Felictià d'amore




 
Dovremo sempre essere contenti dell'amore: di quello dato e di quello ricevuto.
E in realtà mi pare che lo siamo abbastanza.
Ma abbastanza, in questo caso, è molto poco; infatti nell'amore è previsto tutto, ma sopratutto ci devono stare tre cose: saper perdonare, saper vivere l'amore verso chiunque ne ha bisogno, saper dire la verità verso se stesse e le altre.
Ma questo non sembra essere così facile. Sembra molto più facile, e giusto, odiare e disprezzare, condannare e giudicare, dividere e derubare.
Invece non è vero. Odiare è faticoso, amaro, difficile. Odiare è morte.
Solo l'amore è vita.

Questo è quello che ci dici tu, Gesù.



 
Lc 15,1-3.11-32

"Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”»."

 



C'è solo una cosa che vale la pena notare.  Il padre vede il figlio "da lontano".
Non è una questione di occhi, ma è una cosa del cuore. Vede, perché aspetta nell'amore.
Il figlio minore lo ha ucciso. Questo è il significato della richiesta di eredità, ma il padre non muore perché sa che questo figlio che muore ha bisogno di lui.
E aspetta, lavorando giorno per giorno alle cose che deve fare e con le persone con cui deve lavorare, innanzitutto con il figlio più grande che è rimasto con lui.
Ma come si manifesta l'amore a chi vive con te giorno dopo giorno, a chi ti  aiuta in ogni momento, come si dice "ti amo" alla persona che vedi ogni giorno e che, spesso, ogni giorno ti fa adirare, come tu fai adirare lei?
Qui c'è il problema dell'amore, il tema di "essere contenti" di amare, ogni giorno, e anche quando ogni giorno costa fatica.
Quello che il figlio grande non capisce. Concepisce l'amore solo come contropartita. Ma l'amore è gratuito, ed è costoso, ed è bello, ed è giocoso. Spesso è senza contropartite per la fatica che si fa ad amare.
L'amore è bello perché è la cosa, l'esperienza, che ci fa essere uguali a quel D** che ci ama individualmente, una a uno, e per ciascuna ciascuno di noi si compromette ogni giorno.
Amare, cioè, è scegliere ogni giorno chi si ama.
Fino all'ultimo, fino alla verità: «... bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»


 ciao r



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