Il nostro peccato ... e quello dei farisei

Chi crede in te, Amore santo e Re Sposo, a chi crede?




Questa domanda è al centro del vangelo di oggi.
Questa domanda è dentro la risposta ostinata del cieco nato a colore che comandano a Gerusalemme, ed è al centro della nostra domanda di fede e d'amore, mio Re.
Al centro del mio e nostro peccato.

Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 

Anche io almeno una cosa la so.
Ero malato e sono guarito, ero solo e sono amato, ero triste e sono allegro. Poi, del resto, non so più nulla e mi affido a te, ma vigilante di non sbagliare di affidarmi, invece, solo a me stesso.
Perché tu sei la via, la verità e la vita. E solo tu sei amore.




Dal Vangelo secondo Giovanni  (Gv 9,1-41)

"In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane»."






Mi piace, Gesù, la tua sfida consapevole al mondo ufficiale di Gerusalemme, e mi piace la semplice ostinazione del cieco nato che, davanti al fatto che lui ci vede, non afferma nient'altro.
Soltanto l'osservazione banale che se tu lo hai fatto vedere, ed eri cieco nato, allora questo significa necessariamente che un qualche rapporto di amicizia con Dio lo devi avere.

Ma in tutto questo, insieme con la condanna dell'ostinazione dei dirigenti di Gerusalemme, tu che cosa ci suggerisci, della fede in te e in Dio? che cosa ci chiedi, dentro la tua domanda al cieco nato che ora è vedente?
Che cosa ci dice la tua domanda di fede: "Tu, credi nel Figlio dell'uomo?"?
Credo che la tua domanda sia da leggere insieme all'altra domanda, quella del cieco nato, che era evidentemente una persona che ci vedeva benissimo almeno nelle cose davvero importanti: "E chi è, Signore, perché creda in Lui?"




Credo in te perché so chi sei tu e so che tu mi hai infangato gli occhi, me li hai coperti con terra e la tua saliva, e me li hai fatti lavare. So solo questo. So che adesso vedo.
E vedo te.
Non vedo oltre te, non vedo più lontano da te, non vedo indipendentemente da te.
Adesso vedo.
Vedo che tu sei il Messiah, l'Unto, il prescelto da Dio per fare la sua volontà e indicarci la strada, le strade dell'amore.
Oltre questo non vedo.
Se dico che vedo oltre te e al di là di te, mento e cado nel peccato, perché affermo di vedere allo stesso modo di Dio, io che invece sono solo fango e peccato.

Quante volte, Gesù, abbiamo voluto vedere oltre te, abbiamo voluto definire le caratteristiche di Dio, decidere, tagliare, da te coloro che meritavano da chi non meritava. Quante volte ci siamo messi nella parte di un cieco nato che vuol guidare la sua carovana nella foresta.
Quante volte siamo caduti malamente e solo il tuo amore, la tua fedeltà ci ha salvati.

Gesù aiutaci a vedere te in ogni "figlio di donna" che c'è attorno e insieme a noi. In ogni figlia di donna che ci aiuta a vedere come la nostra strada, la nostra verità e la nostra vita portino solo il tuo nome: Gesù Amore.




ciao r

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