Accettare accettarti ....

... perché nessuno è profeta in patria, neppure tu, Gesù mio.




Ma insomma, Gesù, che cosa vuoi dai quelli di casa tua? Sanno perfettamente chi sei e non gli tornano i conti. 

Sei un irregolare, fin dalla nascita (Jesua ben Myriam .... ma s'è mai sentito che un uomo ebreo è chiamato "figlio di madre" e non figlio di padre?). 
Sei strano, perché vai a dire in giro cose che nessuno ti ha insegnato (se non tua madre ... ma tua madre la conosciamo tutte e tutti ... e lei, certamente, ...).
Sei ancora più strano, e pericoloso, perché guarisci le persone e scacci demoni (cioè, guarisci da quelle malattie su cui noi, intellettuali scriba e sacerdoti, siamo impotenti ... ci rendi ridicoli ...)

Ecco, Gesù. Ma chi ti credi di essere?




È vero, Gesù: tra la prima di queste quattro frasi e l'ultima manca ogni connessione. 
Cioè, nessuna proprietà logica del discorso e nessun elemento di fatto legano tra di loro la proposizione che afferma la tua nascita irregolare, con l'opinione di qualcuno che tu "ti creda". 
Le due cose sono legate insieme solo dalla violenza.
Violenza che adesso tu provi nelle parole e nell'incredulità. Adesso.




Mc 6,1-6
Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.




Ti meravigli della loro incredulità. 
Gesù mio, questo perché tu sei buono e vedi in noi, per nostra fortuna, solo il bene e l'amore.
Personalmente tendo a meravigliarmi della nostra fede. Quando scopro la fede di qualcuna o qualcuno, e ne intravvedo le profondità e le altezze, i tessaract, mi meraviglio sempre. 

Ma io sono cattivo, lo ammetto.
Così ti meravigli che non ti lasciamo fare miracoli d'amore e insegnare l'amore.

Ma l'amore ci fa paura, Gesù mio; l'amore è la cosa che ci fa più paura in assoluto, molto più della morte.

Per questo costruiamo distinzioni, eleviamo muri, procuriamo aborti, incameriamo persone in lager più o meno comodi.




Questo amore sì e quest'altro no. 
Questo amore A va bene ma solo fino ad A 235 e non oltre, neppure per multipli interi ... Questo amore NON-A non va bene mai, 
però i punti: - NON-A 1003298/x   e  - NON-A c45.0998/f43 devono essere messi al centro di A ... e così via distinguendo, classificando, costruendo "casi esemplari", fattispecie, fantasie etiche e teoretiche.




Tu sei l'amore, Gesù. 

Tu sei il permanente e perenne miracolo dell'amore che rende tutto - letteralmente tutto, anche la vita eterna - possibile.
Con te manca la morte, perché nell'amore c'è solo vita.
Mancano frontiere, perché ogni amore è la mia patria.
Mancano straniere e mancano peccatrici, perché nell'amore ciascuna di noi è santa, ciascuna di noi è puttana, ciascuna di noi è madre, è figlia, è normale, è strana. 
Ciascuna di noi è uomo e donna.
Cioè l'amore libera dalle nostre catene, e ci toglie il giudizio e la condanna.
L'amore non ci fa più giudei e greci, schiavi e liberi, donne e uomini.
L'amore ci fa solo amanti, amanti amate.

ciao r




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