La poesia del tuo amore.
Dio, così povera, così innamorata.
Dice:
"Che bel pezzo poetico! Qui Gesù dice cose veramente belle. Così belle e così impossibili da fare, almeno veramente difficili. Però veramente belle, proprio belle".
Beh, Sposo, non son d'accordo.
A me piaci molto in questo brano, perché fai vedere la semplicità dell'amore, del tuo amore contro cui noi disponiamo sempre la brutalità e la stupidità della nostra intelligenza del mondo.
Quella intelligenza che fabbrica armi e costruisce eserciti e filiere di comando.
Quella intelligenza che è "il male e satana" ai tuoi occhi innamorati e appassionati.
Perché il tuo amore è una ragazza indifesa, inerme, che presenta solo se stessa come innamorata di chi non la vuole o, se la vuole, la vuole solo come cosa.
Ma è sempre il tuo amore che vince.
"In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena»." (Mt 6,24-34)
Cosa cerchiamo, innanzitutto mio Sposo, nella nostra vita quotidiana?
Cerchiamo "il tuo Regno"?
O cerchiamo un capitale qualsiasi per fare qualcosa che sia più bello "di un giglio dei campi"?
Realmente vogliamo fare concorrenza a Dio e fare cose più belle di quelle che l'Eterno Amore fa e realizza solo con la cura del suo amore.
Vogliamo diventare Dio a forza di potenza intellettuale e di capitale. E possiamo anche riuscirci.
Ma non sarebbe nulla di tuo, Dio d'Amore.
Sarebbe (è, già ora!!! ma quanto più nel futuro col crescere della potenza umana) un dio di odio e di paura, un dio di terrore e di malvagità. Un dio che rifiuta la bellezza come pericolosa e la vuole solo se schiava muta e stupida.
Invece la tua bellezza, Amore Santo, è come i gigli dei campi, come il sorgere del sole.
La tua bellezza canta e parla. Canta lodi a Dio, l'Eterna Amante, e parla a noi della bellezza di Dio, l'Amata meravigliosa che cerchiamo di raggiungere in tutti i nostri amori terreni.
Perché Dio ama l'amore e per questo "molto sarà perdonato a chi ha molto amato".
Per questo che lesbiche, gay, transessuali già ci precedono nel regno dei cieli, dove stanno (e quanto bene!) insieme a prostitute, ergastolani, pubblicani, madri, lavoratrici, lavoratori, bambine e bambini.
Tutte quelle persone che sanno dell'amore: dei dolori e delle felicità dell'amore.
Come quei preti cattolici che escono da una capanna in Africa, aver potuto soltanto aiutare una donna a morire, di fame di malaria di lebbra e di qualsiasi altra causa perfettamente curabile, e non sono stati utili ad altro e così non sanno fare altro che ringraziarti dell'amore che doni a chiunque te lo chiede.
Come quei volontari che seguono carcerati, colpevoli e non colpevoli, e non si chiedono perché ma solo cercano di aprire finestre alla tua bellezza.
"Come i gigli nei campi".
Tu ci dici: "a ciascun giorno basta la sua pena".
Ma a ciascun giorno basta anche la sua felicità, e tu lo sai amore mio; quella felicità che tu doni a piene mani e con cui riempi i grembi di chi è spoglio di tutto, salvo che della tua bellezza.
"Come i gigli dei campi".
Così, Gesù Sposo, senza rinnegare niente dobbiamo mettere l'amore, cioè Dio Amore Santo, al centro di ogni attimo delle nostra vita e orientare la nostra intelligenza a diventare serva consapevole e lieta dell'amore, del Tuo Amore.
Perché solo così anche lei saprà produrre bellezza "come i gigli nei campi".
ciao r
Dice:
"Che bel pezzo poetico! Qui Gesù dice cose veramente belle. Così belle e così impossibili da fare, almeno veramente difficili. Però veramente belle, proprio belle".
Beh, Sposo, non son d'accordo.
A me piaci molto in questo brano, perché fai vedere la semplicità dell'amore, del tuo amore contro cui noi disponiamo sempre la brutalità e la stupidità della nostra intelligenza del mondo.
Quella intelligenza che fabbrica armi e costruisce eserciti e filiere di comando.
Quella intelligenza che è "il male e satana" ai tuoi occhi innamorati e appassionati.
Perché il tuo amore è una ragazza indifesa, inerme, che presenta solo se stessa come innamorata di chi non la vuole o, se la vuole, la vuole solo come cosa.
Ma è sempre il tuo amore che vince.
"In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani.
Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena»." (Mt 6,24-34)
Cosa cerchiamo, innanzitutto mio Sposo, nella nostra vita quotidiana?
Cerchiamo "il tuo Regno"?
O cerchiamo un capitale qualsiasi per fare qualcosa che sia più bello "di un giglio dei campi"?
Realmente vogliamo fare concorrenza a Dio e fare cose più belle di quelle che l'Eterno Amore fa e realizza solo con la cura del suo amore.
Vogliamo diventare Dio a forza di potenza intellettuale e di capitale. E possiamo anche riuscirci.
Ma non sarebbe nulla di tuo, Dio d'Amore.
Sarebbe (è, già ora!!! ma quanto più nel futuro col crescere della potenza umana) un dio di odio e di paura, un dio di terrore e di malvagità. Un dio che rifiuta la bellezza come pericolosa e la vuole solo se schiava muta e stupida.
Invece la tua bellezza, Amore Santo, è come i gigli dei campi, come il sorgere del sole.
La tua bellezza canta e parla. Canta lodi a Dio, l'Eterna Amante, e parla a noi della bellezza di Dio, l'Amata meravigliosa che cerchiamo di raggiungere in tutti i nostri amori terreni.
Perché Dio ama l'amore e per questo "molto sarà perdonato a chi ha molto amato".
Per questo che lesbiche, gay, transessuali già ci precedono nel regno dei cieli, dove stanno (e quanto bene!) insieme a prostitute, ergastolani, pubblicani, madri, lavoratrici, lavoratori, bambine e bambini.
Tutte quelle persone che sanno dell'amore: dei dolori e delle felicità dell'amore.
Come quei preti cattolici che escono da una capanna in Africa, aver potuto soltanto aiutare una donna a morire, di fame di malaria di lebbra e di qualsiasi altra causa perfettamente curabile, e non sono stati utili ad altro e così non sanno fare altro che ringraziarti dell'amore che doni a chiunque te lo chiede.
Come quei volontari che seguono carcerati, colpevoli e non colpevoli, e non si chiedono perché ma solo cercano di aprire finestre alla tua bellezza.
"Come i gigli nei campi".
Tu ci dici: "a ciascun giorno basta la sua pena".
Ma a ciascun giorno basta anche la sua felicità, e tu lo sai amore mio; quella felicità che tu doni a piene mani e con cui riempi i grembi di chi è spoglio di tutto, salvo che della tua bellezza.
"Come i gigli dei campi".
Così, Gesù Sposo, senza rinnegare niente dobbiamo mettere l'amore, cioè Dio Amore Santo, al centro di ogni attimo delle nostra vita e orientare la nostra intelligenza a diventare serva consapevole e lieta dell'amore, del Tuo Amore.
Perché solo così anche lei saprà produrre bellezza "come i gigli nei campi".
ciao r
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