Credere ...
... alla Parola di D**, ma come Maria di Nazareth.
Maria crede alla Parola di D**, e con così tanta pienezza che ne resta gravida.
Dopo, Maria è solo "attesa" e, insieme, nascita educazione ascolto accoglienza responsabilità.
Forse come ogni donna che accetta di essere madre, ma certamente come una donna che si mette totalmente a rischio credendo a una Parola che per lei era rischiosa. Avere un figlio prima di suo marito e senza suo marito.
Tuttavia Maria di Nazareth crede alla Parola di D**, sa nel suo cuore che quella Parola si realizzerà nella sua vita, e nella vita di ciascuna e ciascuno di noi.
Per questa sua fede piena Maria di Nazareth è beata.
"Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto»."
Tutto ruota attorno a Maria.
La felicità di Elisabetta discende direttamente dal fatto che "la madre del suo Signore" è venuta a trovarla e le rende lieta la parte finale della gravidanza e il parto di Giovanni.
Perché Maria come ascolta la Parola di D** e le crede, e quella si realizza nel suo ventre, corre da Elisabetta a servirla, ad aiutarla, a farla diventare anche felice di quel parto inatteso e pieno di felicità. Perché Maria ha bisogno di condividere la sua pienezza, di farne parte anche ad altre persone che la possano accogliere e capire.
E la persona che di più può accogliere e capire la felicità e la certezza di Maria nella Parola di D** è l'altra donna che è stata coinvolta nel compito di dare la vita: Elisabetta sua parente.
Questa forse, Gesù, è la lezione per noi.
Dividere e trasmettere la tua presenza alle persone che - come noi - sono state "prese" dal tuo amore e dalla tua dolcezza, e fare questo con e attraverso il servizio, attraverso il metterci in condizioni di utilità per altre persone.
Perché la Parola di D** - Altissimo e Umile amore - non si divide "a parole", ma a fatti e verità. Cioè agendo nel bene e nella gioia, e dicendo le cose come le vediamo nella nostra povertà di sguardo e di comprensione.
Solo così la Parola di D** ci renderà capaci di "fare la vita" in noi e attorno a noi, e saremo beate e beati anche noi, perché crediamo nel sicuro compimento di ciò che D** ci ha detto.
ciao r
Maria crede alla Parola di D**, e con così tanta pienezza che ne resta gravida.
Dopo, Maria è solo "attesa" e, insieme, nascita educazione ascolto accoglienza responsabilità.
Forse come ogni donna che accetta di essere madre, ma certamente come una donna che si mette totalmente a rischio credendo a una Parola che per lei era rischiosa. Avere un figlio prima di suo marito e senza suo marito.
Tuttavia Maria di Nazareth crede alla Parola di D**, sa nel suo cuore che quella Parola si realizzerà nella sua vita, e nella vita di ciascuna e ciascuno di noi.
Per questa sua fede piena Maria di Nazareth è beata.
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Lc 1,39-45 |
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto»."
Tutto ruota attorno a Maria.
La felicità di Elisabetta discende direttamente dal fatto che "la madre del suo Signore" è venuta a trovarla e le rende lieta la parte finale della gravidanza e il parto di Giovanni.
Perché Maria come ascolta la Parola di D** e le crede, e quella si realizza nel suo ventre, corre da Elisabetta a servirla, ad aiutarla, a farla diventare anche felice di quel parto inatteso e pieno di felicità. Perché Maria ha bisogno di condividere la sua pienezza, di farne parte anche ad altre persone che la possano accogliere e capire.
E la persona che di più può accogliere e capire la felicità e la certezza di Maria nella Parola di D** è l'altra donna che è stata coinvolta nel compito di dare la vita: Elisabetta sua parente.
Questa forse, Gesù, è la lezione per noi.
Dividere e trasmettere la tua presenza alle persone che - come noi - sono state "prese" dal tuo amore e dalla tua dolcezza, e fare questo con e attraverso il servizio, attraverso il metterci in condizioni di utilità per altre persone.
Perché la Parola di D** - Altissimo e Umile amore - non si divide "a parole", ma a fatti e verità. Cioè agendo nel bene e nella gioia, e dicendo le cose come le vediamo nella nostra povertà di sguardo e di comprensione.
Solo così la Parola di D** ci renderà capaci di "fare la vita" in noi e attorno a noi, e saremo beate e beati anche noi, perché crediamo nel sicuro compimento di ciò che D** ci ha detto.
ciao r
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