Quel che mi chiedi
Gesù, non so se quello che sento è davvero quello che mi chiedi.
Ma quando sento questa tranquillità nel cuore allora non disobbedisco.
Per cui rilancio qui, nella nostra postazione, questa mia riflessione in pubblico. Sperando che essa faccia la tua volontà e non la mia.
Ti ringrazio per tutto quello che mi stai regalando in questi mesi e spero che qualcosa la stia regalando anche io o, almeno, che molto lo stia semplicemente perdendo da quel vaso rotto e vecchio che sono.
Di queste perdite che vanno ad arricchire altre persone più meritevoli di me, ti ringrazio.
ciao r
L'impossibile "Esame di Coscienza" del signor Berlusconi Silvio e della Chiesa cattolica italiana.
Chi conosce la spiritualità ignaziana, e l'esperienza degli esercizi spirituali, sa qual'è l'importanza dell'esame di coscienza giornaliero, come luogo dove raccontare se stessi a se stessi e a Dio, mettendosi "nudi e indifesi" davanti a Dio.
Questo significa che "il luogo centrale" dell'esame di coscienza non è nel pentirsi di qualcosa che si "è fatto", ma nel "raccontarlo" - raccontandolo a Dio che già conosce, ma che ha bisogno di sentirlo raccontare da noi.
Cioè: il luogo centrale dell'Esame di Coscienza è tutta la nostra sincerità possibile e reale espressa a "parole", cioè "detta davanti" a Dio.
La sincerità possibile significa che si ammette che quel si è fatto lo si è fatto per le ragioni: 1, 2, 3.
E se quel che si è fatto "è male", cioè ha provocato dolori e sofferenze inique e ingiuste ad altre persone, occorre non "pentirsi", ma mettersi nella disposizione di agire contro ciò che abbiamo fatto, e che abbiamo fatto per delle "ragioni buone", almeno per noi.
In questo senso l'esame di coscienza significa, anche e sopratutto, privarsi delle proprie "intenzioni".
Infatti è inutile dire a Dio "ma volevo..", "ma la mia intenzione...": Dio già conosce le mie intenzioni ed è gratuito e ipocrita appellarmi ad esse per difendermi dal male che ho fatto o causato.
L'esame di coscienza è l'analisi cruda di "ciò che ho fatto", del molto male che ho distribuito (e di cui devo pentirmi nel senso di rimediare e non fare più), e del poco bene che ho fatto (e di cui devo ringraziare Dio e Gesù perché se ho fatto del bene il merito NON È sicuramente mio).
La parte fondamentale dell'esame di coscienza è, quindi, il ringraziamento per il bene che ho ricevuto gratuitamente e, gratuitamente, ho dato o distribuito.
I vari gesuiti ed esperti di esercizi spirituali e di Ignazio di Loyola presenti in questo luogo potranno correggere gli errori che ho fatto, contribuendo alla mia salvezza eterna che "si fa" qui e ora e specialmente nel dare felicità e bellezza alle donne e agli uomini che incontro.
E ringraziandone l'Autore, cioè Dio.
Perché vi ricordo cos'è "un esame di coscienza"?
Perché abbiamo un problema. Grave.
E questo problema grave NON È il signor Berlusconi Silvio.
Tutto parte da quest'articolo di Aldo Maria Valli.
A. M. Valli è giornalista che stimo ma che qui fa un errore tipico (secondo me! è ovvio!) nell'analisi deil ventennio berlusconiano-dalemiano.
Mettere al centro il signor Berlusconi Silvio e pensare che costui sia un essere umano dotato di una "coscienza normale".
Cioè che il signor Berlusconi Silvio possa fare un "esame di coscienza" come sopra definito, e che coloro che lo hanno appoggiato possano fare la stessa cosa in relazione al signor Berlusconi Silvio e al suo e nostro fallimento.
L'articolo è questo.
