La resurrezione e la vita

Tu, Gesù, amico mio e mio Signore, tu sei la Resurrezione e la Vita.





Tu presente e vivo nel mistero inesplicabile di D** e delle sue realtà vive e presenti - in modi a noi incomprensibili e, spesso, anche ripugnanti - in ogni atomo e istante della nostra vita.
Perché tu mio D** - Gesù di Nazareth Figlio di Maria di Nazareth e Figlio di D** e il Cristo, il D** Padre Genitore buono che è sempre oltre e sempre qui, e il vostro amore vivente che è Spirito e Santità - tu mio D** non sei mai lontano da noi, ma sei sempre qui, imminente e immanente, presente e vivo, agente per farci risorgere.






Ma ascoltiamo.
Lc 7,11-17
"Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante
".





C''è quasi nulla da dire. Quasi.
L'azione che si svolge è semplicissima e i risultati ancora più semplici.
Una vedova, suo figlio è morto, tu hai compassione, Gesù.
Il figlio di una vedova è morto e, di conseguenza la vedova è priva di ogni sostegno.
Morta anche lei insieme al figlio, anche se il suo corpo continua a vivere.
Qui nasce la tua compassione; il funerale passa, vedi, capisci e agisci.
Perché la morte è indipendente da te, certo, ma ti ubbidisce.
Togliere a una vedova il suo unico figlio è iniquo e a questa iniquità reagisci, perché quel caso ti passa davanti.
Tu vedi il funerale, vedi la madre vedova in lacrime, vedi la morte e la rifiuti.
E dai la vita, perché tu sei la resurrezione e la vita.
Semplice.
Oh Signore! Oh Gesù! amico mio e mio D**.
Quant'è complessa questa semplicità e quante domande mi pone.
E se non passavano proprio in quel momento?
E tutte le altre vedove cui muore il figlio o la figlia?
E tutti i figli che la guerra e l'arbitrio umano costringe alla morte?
E la malattia che colpisce chi è innocente, rendendola/o nel bisogno di cure per tutta le vita, finché la tua resurrezione non lo restituirà a una vita piena in D**'
E..., e..., e...



 
Ci piacciono le domande, Gesù amico mio e mio Signore, e ci piacciono le domande cui non sappiamo rispondere. Quanto ci piace l'enigma, la domanda imbarazzante a cui non c'è risposta.
Ma non è così.
Ce l'ha detto un filosofo, ma ce lo hai fatto vedere tu, Gesù di Nazareth, nella tua vita e nelle tue azioni, così come ci sono state raccontate.
L'enigma non c'è.
Se c'è una domanda c'è anche una risposta.
Se non c'è risposta neppure c'è la domanda, ma c'è solo un inganno.
La vita è semplice, la vita è bellissima, la vita è imbarazzante - perché è legata di vite, di ferite,  di cibi, di deiezioni, di morti, di nascite, di ingressi, di permanenze, di uscite.
La vita è bellezza e la vita è libertà, quindi è anche caos e caso.
In questa semplicità e caoticità della vita tu ci proponi una risposta.
Ama.
Più ami e più sei capace di amare e più la vita ti sembrerà completa e soddisfacente e a qualsiasi età solare e cronologica tu muoia.
"Amatevi come io vi ho amato".
Se facciamo così nulla ci farà più paura e la morte sarà vinta, è già vinta per sempre da chi si ama così. Perché non c'è morte per chi ama.
Perché la nostra vera e unica libertà e quella di amare, e di amare con la totalità del dono di sé di cui tu sei capace. Allora davvero saremo liberi dalla morte e capaci di guarire ogni ferita.
Perché l'amore è D**, vivente nelle  sue bellezze infinite, nelle sue armonie.


ciao r




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