Chi sei, Gesù? Il Salto di D**...

"Chi sei tu, Gesù di Nazareth, il figlio di Maria e del carpentiere e i cui fratelli sono ancora tra noi?"

Questa domanda sempre risuona tra noi e fai bene e chiederci ancora «Ma voi, chi dite che io sia?».

Esitiamo, ma non perché non sappiamo la risposta di Pietro e della Chiesa che è nata da lui. Quella risposta la conosciamo benissimo (... e in Gesù Cristo, suo unico Figlio...). 

Però esitiamo.

Esitiamo perché siamo pieni di dubbi, e non su di  te, ma sulla relazione tra te (Gesù di Nazareth figlio di Maria di Nazareth sposa di Giuseppe di Nazareth della Casa di David) e il fatto che chiami l'Immensità Santa, lo stesso D**, "Padre" e ne reclami l'amore come qualcosa di presente e di attuale. Come qualcosa di tuo, che è parte della tua natura.

Esitiamo perché qui c'è un salto. E non è un salto che dobbiamo fare noi. Noi sappiamo saltare come vogliamo, imbrogliando e facendo sul serio sappiamo saltare fino a dove bisogna.

Qui c'è un salto che fa D**, l'Eterno, il Potente.

Salta nel mortale, ne fa parte, si incarna di morte, e di vita.

A questo salto di D** noi esitiamo. 

Anche se tu ci inviti ad avere fiducia in te e a seguirti, noi esitiamo perché non sappiamo come "crederti" dentro la nostra singola vita. Perché abbiamo paura a riempirci di te.

Ascoltiamoti. Ancora.

Mt 16,13-20

Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo
”.

In realtà, Gesù mio, le domande che ci fai sono due, e sono strettamente legate tra di loro.

La prima sembra semplice.

«La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?».


«Τίνα λέγουσιν οἱ ἄνθρωποι εἶναι τὸν Υἱὸν τοῦ ἀνθρώπου»

Oi  ἄνθρωποι, gli uomini, la gente, gli altri. Quelli che non sono con noi.

Il Figlio dell'uomo, cioè tu come tu stesso ti chiami. 

Il Figlio dell'uomo, un essere umano come gli altri.

Il Figlio dell'uomo come il rabbì di Nazareth.

Chi è costui per "le persone"?

La domanda non è così ovvia. Certo sei il rabbì di Nazareth ed eri un poco conosciuto ovunque. Ma per sapere "chi sei" serve qualcosa di  più di un miracolo e di alcuni bei discorsi.

Restando qui sei solo Elia, un profeta, Geremia, Giovanni il Battista redivivo. Niente di speciale.

Invece tu chiedi ancora: «Ma voi...»

La risposta di Pietro è assoluta e non ha bisogno di commenti.

«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

 

Qui non ci sono commenti da fare.  Pietro dice una cosa che non sa bene che cosa significhi, e ci metterà tutta la vita, pienamente donata a te, per capire che non ha capito. Se non che con te ha conosciuto l'amore.

Ma a te non importa. Importa la semplicità e la povertà di Simone figlio di Giona, che accoglie i suggerimenti e i desideri di D** anche se non sa che cosa vogliano dire e pure se non gli fanno vedere oltre quel passo che sta facendo.

Pietro si affida e ti dice chi sei. Anche se si sarebbe trovato in imbarazzo se qualche malizioso gli avesse chiesto di giustificare la frase.
O forse no. 

Forse ti avrebbe semplicemente indicato, per far vedere in te l'amore, così forte e così potente da non poter essere riconosciuto se non come "nato da D**".

Per questa semplicità della fede di Pietro ti chiedo, Gesù mio, di far sì che anche la mia fede in te sia così semplice, immediata, povera.

Capace di meritare la tua beatitudine, Gesù mio.

«Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli».

 

ciao r

 

 

 











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