Guardarsi ...

... negli occhi del cuore.




Gv 1,35-42

"Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro".





 ... sì ... oggi subito con il Vangelo ... e allora?




Gesù, Sposo, questo brano è bellissimo. 
A iniziare da questa cosa che ci delizia da 1985 anni (più o meno): "erano circa le quattro del pomeriggio" ed in greco è più bello (ὥρα ἦν ὡς δεκάτη.  Hora en os dekate. L'ora era circa la decima).
Se ne ricordava. 




Gesù, Sposo, che sguardo! che incrocio di occhi. 
Giovanni a distanza di circa sett'anni ancora se ne ricorda.
Ma la cosa più bella, per me, è imbarazzante.
Perché la tua chiamata, qui, in questo testo bellissimo del tuo discepolo più amato, la tua chiamata, qui, non è un "vieni e seguimi" ma solo uno sguardo.




Tu mi hai desiderato.
Chissà quanto, Amore mio, tu mi hai desiderato e io non guardavo mai dalla tua parte. 
E tu cercavi di incrociare i miei occhi e non ci riuscivi. Certo, avresti potuto chiamarmi, ma non sarebbe stata la stessa cosa.
Tu vuoi il cuore e il cuore si conquista soltanto attraverso gli occhi, o attraverso le mani e la pelle. O con entrambe le esperienze.





Così in questo brano stai iniziando il tuo percorso di "Messia", il tuo lavoro di "Cristo", di "povero cristo" letteralmente, si potrebbe dire con una espressione popolare che non mente.
Tu eri il "Cristo di Dio" ed eri, davvero, un Cristo assai povero, che lavorava nella "Galilea delle genti", lontano dai centri veri e importanti dell'ebraismo di allora.
Ma lì inizi, e subito cerchi aiuto, anzi, con amore e passione accetti l'aiuto dei primi due che ti capitano.
Ti hanno visto passare, hanno sentito Giovanni Battista che ti chiamava Agnello di Dio, cioè vittima perfetta da sacrificare a Dio, e ti volevano seguire.
Ma a te non basta, Tu vuoi farci domande.
Ti giri e inizi la tua strada tra noi, strada segnata, illustrata di domande, con una domanda preziosa: «Che cosa cercate?».
Il tuo desiderio di noi ha bisogno delle nostre risposte, tu hai bisogno della nostra vita che ti fa regali.
Capisci, Gesù? 
Tu vuoi regali da noi! come se noi potessi regalarti qualcosa.
Anzi.
Proprio come nella parabola dei talenti, tu ci fai ricchi dei tuoi soldi, ma desideri che noi li moltiplichiamo, li facciamo crescere, e non perché poi te li pigli tu, anzi tu li lasci a noi e li fai diventare sempre di più. 
E non si parla di soldi, ma d'amore.
Vuoi vedere il tuo amore diventare madre di altri amori, che a loro volta si fanno madri di altri amori e così via all'infinito, perché occorre riempire tutti gli abissi, tutti i mari, tutti i deserti, tutte le pianure, tutti i boschi, tutte le montagne di Dio, eterna potenza d'amore.
Va bene, Gesù amore.
Ci provo. Vedo se riesco a moltiplicare qualche talento di questi che mi hai dato. Ho tutta la mia vita davanti.
Lo so, da quando ho incrociato il tuo sguardo nel viso di Sebastiana che ti stava raggiungendo. Il giorno che è morta.
Erano circa le due del mattino.





ciao r



Vi ricordo che potete scaricare Shekkinah 12 "Notizie da questo Natale" ....

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