Spirito e amore. Di Dio? Non solo.
L'amore terribile di Dio: questo è "la sua" Spirito.
Oggi è Pentecoste e "La" Spirito di Dio oggi scende di nuovo tra di noi, e noi ne abbiamo un bisogno terribile, intenso e urgente.
Abbiamo bisogno di amare, amare senza condizioni, amare chi è debole e vittima di violenza.
Ma amare anche chi è violento, cercando di fermarlo e di fargli capire quanto è orrenda e spaventosa la sua violenza. Perché chi odia può essere veramente fermato solo dall'amore.
Gesù, tu sei tornato "al Padre" e sei subito ritornato tra di noi come Spirito, come amore femminile, deciso e forte, capace di servizio e di cambiare radicalmente il proprio amore.
Capaci di farsi dono per avere in cambio la nostra vita, come dono da regalare ancora.
Questo tuo incremento del nostro dono di noi stessi è la Pentecoste, Gesù.
Ascoltiamo.
Atti
degli Apostoli At
2,1-11
“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».”
“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».”
Vangelo
secondo Giovanni Gv
20,19-23
“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».”
“La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».”
Pentecoste: è così, Gesù mio, “la” Spirito viene tra di noi e ci fa muovere.
Spirito
Santo.
Santo, perché Dio è santo e “la” Spirito è santa di
conseguenza, perché “Spirito” è la parte più intima di Dio,
quella che è legata alle manifestazione dell'amore che è Dio, cioè a te, Gesù.
Per
questo
Spirito è la parte femminile di Dio, quella
che
ama e perdona, quella
che
ama e sceglie.
Spirito:
la Presenza di Dio che si fa viva fra di noi e dentro di noi, e ci fa
muovere.
Il
racconto, famoso, di Atti 2 ci parla dei discepoli riuniti in
preghiera che ricevono Spirito in modo alquanto scenografico … il
fragore, il vento impetuoso, le lingue di fuoco, le molte lingue
parlate, le molte “orecchie” che comprendono.
Il
racconto di Giovanni è più semplice, più duro.
Tu, Gesù, arrivi e “ti fai riconoscere”, dai segni delle tue ferite, la
gloria della tua umiliazione e sofferenza.
Solo
dopo questo “mostrarti intimo”, dopo questa manifestazione dell'intimità di Dio che sei tu in Croce, Gesù, solo dopo i tuoi discepoli gioiscono a
vederti.
Poi, Gesù, tu soffi Spirito sopra e dentro i discepoli e li mandi come tu sei stato mandato.
Noi,
noi donne e uomini che abbiamo creduto ai tuoi discepoli e alle
loro parole, noi siamo mandati nel mondo “come” tu, Gesù, sei stato
mandato nel mondo.
“Allo
stesso modo di Gesù” noi siamo nel mondo.
Se.
Se
siamo dietro a te, Gesù, se
siamo ricche e ricchi del tuo amore.
Allora
Spirito è questa presenza d'amore.
Qui
non ci parla di “preti”, di “gerarchie”, di “istituzioni”, di
“papi”, di titoli onorifici e di primi posti nelle assemblee e a
tavola.
Gesù, tu ci parli solo di “Come”... “Come Dio ha mandato me io mando voi”.
Noi
siamo “come” te, Gesù.
Ma
in che cosa si concentra questo “come”?
Secondo
il vangelo di Giovanni nel “perdono dei peccati”.
Quello
che perdoneremo sarà perdonato, quel che non perdoneremo non sarà
perdonato.
Che
cosa significa?
Non
sono teologo.
Nulla
mi appartiene della teologia, scienza umana che cerca di “capire
Dio”, con
parole e tentativi umani.
Non
voglio spiegare Dio, non
voglio capirlo, voglio “solo” rendere Dio felice della mia vita.
Tu lo sai, Gesù mio, è un compito impossibile alle mie forze , ma che a te come amore di Dio, a te come Dio
Spirito è possibile, perché a Dio tutto è possibile nell'amore.
In
questo brano di Giovanni
c'è un nodo, un
nodo enorme.
Che
cosa stai facendo qui, Gesù? Tu, che
cosa ci stai dicendo?
Hai appena detto che ci mandi come tu sei stato mandato; e tu, Gesù –
ricordiamolo -, sei stato mandato a perdonare; tu, Gesù, hai amato chiunque si sia rivolta,
rivolto a te e ti ha chiesto qualcosa. Tu hai detto sempre di sì.
Se
non sbaglio, Gesù, tu rifiuti soltanto il posto a destra e a sinistra
per Giacomo e Giovanni e di
raccontare
la data di inizio del nuovo Regno di Israele.
Per
il resto non rifiuti nulla, non ti rifiuti a nulla e nessuno.
Allora?
Che
cosa stai facendo, Gesù, dicendoci che il nodo della
presenza
dello Spirito in noi è perdonare i peccati, e che se non li
perdoniamo noi nessuno, né in terra né in cielo, li perdona?
Lascio libera questa domanda, ma la ripeto cercando
di essere più chiaro.
Lo
Spirito che tu, Gesù, ci lasci in Giovanni 20 è caratterizzato dalla
frase:
«Ricevete
lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno
perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati»
che
cosa significa questa frase?
Che tu, Gesù, istituisci la chiesa gerarchica, che “perdona i peccati” in
confessionale? L'unica che “garantisce” l'ingresso in cielo?
Oppure
dici a noi di perdonare:
a
noi che ti seguiamo,
a
noi
cui è donato Spirito per
poter pregare
Dio chiedendo
solo le cose che Dio può e vuole darci
e che noi neppure conosciamo ma Spirito sì,
a
noi che siamo –
dobbiamo essere “imitazioni
di Cristo”,
a
noi che vogliamo assomigliare al nostro Re Sposo.
Non
è che tu a
noi, Gesù, ci dici che solo noi possiamo perdonarci i peccati, a vicenda, a noi e all'umana esperienza
tutta intera
e
in cui siamo inseriti?
E
che se noi non perdoniamo Dio non può perdonare?
Non
è che tu, Gesù, ci stai dicendo che
Dio non va oltre il nostro perdono, perché Dio non supera mai
la
nostra libertà?
Allora
il compito che ci hai dato è terribile, perché quel
che perdoniamo in terra è perdonato anche nei cieli, quel che non
perdoniamo in terra non è perdonato nei cieli.
E
mi sembra che il Regno di Dio non sarà mai costruito finché tutto,
ogni singola vicenda di morte, sia stata perdonata e trasformata in
Vita, in Spirito di Dio vivente.
Perché
Dio
è solo amore e soltanto perdono e
così
soltanto amore e soltanto perdono dobbiamo essere anche noi.
Come te, amore mio: tu, Gesù di Nazareth, l'amore santo di Dio, il nostro amore santo.
ciao r
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