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1380
Il signor Berlusconi Silvio è un avventuriero e, come tutti gli avventurieri, continuerà a rialzare la posta. Perché la sua coscienza è limitata alla partita che sta giocando, alla posta in gioco, ai bluff che deve adoperare per uscirne vincitore o, comunque, non perdente. Anche a costo di distruggere la partita e di eliminare l'avversario.
Ma il signor Berlusconi Silvio non è solo.
Non ha agito da solo. Non è stato l'unico a parlare. Non è stato l'unico a decidere.
Ce ne sono stati altri con lui. Molti altri.
Per pura antipatia personale me la piglio con il signor D'Alema Massimo.
Costui è stato allevato a una scuola politica chiamata "stalinismo", il cui cuore centrale era l'idea che "io" so che cosa bisogna fare, perché "io" sono stato educato con gli strumenti scientifici e culturali e linguistici che mi fanno capire come è la realtà e come bisogna intervenire su di essa per fare in modo che le cose "vadano bene". Sono "io" che decido che cosa è "bene" e che cosa è "male" per tutti noi ... meglio, per tutti voi.
Per cui sono "io" che decido che cosa è e come è "la realtà".
In buon italiano questo atteggiamento si chiama "presunzione", la quale è un comportamento prepotente sempre unito alla stupidità.
Nelle elezioni degli ultimi vent'anni la politica in Italia è stata decisa da un avventuriero e da un presuntuoso. Tutti gli altri e le poche altre, sono andati dietro questi due comportamenti.
Aldo Maria Valli si augura un esame di coscienza dei cattolici italiani, ma dice che non ci sarà.
Certo che non ci sarà. Perché la Chiesa Cattolica Italiana gerarchica ha fatto un errore di analisi politica quando è scomparsa la Dc.
Ed ha fatto un errore di fede che ha fondato l'errore di analisi politica.
La scomparsa della Dc ha fatto perdere fiducia alla gerarchia cattolica nei ceti politici cattolici presenti dopo la scomparse del partito, ha pensato che la situazione era "disperata", e si è chiusa dentro la demenza politica e cristiana (mi permetto, e chiedo scusa a tutti, ma qui e ora lo devo scrivere) dei "Valori non negoziabili".
Dove il difetto di questa proposta è che, ovviamente, in cambio della difesa, e basta che sia un difesa formale e ufficiale ovviamente, dei "valori non negoziabili" ogni altro comportamento politico passa in secondo piano.
Ma quando a Pietro vien detto di andare a pescare un pesce per avere la moneta da pagare al tempio, in modo che chi riscuote la tassa non si scandalizzi di Gesù e dei suoi seguaci (più di quanto non si era già scandalizzato ... ma mammona, il denaro, è sempre stato un idolo potente), quando questo è scritto nel vangelo, insieme alla distinzione netta tra ciò che di Cesare e ciò che è di Dio, quando troviamo questo nel Vangelo di Cristo non troviamo trappole politiche di comodo come "i valori non negoziabili".
La cosa non negoziabile del Vangelo e delle nostre vite è la libertà di Dio, libertà che noi possiamo legare con i nostri comportamenti "cristiani".
Qui, in questo luogo, ci dev'essere un esame di coscienza, ma che riguardi ciascuno di noi e non la gerarchia della chiesa cattolica italiana, con cui è comodo prendersela. Esame di coscienza che non verrà fatto finché non sarà cambiata la realtà fisica e spirituale delle persone che la compongono e finché la pietà e l'amore di Dio verso noi non si sarà incarnata, ancora una volta, in donne e uomini capaci di regalare l'amore di Dio, liberandolo.
E questo lavoro cristiano con la brutta situazione in cui siamo in Italia, tutto questo, nulla c'entra.
Cerchiamo di essere onesti con noi stessi e saremo capaci di trovare soluzioni.
Altrimenti no.
Ma la vita andrà avanti lo stesso e sarà, comunque, molto bella.
Grazie a Dio
Gioia in Gesù Risorto per ciascuna e ciascuno di voi che avete avuto la pazienza di arrivare fin qui.
La benedizione di Dio Madre (e Padre) vi accolga e vi accompagni.
ciao r
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