La ricompensa dell'amare
La ricompensa dell’amare è… amare sempre di più.
Seguirti è cercare l’amore. Seguirti è amare senza mettere confini a questa scelta di vita. Seguirti è amare, sempre.
Tu, Gesù, proprio tu sei questo amare che non ha confini, che non può essere chiuso, che vuole e deve essere scelto di nuovo ogni volta.
L’amare che vince e opera oltre la propria vittoria e resta vincente anche in ciascuna sconfitta che subisce.
Per questo il tuo messaggio, la parola che tu sei e dici perché è “parola di D**”, cioè “la bella notizia”, per questo il tuo messaggio è una parola così dura. Ma allo stesso momento, insieme, anche così splendente di mitezza e di luce aurorale.
Ascoltarti è, allora, addestrarsi a vivere amando mentre si vive e si ama e si è amati. Ascoltarti davvero è donarsi, oppure non è ascolto.
Mt 10,37-42
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
«Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà»
Per causa tua? Che cosa significa perdere o trovare la vita “per causa tua”? In che senso tu sei una causa di perdita e di trovamento? Cosa di perde e si trova “in te”, Gesù?
La capacità, costante, di amare. Amare sempre, in ogni caso e comunque.
Amare, perché l’unica cosa che possiamo fare è amare. Oppure uccidere.
Allora amarti, Gesù, significa essere capaci di amare, oltre e avanti tutti i confini e i ruoli tradizionali. Se ami, ami, e non ti chiedi se devi amare di più tua madre, tuo padre, tuoi figli o tue figlie, chi fa parte della tua cerchia o D**.
Ami. E ami chi hai davanti, chi occupa la tua vita, e ami senza chiedere contropartite, senza fare concessioni, senza guardare al guadagno.
Questo è amare, agire per fare il bene di chi ho davanti e nella verità e nella libertà. Sceglierti, oltre e avanti di ogni altra scelta del mondo.
Solo così si costruisce il regno dei cieli. Nell’amore come costante e sempre rinnovato riconoscimento che D** è presente e vivo in mezzo a noi e vuol poter agire per far crescere e moltiplicare i nostri cuori di carne e sangue.
Questo è il messaggio.
Dobbiamo accogliere, riconoscendo chi accogliamo.
Se un profeta, un profeta, se un giusto un giusto,se una persona “piccola” anch’essa. Perché D** è piccola e con le persone piccole si identifica.
Allora nell’accoglienza, nello scambio fedele, nella reciproca libertà di amare noi diamo sempre più valore e onore all’Amore che D** ci dona e, insieme, scopriamo che ogni gesto d’amore, per quanto ci appaia minimo e povero, se è sincero e limpido di egoismi, è abitato da D**.
ciao r
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