascoltiamoti, con cuore aperto.
Mt 17, 1-9
"Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».".
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»
Il timore, grande; la nube; l'oscurità improvvisa in una esperienza di luce; una voce dal nulla.
E aprendo gli occhi solo tu, Gesù. Rassicurante e preciso della e nella tua umanità così particolare. Ma la voce c'è stata, potente e poco rassicurante.
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»
Quanto dovette suonare "ovvia" questa affermazione di tuo Padre, Gesù, a quei tre discepoli che ti seguivano e ti amavano senza saper bene che cosa questa affermazione ed esperienza significassero!
La capirono dopo, a pezzi e a morsi. Letteralmente, con il cuore fatto a pezzi, con tutte le loro idee spezzate e prese a morsi da avversari feroci e potenti, con le loro vite ferite e offese, con la tua missione di maestro e messia brutalmente appesa a una croce fuori città.
Perché i maledetti come te, Gesù, non possono stare nella Città santa, e santa perché D** - il tuo padre, Gesù - la abita.
E quanto dovette suonare offensiva e incomprensibile - una offensiva e incomprensibile presa in giro - quella dichiarazione proveniente da D**, nel venerdì e nel sabato abitati soltanto dal tuo silenzio, Gesù.
«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
Poi sei risorto.
No. La tua risurrezione è “tutto”.
Senza risurrezione sei morto in Croce e il tuo silenzio dura ancora.
Ma sei risorto. Sei "il" Risorto, e non ce ne sono altri.
Così la trasfigurazione è l'anticipo della risurrezione, della potenza e dell'amore di D** che si manifestano nel timore e nell'oscurità, e - sopratutto - nella rassicurante e felice presenza della tua umanità.
Qui con me, Gesù.
Tu.
Il più amato che ascolto, che provo a vivere.
Ogni giorno.
Amando.
ciao r
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