Il Re delle nostre vite. Il vincitore mite,
Tu sei il Re. Tu sei l'amore.
Gesù,
oggi è la festa del tuo ritorno.
Oggi
ci rassicuri che tornerai tra noi, come Re Amico, come Re Amore. E
tornerai per confermare quello che già sappiamo.
Tu hai salvato il mondo, e me, con questo tuo amore così grande, così umile.
Tu hai salvato il mondo, e me, con questo tuo amore così grande, così umile.
Il
tempo dell'anno si chiude con una festa grande.
Con
te, nel tuo corpo e cuore, anche io la festeggio. Perché tu sei
l'Amore che vince, che ha già vinto, con mitezza, con la forza
impossibile della mitezza.
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Fratelli,
Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.
Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo
verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti
muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
È
san
Paolo, Gesù mio, che con grande audacia delinea la tua strada di Re nel
mondo e del mondo, in una fulminea sequenza, in un bellissimo distico:
È
necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i
nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà
la morte.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
Quando
tutto sarà stato sottomesso a te, Gesù, solo allora tu ti
sottometterai a Dio, che ti ha sottomesso tutte le cose. Ma questo
accadrà solo dopo che l'ultimo “nemico di Dio”, la morte, sarà
stata sottomessa a te, Cristo Re, Gesù amore mite.
Abbiamo
qui, credo, un brevissimo cenno al quel continuo patto d'amore che è
Dio stesso - in te e oltre te - e si incarna nel tuo Regno nel mondo, cioè nella
crescente
vittoria sulla morte che è sei tu, la Parola di Dio qui
tra di noi.
Ma
che cosa significa questa “fine” lo si vede chiaramente e
semplicemente nel vangelo.
Il
pezzo è molto conosciuto e non c'è bisogno di sottolineare ancora
una volta che tu, Gesù, proclami “tuoi” solo coloro che hanno dato
amore, e per qualsiasi ragione l'abbiano dato ...
(perché
ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a
trovarmi)
… chi ha aiutato uno qualsiasi di “questi piccoli”, di queste
piccole, è di per sé amica tuo, "amica di Gesù Re”, e tu la salverai e la salvi, lo salvi.
Ma,
nell'audace definizione di san Paolo, tu Gesù sei Re perché il tuo
Regno non ha ancora vinto su tutti i suoi nemici e sopratutto su quella
morte - l'ultimo
nemico a
essere
sconfitto - che a noi oggi sembra stia vincendo a più non posso.
Allora noi siamo davvero quelli che – solo nel fondamento della fede - speriamo nella realtà e nella realizzazione di cose che non vediamo, di quelle cose che - se ci va bene - vediamo solo da lontanom solo grazie a te.
Allora noi siamo davvero quelli che – solo nel fondamento della fede - speriamo nella realtà e nella realizzazione di cose che non vediamo, di quelle cose che - se ci va bene - vediamo solo da lontanom solo grazie a te.
Anche
noi riceviamo, da te, per fede - tuo dono d'amore - una promessa che non vediamo e
non vedremo realizzata perché anche tanti altri dopo di noi possano
ricavarne la stessa speranza che noi abbiamo avuto.
Quindi
al
centro di questo tuo racconto finale, Gesù mio, c'è la fede.
La
fede in un Dio genitore - Madre Padre -che va a cercare “la pecorella smarrita” e che mi
unge (a me, me peccatore) di olio e profumi e non mi lascia mai solo
(Ezechiele, 1° lettura e
Salmo),
la
fede in te, Gesù mio Re, che compi un regno da cui nessuno è escluso.
La fede in un Regno che si riconosce solo nelle azioni che io faccio verso altre persone che nulla mai mi daranno in cambio, e che – mentre le faccio – in realtà moltiplico l'amore nel mondo a partire dal mio piccolo luogo di vita.
La fede in un Regno che si riconosce solo nelle azioni che io faccio verso altre persone che nulla mai mi daranno in cambio, e che – mentre le faccio – in realtà moltiplico l'amore nel mondo a partire dal mio piccolo luogo di vita.
Perché
questa è la fede che tu, Gesù amore inerme, ci chiederai: se
non ho guardato altrove che dentro la mia vita e, qui nella mia vita, “ho
dato amore” a “chiunque” ne avesse bisogno attorno a me, e
senza chiedere niente. Seguendoti, amore mio Gesù.
Perché solo nel donare amore il regalare è ricompensa e guadagno.
Ma
questo significa, Gesù mio amore mite, che noi siamo circondati da “gente di fede” che
non lo sa, mentre anche noi non lo sappiamo.
Infatti,
se mi guardo attorno vedo tantissime persone fare regali d'amore
senza ricevere in cambio altro che il dono stesso che hanno fatto,
misteriosamente moltiplicatosi.
Persone
che, magari, non credono nella Chiesa cattolica, oppure non
sopportano i preti. Gente che parla di altri dei, ma va a visitare i
carcerati e aiuta chi è nudo. Persone
che hanno amori “naturali” diversi dai nostri e vissuti amorosamente e mitemente in modi diversi da come molti altri
concepiscono la natura dell'amore, amore miti e compassionevoli che accolgono gli stranieri e i profughi.
Gente che dichiara di non credere a nessun dio ma - per fede e solo
per fede – sostiene i diritti di persone che sono prive di
qualsiasi diritto.
Ecco.
Prego,
davvero, che tutti noi sappiamo leggere il tuo Vangelo, Gesù mio, sempre
con occhi freschi, perché ci parli sempre di noi, e ce ne parli in
modi sempre inattesi.
E perché ci racconti della libertà. La libertà
di amare e di vivere amando, creando vita a amore attorno a noi.
Amando semplicemente e con mitezza, senza giudicare nessuno a iniziare da noi stessi, senza fare profitti sulle vite di altre persone e esseri viventi.
Amando semplicemente e con mitezza, senza giudicare nessuno a iniziare da noi stessi, senza fare profitti sulle vite di altre persone e esseri viventi.
Ecco.
La
nostra fede è solo le nostre opere, la nostra testimonianza di una
redenzione che non meritiamo ma che ci sta accogliendo nel tuo amore mite. La nostra
testimonianza di questo tuo amore che ci riempie, ma non resta in noi e non è
nostro. Un amore che non ci appartiene e deve diffondersi ovunque.
Verso e dentro chiunque.
Gesù Re tu regni nei nostri cuori e continui a costruirli come boschi d'amore, dove si trovano tutte le piante, le vite, i frutti, le
terre, i colori e gli odori, le esistenze che fanno della vita una
sorpresa continua.
Gesù Re, tu vinci sempre nei nostri cuori con la tua mitezza e dolcezza, che continuano a fare semine d'amore e raccolte d'amore.
Finché anche la morte, ultimo nemico, venga sconfitta dal tuo amore che regna in noi.
Finché anche la morte, ultimo nemico, venga sconfitta dal tuo amore che regna in noi.
Gesù mio, amico mio, amante mio mite.
ciao r
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