Gesù torna a casa ... l'umanità di Dio
Ascensione del Signore Gesù Cristo.
E così è l'Ascensione e tu ritorni a Casa
Due cose, Gesù, entrambe provenienti da te per la parte bella e da me per le parti brutte.
La risonanza al tuo amore che ho detto giovedì alla Comunità la Collina, da Ettore Cannavera tuo sacerdote, e una poesia che mi hai ispirato oggi e che rientra nel tema che sta risuonando in me in questi giorni. La tua umanità, e l'umanità di Maria tua madre, nel cuore Amante dell'Eterno Dio.
ciao
r
E così è l'Ascensione e tu ritorni a Casa
Due cose, Gesù, entrambe provenienti da te per la parte bella e da me per le parti brutte.
La risonanza al tuo amore che ho detto giovedì alla Comunità la Collina, da Ettore Cannavera tuo sacerdote, e una poesia che mi hai ispirato oggi e che rientra nel tema che sta risuonando in me in questi giorni. La tua umanità, e l'umanità di Maria tua madre, nel cuore Amante dell'Eterno Dio.
ciao
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“In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il
Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome
saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei
peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni.
Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma
voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza
dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. Lc 24, 46-53
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”. Lc 24, 46-53
E così Gesù
se ne va.
Via,
se ne va e torna a “casa”, qualunque cosa sia “casa” per
Gesù, Dio e Figlio di Dio.
E
mi sembra sempre di più che dovremo abituarci a pensare Gesù oltre
e fuori dai connotati regali e sacerdotali con cui generalmente lo
indichiamo, e mi sembra che dovremo iniziare a pensarlo in altri modi
– per esempio anche al femminile e proprio per non pensare più a
Gesù in termini umani, per quel che è stato qui sulla terra, nato
da donna.
Perché
Gesù è andato via e così, come era sulla terra, nato da donna,
eunuco per il regno dei cieli, non lo vedremo più e – immagino –
nessuno lo vede più.
Perché
Gesù è tornato a casa, di nuovo Dio eterno generato di fronte
all'Eterno Dio genitore, Dio tre volte amante e che assume in se
stesso uno e trino anche la sua umanità felice e ferita e gloriosa,
gloriosa di essere ferita e felice di essere stata rifiutata da noi
perché solo così ci può attirare a sé … e chissà cosa
significa davvero tutto questo, oltre a ciò che è in ciascuna e
ciascuno di noi.
Ma
poi Gesù non ci lascia soli.
Lui
torna a casa, ma la sua casa è così vicina a noi che non ci lascia
soli.
Non ci
lascia innanzitutto perché è “nel suo nome che sono predicate a
tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando
da Gerusalemme”.
E parliamo
un attimo di Gerusalemme.
Gerusalemme
è davvero la nostra città, la città di tutte le donne e gli uomini
che aspettano Dio, e quindi lo cercano. Ed è per questa sua
vicinanza a Dio che Gerusalemme è anche così attivamente
frequentata dalle forze del male.
Così
scrive il cardinale Carlo Maria Martini in un suo libro e da questa
osservazione dovremo partire per capire che Gesù è in mezzo a noi e
noi siamo coloro che portano la sua salvezza nelle nostre carni,
ovunque andiamo, ed è per questo che il nostro cuore deve essere
sempre rivolto anche a Gerusalemme, la città che soffre per la
troppa vicinanza di Dio.
Perché
Gerusalemme è la città che ha il suo completamento soltanto in Dio
e nell'Amore Dio.
Ma Gesù non
ci lascia anche per un'altra ragione.
Perché
ci “riveste di potenza dall'alto”: lui va via e noi siamo
rivestiti di potenza, "dunamis"
(capacità di agire e di fare, possibilità di trasformare),
dall'alto, da Dio stesso genitore e generato.
Perché da
soli non possiamo fare niente e soltanto se Gesù ci “riveste di
potenza” possiamo agire.
Ora,
facciamo bene attenzione: non è che Gesù fa tutto e noi nulla,
perché è anche vero che senza di noi Gesù fa nulla. Dio Gesù
agisce solo in quanto noi lo riceviamo. Per cui il fatto che noi
siamo capaci di ricevere Dio è fondamentale per Dio stesso e non
solo per noi.
Perché
è molto vero che Dio ci riveste di potenza solo in quanto noi siamo
capaci di ricevere la potenza con cui lui ci riveste.
Attenzione
che qui siamo in un passaggio delicatissimo.
La relazione
Dio-Umanità è descritta dalla Bibbia in termini sponsali, come il
matrimonio uomo-donna, e come questo matrimonio vede una parte che è
“chi dona” ed un'altra parte che è “chi riceve” … e queste
due parti sono, “naturalmente” mi verrebbe da dire,
l'uomo-maschio che dona e la donna-femmina che riceve, il dono,
l'amore sponsale, le figlie e i figli, la famiglia.
