Le mani di Dio
Quali sono, oggi, le tue mani, mia Dio?
Oggi, che per qualche ragione ti chiamo al femminile.
Oggi, che il Vangelo di Gesù, tuo Figlio (Figlia?) ci racconta - quasi brusco, dolorosamente - che l'unico passaggio per arrivare a te, al tuo Volto, è Gesù, non ce ne sono altri.
Vangelo dove è questo bellissimo e buonissimo "vino novello" che Gesù ci fa assaggiare, e che noi abbiamo però conservato in botti troppo vecchie e consunte.
«Io sono la via, la verità e la vita».
Questo tuo vino meraviglioso, quindi, che in parte abbiamo sprecato.
Ma niente di ciò che è tuo va sprecato.
Tu ci hai scelto anche perché sapevi che avremo fatto scelte sbagliate, ma che saremo stati docili ai tuoi interventi e così - solo dalle nostre scelte sbagliate - tu potevi trovare avanzi di fili, vecchi aghi, frammenti di disegni, nuove ricette di vecchi impasti quasi dimenticati, tessuti rifiutati e avanzati, trame nuovissime, materiali leggeri come il vento, invendibili come l'aria, pietre di scarto, pietre vive e angolari, e tutte quelle altre mani di sorrisi con cui costruire le tue case di gioia.
Con le tue mani.
Quali sono, oggi, le tue mani, mia Dio?
Non lo so. Ma so quali sono le tue parole.
(Gv 14,1-12)
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre»."
Gesù, tu sei lì e qui (lassù? laggiù? là-qui? là-lì? dov'è questa tua "casa del Padre" dove ci prepari stanze?) e prepari la vita. Cioè, prepari te stesso per il nostro arrivo.
Tu sei la vita.
Ma sei anche la strada per arrivare alla vita e sei la verità che com-prende (prende dentro di sé e le trasforma in luce) sia la strada sia la vita.
Il tuo preparaci stanze non mi sembra diverso dalla indicazioni di fidarci di te e di affidare a te la nostra vita.
Affidare a te la nostra vita. Fare tue le nostre mani.
Fare in modo che le tue mani possano lavorare attraverso le nostre e cambiare il mondo come tu vuoi.
Per prepararci stanze e case di gioia dentro il cuore stesso di Dio.
Così non dobbiamo chiederti di strade o di volti.
Tu sei il Padre e il Padre sei tu. Non ci sono altrovi - altri luoghi - dove andare, non abbiamo altre divinità dove rifugiarci.
Dobbiamo seguire te con amori - spezzati divisi frantumati, magari - ma amori amanti.
Bisogna stare dove tu sei stato e "qui" fare opere "più grandi" di quelle che tu hai fatto. Perché se non siamo capaci di questo siamo inutili e tu sei venuti inutilmente.
Ma tu sei indispensabile, come l'acqua alla vita, e noi infatti abbiamo costruito "opere più grandi delle tue".
Infatti tu, Parola Verità Vita, sei chi ci salva. Solo tu ci metti nelle mani di Dio, aperte dentro le nostre mani carezzate da te.
E solo così - insieme a te attraverso te - il mondo diventa, sempre più, il Regno dei cieli: Dio Amore che si spezza in amori crescenti, in amori sempre più vivi.
ciao r
Oggi, che per qualche ragione ti chiamo al femminile.
Oggi, che il Vangelo di Gesù, tuo Figlio (Figlia?) ci racconta - quasi brusco, dolorosamente - che l'unico passaggio per arrivare a te, al tuo Volto, è Gesù, non ce ne sono altri.
Vangelo dove è questo bellissimo e buonissimo "vino novello" che Gesù ci fa assaggiare, e che noi abbiamo però conservato in botti troppo vecchie e consunte.
«Io sono la via, la verità e la vita».
Questo tuo vino meraviglioso, quindi, che in parte abbiamo sprecato.
Ma niente di ciò che è tuo va sprecato.
Tu ci hai scelto anche perché sapevi che avremo fatto scelte sbagliate, ma che saremo stati docili ai tuoi interventi e così - solo dalle nostre scelte sbagliate - tu potevi trovare avanzi di fili, vecchi aghi, frammenti di disegni, nuove ricette di vecchi impasti quasi dimenticati, tessuti rifiutati e avanzati, trame nuovissime, materiali leggeri come il vento, invendibili come l'aria, pietre di scarto, pietre vive e angolari, e tutte quelle altre mani di sorrisi con cui costruire le tue case di gioia.
Con le tue mani.
Quali sono, oggi, le tue mani, mia Dio?
Non lo so. Ma so quali sono le tue parole.
(Gv 14,1-12)
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere.
Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre»."
Gesù, tu sei lì e qui (lassù? laggiù? là-qui? là-lì? dov'è questa tua "casa del Padre" dove ci prepari stanze?) e prepari la vita. Cioè, prepari te stesso per il nostro arrivo.
Tu sei la vita.
Ma sei anche la strada per arrivare alla vita e sei la verità che com-prende (prende dentro di sé e le trasforma in luce) sia la strada sia la vita.
Il tuo preparaci stanze non mi sembra diverso dalla indicazioni di fidarci di te e di affidare a te la nostra vita.
Affidare a te la nostra vita. Fare tue le nostre mani.
Fare in modo che le tue mani possano lavorare attraverso le nostre e cambiare il mondo come tu vuoi.
Per prepararci stanze e case di gioia dentro il cuore stesso di Dio.
Così non dobbiamo chiederti di strade o di volti.
Tu sei il Padre e il Padre sei tu. Non ci sono altrovi - altri luoghi - dove andare, non abbiamo altre divinità dove rifugiarci.
Dobbiamo seguire te con amori - spezzati divisi frantumati, magari - ma amori amanti.
Bisogna stare dove tu sei stato e "qui" fare opere "più grandi" di quelle che tu hai fatto. Perché se non siamo capaci di questo siamo inutili e tu sei venuti inutilmente.
Ma tu sei indispensabile, come l'acqua alla vita, e noi infatti abbiamo costruito "opere più grandi delle tue".
Infatti tu, Parola Verità Vita, sei chi ci salva. Solo tu ci metti nelle mani di Dio, aperte dentro le nostre mani carezzate da te.
E solo così - insieme a te attraverso te - il mondo diventa, sempre più, il Regno dei cieli: Dio Amore che si spezza in amori crescenti, in amori sempre più vivi.
ciao r
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