In
ogni caso è così che la Bibbia ne parla, ma solo principalmente e
non unicamente così.
La Bibbia è
infinitamente più ricca.
Qui, per
esempio, Luca è diverso. Non è nello schema sponsale
unidirezionale, uomo-donna maschio-femmina.
Infatti
Gesù sta dicendo ai suoi di non fare niente finché non “siano
stati rivestiti” di potenza dall'alto.
Il
verbo per rivestire è “enduno”
ed ha la stessa ampiezza di significati del verbo italiano
“rivestire”.
Ci
si riveste di un mantello, di un abito, ma ci si riveste anche di una
personalità, di un compito. Così il rivestimento ci penetra, ci
trasforma, entra a far parte di noi, diventa noi stessi.
Gesù ci
riveste di potenza dall'alto.
Gesù
è il rivestimento dall'alto che ci trasforma, che si insinua in noi,
ci pervade, ci mette addosso qualcosa che altrimenti non potremo mai
avere. Qualcosa che da soli non ci appartiene perché è solo di Dio.
Noi
riceviamo e Dio dona, ma non so più con quali ruoli.
Non
so più dov'è il femminile e dove il maschile e non so davvero chi
riceve che cosa.
Perché
senza noi che veniamo rivestiti Dio è impotente nel mondo.
Gesù
dice ai discepoli che loro non hanno nulla da soli; quindi che senza
il rivestimento di potenza dall'alto fanno nulla.
Solo
con Gesù, la Potenza dall'alto che ci riveste e ci trasforma e ci
intesse di Dio, posso portare Gesù stesso ovunque.
A
tutti i popoli. Senza Gesù non ho nessun regalo per “tutti i
popoli”.
Ma
attenzione, adesso lo vedo come se Gesù ci truccasse, come dire …
ci rifacesse “il look” perché è solo in quel “certo modo di
essere bellezza”, in quel modo che Dio desidera, che possiamo
“ospitare Dio”, essere intessute di Dio e andare in giro a far
vedere Dio ed essere credute.
Può
essere che l'umanità sia femminile, ma anche Dio è molto femminile
nell'immagine di Colei che ci riveste di potenza dall'alto, cioè ci
trasforma nei nostri modi d'essere più profondi perché è solo lei
che ci conosce così profondamente.
Ed è solo
chi si fa trasformare dentro e fuori, chi si fa intessere di Dio e
che porta Gesù nella sua carne, che porta conversione e perdono dei
peccati, e non sopratutto chi “partecipa ai riti” e chi “fa
parte della squadra”.
Dio crea e
produce bellezza con le pietre di scarto e non con le pietre che noi
abbiamo selezionato e isolato. O sappiamo di pecora o non siamo parte
del gregge di Dio.
È
questa trasformazione profonda che noi ci portiamo nelle nostre
carni, dentro e fuori.
Non
c'è Gesù in noi, se questo Gesù non si vede. Se Gesù è in noi il
nostro “look” dev'essere rifatto, se il nostro sguardo è
intessuto di Dio, Dio è in noi.
Solo
impariamo a portarci appresso, in ogni istante della nostra vita, la
benedizione che Gesù ci impartisce su una collina vicino a Betània,
solo con questa benedizione intessuta ai nostri sguardi, e al nostro
cuore, possiamo andare ovunque senza timore.
Perché
siamo diventate e diventati tessuto e bellezza di Dio.
All'improvviso canto
il
corpo rosa, artiglio ruggito,
cerbiatta cerva, lupa,
arco di luce elettrica, feroce
studio ricerca artificio,
canto
il corpo rosa incarnato,
colured black Dio, Presente Vivo,
appassionato
di carne di donna
di nate da donna.
All'improvviso
oltre parole automatiche
fatte senza vigore
senza ammirazione
da motori di calcolo automatico
dentro algoritmi produttori
di piastre di sensi, di sensibilità
a galere morte, a prigioni
all'improvviso
canto il corpo nudo rosa
di sesso tempesta
di passione dedizione
di farsi amante:
madre donna
donna presenza
donna dio
donna a donna
donna a uomo
donna
così
in terre di argani curve, in cieli
sguardi,
in torri per regali regine
in racconti doni per spose donne amanti
in narrazioni di parti travagli,
felici donne, nudità di bocche
carezze di gambe cuore labbra,
donne opere,
mestieri donne,
fatiche di tormente, felici
donne all'improvviso;
e canto Dio
amore donna eternità, feconda
abisso dell'abitarci amore,
eterno vivente e
farsi vuoto eterno
per accoglierci,
parole corpi,
rosa colured black incarnati
nudi
umani
noi,
donne
ciao r
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